Non più tardi di ieri ho pubblicato il post sui primi decisi interventi di papa Francesco su comportamenti privati discutibili di alcuni membri del clero ed oggi i mezzi di informazione riportano che Monsignor Poggi è stato arrestato dal gip di Roma per calunnia aggravata. Avrebbe ordito un complotto per ottenere la riammissione al clero che papa Ratzinger, nel perdonarlo, gli aveva promesso e che con le sue dimissioni non poteva più mantenere. Nella sua mente contorta - secondo il gip - le accuse che aveva formalizzato l'8 Marzo dovevano costituire una specie di ricatto al futuro papa perché non ci si dimenticasse di lui. Ed aveva coinvolto nel suo delirio gli alti prelati Lorusso e Valentini che l'avevano aiutato in passato e che si erano trovati loro malgrado coinvolti nel suo disegno. Il disegno di un uomo "animato da inestinguibile rancore verso chi, a suo dire, lo aveva incastrato" (virgolettate le parole del'ordinanza del gip.
A questo punto due sono le ipotesi in campo, a mio avviso:
a) i prelati vicini a papa Bergoglio, accortisi di aver preso un abbaglio, lo hanno scaricato in fretta e furia. E' l'ipotesi apparentemente più plausibile. Ma non mi convince.
b) seconda ipotesi: e se fosse la prima contromossa, forte e potente, di coloro che nella Curia vogliono che non cambi niente e che i panni sporchi continuino ad essere lavati in famiglia? Corrente capeggiata dal cardinale vicario Agostino Vallini. Questa seconda ipotesi mi convince molto ma molto di più.
E allora, caro papa Francesco, attrezzati e preparati a combattere perché, come dicono a Roma, c'è la gueera.
Sto scrivendo con il computer portatile nella terrazza di casa, Milena segue in tv i notiziari. Esce sulla terrazza e mi dice: sai chi è morta? Margherita Hack.
Reazione di addolorato stupore in entrambi. La Hack per la sua schiettezza, la sua sincerità, la sua figura fisica, la sua parlata con accento toscano residuo dopo aver vissuto tanto a Trieste e in giro per il mondo, la sua "naturale "adesione a principi di libertà ed uguaglianza, per le sue battaglie su temi di libertà civili e difesa dei principi democratici, per la sua autorevolezza scientifica (aveva il dono di saper spiegare con parole semplici concetti difficili, il che - a detta di taluni, ma non nostro - abbassava il livello del suo sapere scientifico.................tutto il contrario, insomma di ZICHIRICCHI che riuscirebbe a rendere incomprensibile anche l'ordinazione di un piatto di spaghetti alla carbonara) per tutto ciò, per le sue argute risposte, per la simpatia che suscitava naturalmente, per la sua "visibiltà" che le numerose apparizioni televisive le avevano assicurato, era un po' come una di casa, una vecchia zia un po'stramba ma simpatica e generosa, un "geniaccio" insomma, che ci mancherà perché si porterà con sè un altro pezzo del nostro vissuto.
Tu che sapevi tutto delle stelle, ci piace ricordarti così e vederti "blowing in the sky. Indicaci la via, che ne abbiamo tutti gran bisogno. Grazie
Argomento delicato. Prima o poi il bubbone doveva scoppiare ed è scoppiato.
Anche di questo argomento ho trattato ampiamente in passato, con molta circospezione per la delicatezza della materia e per i personaggi coinvolti. L''ho fatto commentando alcuni passaggi del libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità". L'ho fatto commentando le vicende e la figura di Marco Simeon. Tre sono i post a mio avviso più significativi che ho scritto sull'argomento_ - MARCO SIMEON CHI ERACOSTUI DEL 7 Marzo 2012 -SUA SANTITA' di LUIGI NUZZI del 6 Luglio 2012 -LE DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI del 16 Febbraio 2013 Negli stessi si trovano altri rimandi Per una migliore comprensione consiglio di leggerli lentamente, di leggere oltre le righe e tra le righe, di rileggerli se necessario. INTELLIGENTI PAUCA dicevano i latini.
Anche qui papa Francesco si è mosso con determinazione e con molta celerità Vi prego di leggere con molta lentezza. In data 8 Marzo del corrente anno Don Patrizio Poggi, condannato nel 2002 per violenze sessuali su minori, denuncia un giro di prostituzione minorile maschile che avrebbe coinvolto qualche monsignore. Interessante vedere da chi è accompagnato a fare la denuncia alle autorità di polizia Da monsignor Lorusso, attuale consigliere del nunzio apostolico Adriano Bernardini, uno dei papabili alla carica d segretario di stato e da sempre vicino a papa Bergoglio in quanto nunzio in Argentina dal 2003 al 2011. Terminata la esperienza argentina, attualmente è a Roma e rappresenta la Santa Sede iin Italia e a San Marino Chiave di lettura: la denuncia è stata fatta con il pieno consenso di papa Bergoglio e materialmente portata avanti da prelati di sua fiducia: Lorusso, Bernardini Circostanza interessante: l' 8 Marzo Bergoglio non è ancora PAPA. Verrà eletto il 13 Marzo: evidentemente lo Spirito Santo gli aveva mandato una mail in anticipo. Tre mesi dopo(il 13 Giugno) il Papa denuncia l'esistenza di una lobbie gay in vaticano. Più chiaro di così e più diretto di così Ma facciamo un passo indietro. L' 11 Febbraio Ratzinger si dimette, proprio per la consapevolezza di non avere le energie e il carattere per combattere il marcio che c'è nella Chiesa sia nel settore della corruzione economica si in quello dei comportamenti privati. Lo Spirito Santo appoggia la corrente di coloro che vogliono ripulire la csa e restituire il dovuto candore. Ci riusciranno? Non lo so. Certo è che resistenze ce ne saranno. Il cardinale Agostino Vallini, ad esempio, ha preso le distanze da chi ha fatto la denunciae ha parlato di "disinformazione calunniosa" ed ha espresso "profonda amarezza"per la diffusione di simili notizie. A chi giova - si chiede il cardinale - creare un nuovo caso scandalistico ed infangare le persone ed il ministero di sacerdoti?E' questo il modo di fare informazione? E' un modo per screditare la Chiesa e i suoi ministri. Ognuno darà conto a Dio del suo operato. E il cardinale Agostino Valini non è uno qualunque...........è il cardinale vicario di papa Francesco per la diocesi di Roma. Sono sempre più convinto che il mio mestiere vero è quello dell'oracolo...........o del giornalista d'inchiesta. Autoironia è il solo antidoto contro i mali del mondo.
Ho dedicato gli ultimi due post a due argomenti dei quali ho spesso trattato nel corso del tempo:
BANCA DELLE MARCHE e DERIVATI. Prendendomi in giro da solo ho scritto che se fossi vissuto nella Grecia del quinto, quarto secolo avanti Cristo di mestiere avrei fatto probabilmente l'oracolo considerato che avevo visto giusto e portato all'attenzione per tempo i lati oscuri di queste due vicende.
Oggi tratterò d uni altro argomento che è stat oggetto di analoga grande attenzione nel tempo da parte mia: lo IOR. Ho scritto decine di articoli al riguardo. E' sufficiente cercare nel mio blog i post etichettati "IOR", metterli in ordine cronologicamente ed appare evidente, così mi sembra, quale è la mia linea di pensiero al riguardo.
Leggo che papa Francesco, il quale a mio avviso si è assunto il compito di far volare molti stracci e scoperchiare molte pentole della vita della Chiesa, ha decisamente intrapreso una serie di iniziative per far emergere tutte le oscurità presenti nella gestione dell'Istituto. Innanzitutto ha inserito all'interno della struttura dello IOR un suo uomo di fiducia, Monsignor Battista Ricca; subito dopo ha nominato (con un chirografo del 24 Giugno e la forma è importante) una commissione di indagine e di inchiesta costituita da quattro alti prelati, guidati dal cardinal Farina, e una sociologa, la professoressa Mary Ann Glendon. La forma scelta e le persone scelte lasciano presagire un rovesciamento completo del "modus operandi" dello IOR che da una conduzione estremamente opaca dovrà adeguarsi agli "standars" operativi delle banche internazionali. Conseguentemente "salteranno", a mio avviso, il Presidente Von Freyberg, il direttore Paolo Cipriani, il Cardinal Bertone e tutti colori che sono stati favorevoli a mantenere zone di opacità. Verrà probabilmente "riabilitato" l'ex Presidente Gotti Tedeschi, la banca comincerà a pubblicare bilanci e a fine operazione non resterà nulla della banca nella quale per lungo tempo hanno imperversato Marcinkus e De Bonis e, in tempi più vicini a noi, gli uomini di Tarcisio Bertone. E che il bubbone sia grosso da estirpare, viene confermato da una notizia dell'ultima ora. Monsignor Scarano, vescovo di Salerno, è stato arrestato insieme ad un broker finanziario e ad un funzionario dei servizi nell'ambito di una indagine sullo Ior della procura di Roma. Accuse: corruzione e truffa. E non è che l'inizio
Come purtroppo avevo previsto la situazione di Banca delle Marche è ben più seria di quanto finora si sia cercato di far apparire. Ieri sono avvenuti fatti di gravità assoluta. Il Prof. Masera, designato alla carica di Presidente, non si è presentato, avanzando pesanti critiche sulle mancate garanzie per l'aumento di capitale di 400 milioni. Inoltre Francesco Cesarini, personaggio di peso avendo guidato Borsa spa e Banca Popolare di Milano, ha dato le dimissioni dal Consiglio di Amministrazione. Che due personaggi del calibro di Masera e Cesarini di fatto "fuggano" può significare una cosa sola: che Banca delle Marche è un letamaio dal quale tutte le persone pulite fuggono precipitosamente.Ora l'ipotesi più probabile è il commissariamento. E nessuno che vada a cercare i responsabili dello sfascio: il Consiglio di Amminisrazione precedente e l'ex direttore generale Massimo Bianconi.
La complessa vicenda di Banca delle Marche alla ricerca di nuovi equilibri è giunta alla stretta finale.
Oggi 27 Giugno l'assemblea dei soci rinnoverà il CDA e il prof. Masera verrà nominato presidente. Nel frattempo i sindacati hanno interrotto gli incontri con l'azienda in merito alla definizione del piano industriale. Si oppongono alla esternalizzazione dei servizi informatici, alla vendita di Cassa di Risparmio di Loreto e ad una logica di dismissione del patrimonio. Ma, soprattutto, chiedono con forza che vengano rese note le risultanze dell'incarico conferito allo studio Erede, Bonelli, Pappalardo cui era stato conferito il compito di verificare se ci fossero responsabilità dirette del CDA. dell'ex direttore generale e di eventuali altri soggetti, nella situazione di gravissimo buco finanziario emersa in questi ultimi mesi. Finalmente una iniziativa appropriata. Perché non si può chiedere a nessuno, né alle Fondazioni né al mercato (clienti/soci) né ad un eventuale investitore esterno, di mettere sul piatto almeno 400 milioni di euro senza avere chiaro cosa e chi ha determinato la situazione di sostanziale "decozione" della banca in assenza di interventi massicci. E' tempo che nel nostro Paese si ritorni a verificare responsabilità e meriti e si ponga fine a quella specie di "corsa all'oro", scomposta e senza controlli, che sono stati gli ultimi vent'anni.
Ogni tanto mi trovo a pensare che se fossi vissuto in Grecia intorno al quinto, quarto secolo avanti Cristo, probabilmente di mestiere avrei fatto "l'oracolo", cioè colui che vaticina. A Delfi o a Delo (piccolissima isola al centro delle Cicladi che durante il periodo di maggior splendore della civiltà greca fu adibita esclusivamente a luogo di culto con la presenza di numerosissimi templi dedicati alle maggiori divinità dell'olimpo greco) Apro una parentesi: a me piace l'autoironia e come l'apprezzo negli altri così spero la apprezzino gli altri quando la uso io. In particolare con un post del 24 Gennaio 2013 facevo il punto della situazione sul rischio derivati nei nostri conti pubblici richiamando i numerosi articoli che avevo scritto sull'argomento. E paventavo che la "politica" di scarsa trasparenza adottata negli ultimi venti anni e di operazioni "ardite" messe in piedi per presentare una immagine dei "conti" migliore di quanto in verità non fossero, nascondessero amare sorprese. In punto i mezzi di informazione danno ampio risalto ad una relazione del Ministero dell'Economia alla Corte dei Conti nella quale si parla di un rischio potenziale di 8 miliardi di euro su alcuni derivati stipulati negli anni '90 - direttore generale del tesoro Mario Draghi - e ristrutturati nel 2012. Al riguardo ricordo che il 2 Gennaio 2012 sono stati versati alla Morgan Stanley - senza alcun rilievo da parte dei servizi di informazione- 3,2 miliardi di dollari (2,5 mld di euro) per chiudere un derivato stipulato negli anni '90 da Draghi. Io mi auguro che il rischio si limiti a quei 8 miliardi max di cui parla la relazione. Ma siccome sono portato a "pensar male" e tenuto conto che i derivati nel portafoglio del tesoro ammontano a 160 miliardi, non mi meraviglierei se uscissero altre sorprese.
Ho rilevato con una certa sorpresa che nell'ultima settimana il mio post "L'Esprit des lois" del 10 Marzo 2011 è stato visualizzato 24 volte.
Sorpresa perché segnala, forse, almeno nel piccolo del mio spazio comunicativo, una ripresa di attenzione nei confronti dei principi fondamentali delle moderne democrazie.
Forse ci si comincia a render conto che un Paese non può pensare di restare nel novero dei paesi di vertice se non recupera un rapporto forte con i princìpi, con i valori, con le idee forti.
Io la leggo così e mi fa piacere segnalare la cosa. GUTTA CAVAT LAPIDEM e ciascuno di noi può portare la propria goccia. Tante gocce fanno un mare.
Chi mi conosce e chi mi legge sa che ho sempre sostenuto l'azione di Romano Prodi nei vari incarichi istituzionali ricoperti dal professore nel tempo. Ed ho sempre ritenuto che Prodi fosse la migliore risorsa del Paese per ricoprire la carica di Capo dello Stato nell'attuale momento storico-
E questo non perché consideri il Professore chissà quale uomo mandato dalla provvidenza a risolvere i problemi del Paese, ma perché è uno dei pochi uomini politici del nostro Paese, forse l'unico, che ha ancora ben chiaro cosa voglia far politica; fare politica, lo ribadisco per l'ennesima volta, significa semplicemnte "essere al servizio della POLIS". Con le competenze necessarie - aggiungo - per ricoprire gli incarichi che la POLIS conferisce.
E quale fosse, quale sia, la statura morale del Professore, emerge nitido dalla breve lettera che ha inviato al Corriere della Sera che ha titolato "La mia partita è finita. Ora lascino anche altri". Una lettera di poche parole, piena di dignità, di senso dello Stato, una lettera piena di ETICA.
Non voglio commentare nemmeno un passaggio, rischierei di sciuparla,
Solamente un "grazie", sincero, sentito, forte, al Professore per quello che mi ha dato 45 anni fa e per l'insegnamento e l'esempio di questa ultima stagione.
Anche la mia partita è finita, come quella dell'amico Antonino Pistritto, che mi legge sempre con attenzione. Anche noi abbiamo ritenuto non ci fossero le condizioni per rinnovare nel contesto attuale la nostra adesione al Partito Democratico. Partito Democratico che, comunque, rimane fondamentale e centrale per la difesa dei valori di democrazia del nostro Paese e unico a poter assumersi l'onere di condurre il vascello Italia nella attuale fase storica.. Ma necessita, il Partito Democratico, di profonde riflessioni perché possa svolgere con efficacia la sua "mission"
GOD SAVE ITALY la Democrazia e tutti quelli che amano sinceramente il nostro Paese.
I francesi usano una bella espressione per indicare il libro che sentono loro più vicino in un certo periodo della loro vita o il libro che, in assoluto, accompagna la loro vita intera. Lo chiamano "livre de chevet", il libro da capezzale. Chevet, infatti, è il nostro capezzale.
Il mio "livre de chevet" è, da quando l'ho scoperto, tanto tempo fa, MEMORIE DI ADRIANO di Marguerite Yourcenar.
Adriano è l'imperatore romano del secondo secolo nel corso del quale ROMA raggiunse il massimo della sua espansione territoriale e si affermò definitivamente come potenza egemone.
Roma che, dopo le guerre civili del primo secolo a.c., il passaggio al regime imperiale con Augusto a cavallo dell'era cristiana, l'affermarsi convulso del nuovo regime con i primi imperatori della dinastia claudia (Tiberio 14-37), Caligola (37-41), Claudio (41-54), Nerone (54-68) e della dinastia flavia : Vespasiano (69-79), Tito (79-81) Domiziano (81-96), trovò in alcuni imperatori di origine spagnola la guida per l'affermarsi definitivo della romanità e della "pax romana"Non a caso uno dei capitoli del libro ha titolo "Tellus stabilita"
Li voglio ricordare uno per uno:
- Traiano (98-117) che con una serie di guerre portò l'espansione dell'impero al suo massimo
- Adriano 17-138 che completò l'opera di Traiano
- Antonino Pio (138-161)
- Marco Aurelio (161-180) l'imperatore filosofo sotto il quale Roma raggiunse l'apice del suo predominio politico, militare ma anche del suo predominio etico e culturale
- con Commodo (180-192), l'ultimo imperatore della dinastia, inizia la decadenza di Roma che in tre secoli portò al disfacimento definitivo dell'impero culminato nella resa dell'ultimo imperatore, Romolo Augustolo, che nel 476 fu deposto da Odoacre, il primo dei governanti di barbara origine.
La Yourcenar immagina che Adriano, giunto al termine della sua esperienza terrena, scriva al nipote Marco, il futuro Marco Aurelio, mettendosi a nudo e facendo un bilancio con se stesso della sua vita, delle sue opere, dei suoi giorni.
Il fascino che trovo in questo libro risiede nella capacità introspettiva della scrittrice che con uno stile asciutto, che non indulge ad alcuna ricerca di effetto, ripercorre con lucidità l'esperienza di vita dell'imperatore, che è l'esperienza di vita di ognuno di noi- E' un libro sulla vita, è un libro sulla morte e di come ciascuno si pone davanti alla vita e davanti alla morte.
Non voglio entrare nei dettagli ma sarei felice se riuscissi che uno solo di voi che mi leggete leggesse la Yourcenar. Mi limiterò a sottolineare tre passaggi, anche se mi rendo conto che, decontestualizzati, perdono parecchia della loro efficacia. - come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte - Ciò non pertanto, sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata. ed infine i versi per i quali il libro è identificato Animula, vagula, blandula Hospes comesque corporis, quae nunc adibis in loca Pallidula,rigida, nudula, Nec, ut soles,dabis iocos Come si può vedere non c'è nulla della speranza cristiana, non c' la resurrezione di cui Paolo fa il centro del tutto, l'anima di ciascuno di noi sarà sola e smarrita al momento e i luoghi verso cui è diretta sono freddi e incolori. Così Adriano, così la Yourcenar, così io. Mi sono sempre sentito più incline alle soluzioni basate sulla razionalità, sulla realtà dei fatti e non sulle ilusioni, perchè "siamo fatti della stessa sostanza della quale sono fatti i sogni"................ non lo dico io, l'ha detto lui.
E se poi volete proprio che mi accompagnino le note di un requiem, scegliete quello di Gabriel Faurè. Niente "dies ira" ma "only light and peace, please. Thank you.
Chi mi segue sa che per lunghissimo tempo ho commentato regolarmente i dati sul debito pubblico che Bankitalia fa uscire mensilmente con il supplemento al bollettino.
Non lo sto facendo più perché trovo esercizio inutile commentare un dato complessivo( a fine Aprile il debito ha toccato i 2041 miliardi, nuovo record assoluto) la ripartizione dello stesso (in maggior parte BTP - 1.551 miliardi a fine Aprile), i "detentori" dello stesso ( i non residenti detenevano a fine Aprile 722 miliardi) dati che vengono riportati alle tavole 4-5-9. La tavola 9 è di recente istituzione ed integra bene i dati delle tabelle 4 e 5.
I dati sono interessanti ma limitarsi ad una lettura degli stessi è un esercizio inutile se Banca d'Italia, Ministero dell'economia e ISTAT non ci dettagliano quali sono le voci di spesa che incidono di più nel formarsi del debito. dove sono le zone critiche del bilancio dello Stato, dove le resistenze al contenimento della spesa. Lo Stato assorbe ogni anno la cifra enorme di 800 miliardi di euro. Possibile non esista un documento di sintesi anche per i non addetti ai lavori dal quale ricavare un quadro più chiaro del bilancio dello Stato? Ma forse c'è e sono io a non conoscerlo.
Il Consiglio di amministrazione della banca ha deliberato ieri di sottoporre ad una assemblea straordinaria dei soci un aumento di capitale a pagamento di 300 milioni, da effettuarsi rigorosamente entro il corrente anno, mediante emissione di azioni ordinarie da offrire in opzione agli azionisti. Inoltre al Consiglio di amministrazione è stata data facoltà di proporre un ulteriore aumento fino a 100 milioni mediante emissione di azioni o di obbligazioni subordinate convertibili "in relazione ad ulteriori esigenze di rafforzamento patrimoniale dovessero manifestarsi"
Tutto secondo quanto previsto; l'aumento sarà di 400 milioni (evidentemente sono state scoperte nuove falle),sarà fatto in Settembre e i soldi verranno chiesti ai piccoli azionisti clienti.
La situazione in Banca delle Marche è interlocutoria. C'è un intenso lavorio per individuare un Presidente dal prestigio indiscusso che possa far "digerire" al mercato, cioè ai clienti/soci di BDM, l'aumento di capitale necessario ad evitare il commissariamento della banca.
Il Presidente dovrebbe essere Rainer Masera, dal curriculum perfetto per l'incarico. Professore universitario e ai vertici di San Paolo, unisce esperienza pratica al necessario approccio tecnico.
Il problema, però, non è il Presidente ma i 300 milioni di aumento di capitale che Bankitalia ha giudicato cifra minima per mettere in sicurezza l'Istituto. Dato per scontato che le Fondazioni non hanno liquidità per intervenire, considerato che forze politiche, massoneria e sindacati non vogliono che la banca perda la sua autonomia (da loro, secondo me), i 300 milioni non possono che metterceli i marchigiani. Vi diranno che sarebbe una sciagura se la banca cadesse in mani non marchigiane, che BDM è troppo importante per l'economia marchigiana perché si possa correre il rischio che decisioni in merito al sostegno creditizio alle imprese della regione possano essere prese da persone o da aziende non legate al territorio, i sindaci vi confermeranno che sono sempre pronti a "metterci la faccia" (ma quanto vale?). Tutto vero, in linea di principio, ma ricordatevi che ve lo dicono le stesse persone e gli stessi enti che vi hanno detto, per più di dieci anni, che tutto andava bene e che il direttore generale era un fulmine di guerra. E ricordatevi che Consiglio di Amministrazione e Direttore Generale sono responsabili in solido di una gestione che ha prodotto i risultati sotto gli occhi di tutti, gestione caratterizzata non solo da errori "tecnici", ma da comportamenti in chiara violazione di norme civili e penali. Ricordatevi, rifletteteci e poi prendete le Vostre decisioni. Io non posso prenderle per voi. Con ciò rispondo anche alle numerose persone che mi hanno chiesto via mail condigli sul da farsi.
Dopo un fine settimana gradevolissimo passato in terra di Sabina, precisamente a Monteleone Sabina, al matrimonio di uno dei cugini di Milena, Claudio, sono tanti i temi meritevoli della maggiore attenzione. La 7, della quale apprezzo soprattutto l'ottimo livello di approfondimento dei temi economici e politici, ha destinato la settimana scorso una intera serata a "Luigi Bisignani", del quale ho iniziato a leggere e commentare il libro appena uscito per la casa editrice "Chiare Lettere"; un'altra serata è stata dedicata alle turbolenze che caratterizzano l'attuale fase della vita del Vaticano. Sempre aperto rimane il problema Banca delle Marche; un po' di attenzione va dedicata al debito pubblico e il governo Letta deve cominciare a dare le prime risposte concrete. Silvio non si smentisce mai e le sue dichiarazioni sul "chi se ne frega se sforiamo" (che richiamano un "me ne frego" di non lontana memoria) sono da incastonare. Un prefetto si è "arrubbato" 10 milioni di euro e la FIAT ha avuto un calo di vendite in Maggio di quasi il 12%. Insomma siamo in piena "normalità" anche perché il collo mi fa male.
Quando il sole sorgerà, tra la Grigna ed il Resegone, il giorno sarà già vecchio per me.
Così ho pensato di dedicare tre pezzi della voce italiana più apprezzata al mondo a tutti coloro che mi onorano di leggermi, in particolare a tutte quelle e tutti quelli per le quali la notte non porta sollievo. Ed aggiungo un quarto pezzo di una nostra cantante che apprezzo molto
Papa Francesco fin dal suo insediamento ha inviato chiari segnali circa la sua ferma intenzione di combattere corruzione, corruzioni e zone d'ombra in Vaticano. Del resto il Papa è ancora giovane, è pieno di energie ed ha la capacità di capire al volo le cose, soprattutto se si tratta di cose non trasparenti e discutibili.
E nei giorni scorsi ha cominciato a concretizzare la sua azione con due mosse legate tra di loro:
- da un lato è stato fatto trapelare che lo IOR pubblicherà a partire da quest'anno i suoi bilanci. Lo IOR, lo rammento, è la banca vaticana che fino ad ora è stata una delle organizzazioni più opache del panorama finanziario internazionale, non ha mai pubblicato un bilancio ed è tuttora compresa nella black-list dei paradisi fiscali. E lo IOR non è cambiato molto dai tempi in cui erano Monsignor Marcinkus e Monsignor De Bonis ad avere piena libertà di manovra. Anche negli anni successivi la gestione è stata improntata alla massima "riservatezza" così come è stato voluto in questo ultimo lasso di tempo dal cardinal Bertone e eseguito dal direttore generale Cipriani , entrambi legati ad una corrente di pensiero, chiamiamola così, riconducibile all'asse Geronzi-Berlusconi. Un'altra corrente di pensiero, favorevole ad un progressivo allineamento agli standard comunicativi del settore, faceva capo al Presidente Gotti Tedeschi che è stato annientato.
- dall'altro nel corso di un incontro con alti prelati argentini ha parlato di evidenti problemi di corruzione tra le mura vaticane e di una lobby Gay che ostacolano il cambiamento in curia.
Sono passi importanti ma non è che non fossero emerse già da tempo queste problematiche.
Gian Luigi Nuzzi ha pubblicati due libri di successo: "VATICANO SPA" e "SUA SANTITA' , i mezzi di informazione hanno trattato spesso le suaccennate problematiche, questo BLOG ha trattato in numerosi post l'argomento. Ho scritto sullo IOR e sul Vaticano parecchi articoli. Basta cercare l'etichetta IOR e li trovate tutti.In particolare rimando chi fosse interessato ai post del 24,9.2010 - 26.9.2010 - 21.10.2010- del 16.2.2013 dal titolo "Le dimissioni di Benedetto XVI"- del 6.7.2012 nel quale commentavo il libro "Sua Santità" di Nuzzi. E' da leggere, secondo me, anche il post del 7.3:2012 dal titolo "Marco Simeon- Chi era costui". Da domani riprenderò a parlare del libro di Bisignani anche alla luce della trasmissione che "la 7" ha dedicato stasera al controverso personggio. Perché tutto è collegato, tutto si tiene ed il collante che lega tutto è una semplice parola: POTERE
Io sono nato ad Ostra il 15 Settembre 1947. Ostra è un borgo di impianto medioevale di poco più di 6.000 abitanti sito nell'entroterra di Senigallia, provincia di Ancona, e poggia su una collina di circa 200 metri di altezza sul livello del mare. Mio padre e suo fratello gestivano, quando sono nato, un lanificio di lana cardata fondato da mio nonno; poi si sono trasformati in commercianti. Da Ostra sono "venuto via" a 19 anni, non vi ho più risieduto stabilmente ma non ho mai perso i contatti con la terra dove ho le radici. Un mio amico di infanzia, Piergiovanni Antici, ottimo pittore formatosi a Brera, ha avuto qualche mese fa una idea che si è rivelata quanto mai felice. Ha creato su FACEBOOK un Gruppo identificato come al titolo che si è man mano arricchito di sempre nuovi iscritti (al momento siamo 563) che hanno portato il loro contributo alla costruzione del Gruppo con materiale fotografico, video, documenti, aneddoti, che hanno fatto emergere nitidamente l'evoluzione della vita della comunità nel dopoguerra. Per la mia generazione, in pratica, l'intera nostra vita si è srotolata davanti ai nostri occhi facendo emergere dal profondo i ricordi del più lontano passato, voci e volti che hanno animato il nostro vissuto. Un modo intelligente, adeguato ai tempi, per tenere contatti, conservare memoria, riaffermare identità. Complimenti, Nanni, e saluta tutti da parte mia.
L'ultimo numero di "Cronache Maceratesi" contiene un articolo ben scritto ben fatto ben documentato sulla situazione di Banca delle Marche a firma Marco Ricci. Il "cuore"del'articolo è questo: la Banca d'Italia alla luce di ulteriori elementi di valutazione sembra aver richiesto un aumento di capitale di 300 milioni e tutto cash. Ora, le fondazioni non hanno liquidità per sottoscrivere la loro quota, il "territorio" è rimasto "scottato" e non ce la fa, rimane una sola alternativa, quella di una banca non marchigiana che toglierà le castagne dal fuoco e toglierà "governo" a chi ha amministrato finora, mi sembra con risultati perlomeno discutibili. Ma non ci sono altre soluzioni, come del resto avevo già scritto in alcuni precedenti post. E prendo spunto dal commento critico all'articolo di Ricci fatto da uno dei lettori di cronache maceratesi per il quale ci sarebbe stato un complotto da parte di Bankitalia per sottrarre la banca ai marchigiani per invitarlo a riflettere. Non c'è nessun complotto di Bankitalia, alla quale si può rimproverare, come in molti altri casi, di essersi accorta in ritardo di ciò che stava accadendo all'interno dell'Istituto, di aver dato per l'ennesima volta il "nulla osta" alla nomina di un Direttore Generale moralmente non idoneo a guidare la banca, di non aver vagliato le nomine nel CDA e di non aver "vigilato" come era suo dovere istituzionale fare. Ma se è successo quello che è successo è perché Voi soci, clienti, opinione pubblica marchigiana avete sempre guardato alle apparenze di BDM e poco alla sostanza. E adesso è tardi per intervenire a difesa della"marchigianità" dell'Istituto. Non è importante sapere se BDM rimane "marchigiana" o meno. E' invece estremamente importante che essa sia guidata da persone oneste e capaci.
Oggi è il compleanno di Stefania La Morella. Stefania è la nostra dirimpettaia al 27 di via Fagnano. Compie i suoi primi quaranta anni (una volta si diceva che alle donne non si doveva mai chiedere l' età, ora con Facebook o con il codice fiscale........)
Vogliamo solo dirle che le vogliamo bene come vogliamo bene a tutta la sua famiglia
Alberto e Milena
E gli auguri li facciamo anche attraverso "l'adagietto" della quinta di Mahler
Il Partito Democratico sembra sempre di più un bel fiore che sta rapidamente appassendo e che perde ogni giorno alcuni dei suoi petali. Dopo Francesco Guccini, il segretario del circolo bolognese della "Bolognina", dopo il disimpegno di fatto di Romano Prodi, ora anche Marco Follini ha annunciato la sua uscita dal Partito. Marco Follini si è sempre riconosciuto in posizioni cristiano sociali e quando ci fu da scegliere tra l'UDC con Casini, allora alleato di Berlusconi, e uno schieramento cristiano sociale che poi sarebbe confluito nel PD, scelse quest'ultimo. Era stato tra i primi a capire la pericolosità dell'avventura berlusconiana e tra i primi a mettere ostacoli alla diffusione dei princìpi, dei valori, dei pratici comportamenti del verbo berlusconiano. Negli ultimi tempi si era appartato sempre di più ed era mediaticamente scomparso. Il suo ritorno non può che far piacere perché Follini appartiene alla ristretta cerchia di politici che ha visione lunga e chiarezza di idee e che può essere utile al Paese: concretamente, pragmaticamente e con forte radicamento nelle coscenze.
Da qualche giorno non scrivo su Banca delle Marche, sostanzialmente perché la situazione è di stallo in attesa dell'assemblea di fine Giugno che dovrà deliberare in merito alla sostituzione di Lauro Costa nella carica di Presidente di BDM.
Peraltro, seguendo le vicende di BDM da lontano fisicamente ma da vicino emotivamente, mi formo delle opinioni che si avvantaggiano della lontananza del mio punto di osservazione- In punto apprendo dalle cronache locali che crescono le quotazioni come possibile Presidente di BDM del prof. Mario Baldassarri. In linea teorica, una candidatura ineccepibile: Il prof. Baldassarri è nato a Macerata, quindi è del tutto omogeneo al territorio. E' nato nel 1946 ed è quindi relativamente giovane e ancora pieno di energie. E' socio autorevole della Fondazione CARIMA, ha un eccellente "curriculum" accademico. Dopo la laurea ha studiato all'M.I.T., insegna economia politica nelle università da oltre 40 anni , ha una solida esperienza politica nelle file della destra e infine del PDL, è stato viceministro dell'economia più volte, è massone - non lo neghi, professore - cosa che a Macerata e a Firenze non guasta. Perché Firenze? Ma perché a Firenze operava come capo dell'area finanza del Montepaschi suo nipote, Luca Baldassarri, massone anche lui e salito recentemente agli onori, si fa per dire, delle cronache quando è stato arrestato a più riprese con l' accusa di essere, nella sua qualità di responsabile dell'area finanza del Montepaschi, a capo di quella associazione (a delinquere, dicono i magistrati) che prendeva una percentuale(del 5% si dice) su tutte le transazioni finanziarie che "metteva in piedi" sulla piazza di Londra o su altre primarie piazze finanziarie mondiali. E, guarda caso, c'è un ennesimo "fil rouge" che lega massoneria, vicende del Montepaschi e vicende di Banca delle Marche (rossi o azzurri, per me pari sono, direbbe il "Don Giovanni" di Mozart). Il prof. Baldassarri è uomo di mondo ed ha già messo le mani avanti (io, se fossi in lui, le metterei anche dietro) , schernendosi che lui, di Banca delle Marche, sa poco, (professore, guardi che a dir le bugie si va all'inferno) e ponendosi la domanda retorica se non sia il caso di verificare se Banca delle Marche è ancora "del territorio", visto che il 70% degli impieghi è stato fatto con operatori del settore immobiliare operanti fuori regione, in primis a Roma. Da parte mia mi limito ad una semplicissima osservazione; premesso che nemmeno Eschilo è mai arrivato a sostenere che le colpe dei nipoti debbano ricadere sugli zii, chi glielo fa fare, professor Baldassarri, ad accettare una carica che scatenerebbe le critiche di vasti settori di opinione pubblica, che la costringerebbe a rallentare i suoi impegni romani. Eppoi, professore, non c'è mica bisogno di un'ulteriore conferma che il nostro paese - stavolta lo scrivo in piccolo - è l'iperuranio dell'inciucio. Abbiamo i Letta, Letta il vecchio e Letta il giovane, Baldassarri lo zio(nero) e Baldassarri il nipote(rosso) Colaninno padre, di qua, Colaninno figlio, di là. Siamo "bipartisan", come suolsi dire con forbita espressione "up date". La differenza non è tra destra e sinistra ma tra chi "c'è" e chi "non c'é" Questo lo dico soprattutto ai numerosi amici marchigiani che mi scrivono accorate mail private. "Non ci abbandoni" "tenga accesi i riflettori sulle nostre vicende" "lei è l'unico che ci fa capir le cose" Io non vi abbandono, amici miei, continuerò ad esprimere le mie opinioni come ho sempre fatto anche perché, lo debbo confessare, mi diverto e siccome invecchiando si ritorna un po' bambini mi piace ritrovarmi nel ruolo del bambino di quella favola che alzò la manina e disse ".......ma il re è nudo" Io non vi abbandono ma anche voi........datevi una mossa, come si suol dire - con felice espressione - nella nostra, e sottolineo nostra, terra.
Leggo su "Il fatto Quotidiano" che l'avvocato Ghedini avrebbe paragonato la sorte di Silvio nostro a quella di Luigi XVI; entrambi perseguitati da giudici rabbiosi e prevenuti che hanno fatto salire Luigi XVI al patibolo e preparano analoga sorte all'uomo della Provvidenza targato Arcore. Voglio fare una precisazione. Nulla osta da parte mia a che Ghedini utilizzi Luigi XVI in tutte le forme e in tutti i contesti. Siccome so, però, che questi del PDL hanno in genere idee piuttosto confuse sui periodi storici, vorrei ricordare che l'avvocato Ghedini non può in alcun modo utilizzare LUIGI XIV perché su LUIGI XIV ho io il copyright. A tale riguardo informo che al torneo "Dr. Why" conclusosi ieri sera al "Billiard Cafè", LUIGI XIV è arrivato secondo dopo aspra e leale lotta con i migliori giocatori della Provincia di Varese. L'unico motivo di rammarico il fatto che a vincere è stato ................................BUNGA BUNGA al quale faccio i miei più sinceri e leali complimenti.
Non sono tra quelli che dicono: "siccome la situazione economica del Paese è drammatica, ogni altra discussione che non sia legata a temi strettamente economici è del tutto secondaria". Si possono, a mio avviso, affrontare le problematiche contemporaneamente se si è all'altezza di farlo.
Ebbene, ora il dibattito istituzionale ha come centrale il tema della figura del Presidente della Repubblica, della sua elezione, dei suoi poteri.
Domenica a Bologna si è svolta una manifestazione importante "in difesa della Costituzione", una manifestazione alla quale per cento motivi avrei voluto partecipare anche per la stima che nutro nei confronti di coloro che sono stati chiamati a parlare (Rodotà, Zagrebelsky, Bachelet , Camusso, Landini, Saviano, Sandra Zampa, che non ha parlato ma di cui conosco le posizioni)
Sul Corriere della Sera di ieri è apparso un articolo di tale Giovanni Belardelli (ma chi è costui?) nel quale si esprime un giudizio sarcastico nei confronti dei partecipanti e della loro netta intransigenza a cambiare l'assetto istituzionale delineato dalla nostra Carta Costituzionale. Una prima osservazione: "Caro Belardelli, prima di usare il tono che lei ha usato nei confronti di persone che volano talmente alto rispetto a lei che mai potrà incrociarli, ci pensi bene, ci pensi bene, altrimenti corre il rischio di fare una figura........da cioccolataio......come si suol dire, con felice espressione, a Milano.
Dunque sta facendo breccia tra le forze politiche l'idea che un "semi presidenzialismo alla francese" con elezione diretta del Capo dello Stato, sistema elettorale maggioritario a doppio turno, sia l'assetto valido non solo per la Francia ma anche per noi.
Il PDL, o meglio l'arcorauta, è da sempre schierato per questa soluzione e questo non meraviglia. Ma l'idea sta facendo breccia anche in altri settori: si è dichiarato favorevole Veltroni, e questo non meraviglia più di tanto, Epifani....... e anche qui si può capire, Letta il Giovane, detto la testa d'ariete, di fatto si è già schierato in tal senso e non meraviglia; ne avrà parlato con lo zio. Ma che tale soluzione sia stata fatta propria anche da Romano Prodi, questo non lo capisco.
Egregio Professore, Lei sa quanto io la stimi, ma stavolta non la capisco. Comprendo benissimo che il voto segreto della carica dei 101 (mentecatti, dico io) non riesca a digerirlo ma Lei è lei, mi risulta che i Prodi siano un ramo cadetto dei Marchesi del Grillo........per cui...........non lo dimentichi mai e vada avanti come ha sempre fatto.
Noi non siamo la Francia. La Francia ha avuto Diderot, D'Alembert, l'Enciclopedia, Voltaire, la Francia ha fatto la sua rivoluzione nell' 89 avendo come punto di riferimento "les principes", come bussola di orientamento "liberté, egalitè, fraternitè", la Francia è uno stato laico da sempre ( se non da sempre almeno dal 1648, fine della guerra dei trenta anni) e "democratico dalla morte di Luigi XVI.", con il breve intervallo napoleonico.
Noi della rivoluzione francese al massimo abbiamo preso "gli straccioni di Valmy" di cossighiana memoria, noi siamo andati dietro come i topi di Hamelin a Benito Mussolini, che almeno una sua certa qual grandezza l'aveva, a Silvio Berlusconi nel quale sinceramente non riesco a trovare alcun elemento di grandezza.
Ma se li immagina gli italiani a votare la scelta diretta del Capo dello Stato? Quegli italiani i cui nonni a Napoli votavano per Achille Lauro che dava loro una scarpa sinistra prima del voto e che completava con la scarpa destra solo se le elezioni erano andate come voleva lui?
Noi siamo un popolo latino, emotivo, irrazionale (se lo immagina Emanuele Kant vivere ad Afragòla?); basta che uno arrivi in televisione a promettere più gnocca per tutti, abolizione delle tasse, 365 giorni di sole all'anno, una cravatta di Marinella per tutti a Natale, una sera a cena con Briatore ed è fatta. Se poi accanto a sè fa trovare Belem nella parte di Evita. standing ovation. Ci rifletta, professore, ci rifletta, almeno Lei resista.
Per completare una piccola notazione sul livello di molti dei nostri giornalisti. Riporto dall'articolo di "Belardelli chi era costui":" giudizio continuamente riproposto ( quello di opposizione alla scelta diretta- ndr) nonostante la sua inconsistenza sia dimostrata dall'esempio francese ma anche da un ovvio dato storico ricordato da Piero Calamandrei durante i lavori della Costituente e cioè dal fatto che in Italia la dittatura è nata non da un regime di tipo presidenziale, ma da un regime di tipo parlamentare".
E allora? Cosa vuoi dimostrare? Che ci azzecca, direbbe il buon Di Pietro, il desaparecido (sempre meno desaparecido di Oscar Giannino, the last dandy)
Per tirarci su il morale vi allego il primo movimento del concerto n.4 per pianoforte di Rachmaninov. Al piano Arturo Benedetti Michelageli, un tipino mica tanto mallleabile........ in un concorso con elezione diretta a pianista dell'anno non avrebbe mai vinto .................ma era Benedetti Michelangeli
Ho letto i primi due capitoli, il primo "Il potere della politica", il secondo "Il potere della Chiesa"; due poteri forti , anzi i più forti. E che cosa ne vien fuori? Aria fritta. Acqua calda. Non c'è un solo passaggio in cui la testimonianza di Bisignani porti qualcosa di nuovo, non c'è un solo momento in cui il lettore non abbia la sensazione di leggere delle banalità.
Il giornalista fa le domande, Bisignani risponde, ma gli argomenti sono così marginali che si ha la sensazione che il nostro uomo ci stia prendendo in giro. Apprendiamo, è vero, cose di cui non avevamo conoscenza: per esempio che Berlusconi non sopporta l'aglio e che il suo piatto preferito è la tagliata, che ama regalare cravatte e foulards di Marinella (anche io di tanto in tanto ne compero qualcuna nel negozio in fondo a via Magenta dove la via incrocia via Meravigli; mi fanno in genere uno sconto del 10% per cui le pago 90 euro) che papa Francesco tifa per la squadra del San Lorenzo de Almagro. Inoltre apprendiamo che il papa a fine pasto beve sempre un "mate", una bevanda argentina conosciuta come il tè dei gesuiti. Inoltre, e questa ci mancava, apprendiamo che il cardinale Bertone da giovanissimo giocò terzino nella squadra dell'oratorio Valdocco di Torino. A parte ciò una serie di episodi, anche minimi, che lo vedono aver conosciuto questo o quest'altro. A questo punto ritorna la domanda. Quale la finalità del libro-intervista? Io vedo tre possibili motivazioni: a) prima ipotesi: il nostro ha bisogno di un po' di denaro ed ha ritenuto che pubblicando un libro intervista tanti, tra cui io, incuriositi dalla fama dell'autore di essere al centro di mille intrighi e di mille crocevia, l'avrebbero comperato a scatola chiusa. b) seconda ipotesi: il nostro vuole attraverso il libro lanciare messaggi a chi sa lui. Guardate che io so tutto, conosco tutto e tutti e ho una particolare predisposizione ad interessarmi di quello che c'è dietro la facciata di ognuno. Io faccio il bravo, mi limito a raccontare aneddoti ed episodi di nessun conto, ma anche voi fate i bravi che........è meglio anche per voi c) terza ipotesi: Bisignani conosce tutti e tutto, questo è vero, ma in fondo si è limitato ad essere partecipe della sola superficie dei tanti personaggi con i quali è venuto in contatto, cioè - in definitiva - non ha mai contato niente. Sono curioso di vedere come evolve il libro, e quale di queste ipotesi sia quella valida oppure se c'è un'altra chiave di lettura Continua....
Ho comperato il libro intervista di Paolo Madron, giornalista già vicedirettore di Panorama ed attualmente direttore del giornale on line "Lettera 43.it," a Luigi Bisignani.
Editrice la "Chiare Lettere"- una giovane casa editrice che ha scelto come suo ambito specifico la pubblicazione di libri inchiesta e di libri che hanno per oggetto il "dietro le quinte"- costo euro 13.
Ho letto che nel primo giorno di uscita ha venduto 10.000 copie, tra le quali la mia. Evidentemente il personaggio interessa e ci si aspettano rivelazioni pepate, visto che Bisignani è stato definito da Berlusconi "l'uomo più potente d'Italia" (non esageriamo) e da Gianni Letta, Letta il vecchio per distinguerlo dal nipote Letta il Giovane, "l'uomo più conosciuto che io conosca". Anche qui un po' di esagerazione.
In effetti Bisignani, nato nel 1953, vivendo da sempre a Roma, facendo di mestiere il giornalista( ha lavorato all'ANSA, a Panorama, all'Espresso) e avendo particolare attitudine a coltivare rapporti, è una persona che negli ultimi quaranta anni ha conosciuto praticamente tutti nel mondo politico, ecclesiastico, economico finanziario, giornalistico; e siccome - questo è il mio parere - gli altri cambiavano e si avvicendavano mentre lui era sempre lì, è finito per apparire più importante di quello che in effetti non sia e i nuovi arrivati a Roma, fossero politici, alti gradi militari, uomini di banca e di finanza, imprenditori o managers,hanno sempre fatto a gara per conoscerlo e poter dire: "sì, lo conosco anche io" Per tutta la vita Bisignani ha preferito non apparire, ha coltivato l'understatement, per cui mi sono chiesto." perché proprio ora va a pubblicare un libro"? e con quali finalità? Cercherò di scoprirlo , insieme a voi..
Comunque, per tornare al protagonista, la definizione che Bisignani preferisce di se stesso è "stimolatore di intelligenze" che sembrerebbe essere stata coniata da un cardinale e che mi sembra appropriata.
Il libro ha per oggetto il "potere" e, dopo un incipit piuttosto lungo costituito da piccole schermaglie tra il giornalista e lui, è organizzato in capitoli così struturati: "il potere della politica" il potere della Chiesa", "......del Divo", "......della finanza", "......dei servizi segreti", ".........dei media e dei magistrati", " Il potere degli ultimi due" "Conclusione. Il potere del dopo" per terminare con "Il potere dei nomi", un elenco di brevi biografie dei personaggi che il libro cita.
Sono curioso di vedere se ci sono rivelazioni clamorose, episodi inediti, ritratti di personaggi pubblici che tutti conosciamo con sfumature e dettagli non conosciuti. Vedremo.
Su "La Repubblica" di oggi c'è un bellissimo editoriale di Massimo Giannini che vi segnalo e che condivido pienamente. L'articolo commenta la relazione annuale del governatore della Banca d'Italia. Giannini è forse il giornalista che stimo di più; ne apprezzo la "chiarezza" con cui affronta i temi che tratta, in genere temi economici, la lucidità, la pacatezza, che è indice di forza, lo stile asciutto e che non indulge minimamente alla ricerca dell'effetto. Ne condivido praticamente sempre le analisi ed i giudizi.
Il governatore Visco, con il suo stile ancora più asciutto, ha messo il Paese di fronte alla realtà di una situazione che è oggettivamente drammatica. Nessuna meraviglia in me, è da tempo che penso, e scrivo, che la nostra "crisi" non è congiunturale ma strutturale e che da troppo tempo manca una guida autorevole per il Paese. Ho scritto anche un libro sull'argomento, che ho intitolato "Sulla crisi e dintorni".
Ed è tragico che, di fronte alla spietata forza dei numeri, le forze politiche continuino imperterrite a fare tutto tranne che "fare politica" che, lo ricordo, significa mettersi al servizio dell'interesse e del bene della "polis". Se la politica non è questo, non è niente. Tutto il resto, come avrebbe detto Franco Califano, è noia.