In alcuni miei precedenti post chiamavo il nostro presidente del consiglio il "beneamato" in quanto vedevo in lui notevoli punti in comune con Carlo VI di Francia, detto le "bien-aimè," che fu re di Francia della dinastia dei Valois dal 1380 al 1422. Figlio di Carlo V e di Giovanna di Borbone, nacque nel 1368 e fu incoronato re a 11 anni nella cattedrale di Reims. Fu conosciuto come "il beneamato" ma anche come "il pazz0" (le fou) da quando, tra i 20 e i 30 anni, cominciò a soffrire di attacchi di psicosi che lo accompagnarono per tutta la vita. Non mi dilungherò nel citare i tanti casi di "comportamenti anomali o bizzarri", chiamamoli così, del re. Mi limito a ricordare che il re portò il suo paese al disastro della battaglia di Azincourt, nel 1415, dove l'esercito francese fu sconfitto da quello inglese di Enrico V. Si era in piena guerra dei cento anni. Nel 1420 il re, totalmente incapace a causa della malattia, firmò il trattato di Troyes il quale riconosceva Enrico V come suo successore, dichiarava suo figlio Carlo un bastardo e cedeva in matrimonio sua figlia Caterina di Valois ad Enrico. Molti, tra cui Giovanna d'Arco, credettero che il re avesse acconsentito a tali patti sotto l'impulso della malattia per cui la Francia non poteva rispettarli. Carlo il beneamato o il pazzo morì di lì a poco, nel 1422, ed è sepolto a Parigi nella basilica di Saint Denis insieme alla moglie Isabella di Baviera.
Io ho sempre trovato delle notevoli assonanze tra il nostro premier e re Carlo. Da qualche settimana non ho più dubbi
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