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martedì 28 settembre 2010

IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

Chi mi segue sa che da tempo metto in evidenza e sottolineo i pericoli insiti nella situazione del debito pubblico che, malgrado i bassi tassi di interesse che rendono meno oneroso in questa fase il finanziamento del debito stesso, i tagli ai trasferimenti dallo stato agli  enti locali, la assoluta mancanza di investimenti in infrastutture e grandi opere, continua a salire incessantemente e a ritmi oltremodo elevati. Rammento che l'ultimo dato disponibile, a finr Luglio, fa ammontare il debito a 1.838 mld.
Conferma che la mia analisi ha una qualche base di logicità  la si trova nella recentissima iniziativa del governo tedesco che ha proposto che il nuovo PATTO DI STABILITA' tra gli Stati mebri dell'Unione trovi fondamento su una politica di estremo rigore nei confronti dei paesi con livelli di indebitamento elevati. Rammento al riguardo che i parametri di Maastricht prevedono che il rapporto deficit complessivo/ PIL non debba superare il 60%. La proposta, elaborata dal ministro delle finanze tedesco e che trova l'appoggio del governatore della Banca Centrale europea, il francese Trichet, prevede che i paesi con un debito superiore al 60% debbano tagliare l'eccesso del proprio debito di un ventesimo all'anno. Per dare concretezza alla disposizione, l'Italia, che a fine anno avrà un rapporto deficit/pil vicino al 120%, dovrà tagliare 3 punti l'anno.( un ventesimo della differenza tra 120 e 60). Considerato che un punto di PIL ammonta a 15,2mld di euro circa, ciò significa che il ministro dell'economia dovrà trovare risorse aggiuntive per 45/mld l'anno. Risorse aggiuntive perchè il bilancio del nostro  Paese, con un  avanzo primario negativo, deve già trovare le risorse per rimborsare gli interessi sul debito pregresso. Le proposte, nel loro complesso, verranno presentate domani dalla Commissione europea, Presidente Barroso, ed esaminate giovedì e venerdi nella riunione dell' ECOFIN, la struttura della quale fanno parte i ministri finanziari  per poi essere discusse nella riunione dei capi di governo prevista per il 28 e il 29 ottobre. La proposta, a livello di sanzioni prevede che, in caso di inadempienza, vengano applicate multe praticamente in automatico pari allo 0,2% del Pil in caso di deficit eccessivo e allo 0,1% del PIL per altri squilibri nella competitività del sistema  paese. Per l'Italia, per la quale valgono entrambe le condizioni, si configurerebbe una sanzione pari allo 0,3% del PIL, in pratica 5/mld di euro.
Per la serie: piove sul bagnato.
Ora non è detto che la proposta tedesca passi nei termini soprariportati; Italia, Belgio, Spagna e gli altri paesi con forte indebitamento cercheranno di alleggerire il quadro complessivo delle misure, ma è certo che la Germania, che è e sarà anche per il futuro la locomotiova del sistema economico europeo, non ha alcuna intenzione di consentire che le regole accettate dai vari paesi al momento dell'entrata nell'euro vengano  sistematicamente disattese.
Questo per il nostro Paese vuol dire una cosa sola: che dovremo aspettarci manovre finanziarie da lacrime e sangue e siccome il governo attuale non mostra alcuna intenzione di colpire a fondo l'evasione fiscale, che la stessa Confindustria ha definito sbalorditiva (cfr mio altro post del 17 settembre) saranno i soliti a pagare, quelli che il fisco non lo possono evadere. Ma siccome questi (pensionati e lavoratori dipendenti) sono già spremuti oltre ogni limite, la conseguenza sarà una ulteriore diminuzione dei consumi interni, con buona pace della da tutti auspicata ripresa economica.
Queste sono le conseguenze di una politica economica di mancato controllo del debito pubblico (cfr mio post intitolato " 2001 - 2010 Bilancio di un decennio" del 19 agosto nel quale riportavo le cifre del debito pubblico a fine 2000 (1.261 mld) e le confrontavo con il deficit attuale, salito nel frattempo a 1.838 mld) e di tartassamento dei soli ceti medi e popolari.
Complimenti signor Presidente del Consiglio e complimenti signor ministro dell'economia: avete oggettivamente creato le condizioni per una società fortemente squilibrata, con intrinseche forti tensioni sociali, ingiusta ed economicamente avete creato le condizioni per un impoverimento di larghi strati di popolazione con effetti deleteri sul fronte dei consumi
I nodi prima o poi vengono sempre al pettine. Come al solito pagheranno i più deboli i quali, paradossalmente, spesso sono i più convinti fans del nostro bien-aimè pifferaio di Hamlin

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