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venerdì 8 giugno 2012

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Qualche amico mi ha detto: ma non scrivi più di conti dello Stato, non ci dici quale è la tua opinione al riguardo,  non ci dici come la vedi, in parole povere.
Vero, è da qualche giorno  che scrivo d'altro ma solo perchè sono fortemente irritato, preoccupato di fronte alla piega che stanno prendendo le cose. E soprattutto mi irritano le affermazioni non documentate, le opinioni "per sentito dire", i luoghi comuni che caratterizzano i discorsi di tanti e mi preoccupa la fase di fibrillazione del PDL a rischio dissolvimento e proprio per questo pronto cinicamente a cogliere ogni occasione di defaillance del governo Monti per aumentare il peso del ricatto. Mi spiego:
a)  primo luogo comune: "fare quello che fa Monti son capaci tutti"
Mica vero; il fatto è che quello che doveva fare Monti lo poteva fare solo lui. Ricordiamoci fino alla nausea che Berlusconi è stato cacciato per volontà unanime e convergente dei leaders dei maggiori paesi industrializzati (Obama, Merkel, Sarkosy) per i quali l'arcorauta era diventato una mina vagante con un elevato rischio per tutta la comunità internazionale. Ha colto benissimo questo aspetto Crozza che nella parodia di Silvio che canta "My way" ad un certo punto fa cantare all'arcorauta  "...............ma per gli europei non sono solo c.....i miei"
b) secondo luogo comune: in sei mesi Monti non ha fatto niente, ha solo aumentato le "tasse".
Mica vero: Monti ha trovato un Paese sull'orlo del baratro e, per prima cosa, con la sua credibilità, ha evitato che ci cadessimo subito dentro. Secondo: gli altri ci hanno messo decenni giorno dopo giorno per scassare il Paese e si pretende che Monti con la bacchetta magica risolva in due minuti gli aggrovigli  della storia di un Paese? Terzo: la situazione ereditata era ancor più grave di quella, già gravissima, che era rappresentata. Sono emersi dopo il rischio derivati (31 miliardi di dollari di perdite accertate e il notevole debito nei confronti dei fornitori dello Stato (70 miliardi) che sta strozzando la tesoreria di tante piccole e medie aziende. Monti doveva trovare fondi di pronta reperibilità e di immediato impatto e l'ha fatto ricorrendo questo è vero - all'aumento dell'addizionale regionale Irpef dallo 0,90 allo 1,23% con validità retroattiva al primo Gennaio 2011, all'aumento delle accise sui carburanti e all'introduzione dell'IMU, questa si pesante, il cui impatto si sta verificando proprio in questi giorni (ma mi ripeto: un appartamento di non grandi dimensioni abitato dalla non so più quanto classica famiglia di 4 persone (genitori e due figli) non paga niente.
Ciò detto ha fatto altre due cose importantissime: ha dato una forte sferzata al contrasto all'evasione fiscale sia con i blitz che continuano a susseguirsi sia con l'obbligo fatto alle banche di trasmettere all'Agenzia delle Entrate gli estratti conto di ciacuno di noi, privato o impresa. Di questa importantissima misura si vedranno gli effetti nel corso dei prossimi mesi e saranno effetti eclatanti.. Sul lato delle uscite ha dato il via ad una politica seria di "spending rewiew". Io confido che Bondi in particolare sappia fare quello che ha dimostrato di saper fare in altri precedenti delicati incarichi
Ha fatto anche alcuni errori: la riforma delle pensioni non era urgente farla se non come segnale ai mercati ma si è fatta una riforma non meditata che crea grosse disparità e grossi problemi e che richiederà aggiustamenti, si è impantanato sulla disciplina del mercato del lavoro, problema che è rimasto in standby(entrambi ambiti di competenza del ministro Fornero che si è dimostrata a mio avviso UNFIT a coprire il ruolo) e, soprattutto, non ha accompagnato gli aggravi fiscali con una "patrimoniale" pesante a carico dei grossi patrimoni che sarebbe stato un segnale forte alla gran massa di italiani che i sacrifici venivano chiesti innazitutto a chi più aveva. Inoltre ha subito i ricatti  continui del PDL su troppi punti nodali. Doveva andare avanti a testa bassa, Monti, senza guardare in faccia nessuno e minacciare le dimissioni ad ogni ostacolo (voglio vedere chi si sarebbe accollato la responsabilità di far cadere il governo.) Anche sulle liberalizzazioni ha prodotto poco ma da lì non sarebbero comunque venuti grossi e soprattutti immediati risultati Il premier sa benissimo che siamo ancora in piena emergenza e che tutta l'area euro è in forte fibrillazione. Per fortuna Draghi conduce con polso fermo il timone della BCE ed anche ieri ha assicurato che le banche avranno liquidità da BCE illi
mitata per fronteggiare gli attacchi speculativi. Ricordo per l'ennesima volta che in questi mesi le banche italiane hanno sottoscritto a piene mani i nostri BTP a colmare i vuoti degli investitori istituzionali esteri e quindi la provvista è servita in gran parte a formare una diga contro il rischio di insolvenza. Ricordo anche che le stesse "Assicurazioni Generali" - la nostra più importante compagnia assicurativa - hanno in portafoglio 50 miliardi di nostri titoli di Stato. E l'indebitamento non è responsabilità di Monti. In innumerevoli post ho seguito l'evoluzione del debito sovrano del nostro Paese e sono chiare le responsabità.
Ora la priorità è mettere in atto misure atte a rilanciare la produzione e a stimolare la ripresa. Rammento al riguardo che se siamo precipitati dal quinto all'ottavo posto nelle classifiche dei paesi manufatturieri (cfr. mio ultimo post ) la responsabilità è di chi ha guidato irresponsabilmente il Paese. L'Italia si è deindustrializzata mentre qualcuno pensava al Bunga Bunga, mentre il ministero del turissmo era nelle mani di Maria Vittoria Brambilla, e la colpa è di Monti.
Il quale non mi è particolarmente simpatico ma è una persona seria, di elevatissimo standing e che, soprattutto, NON NASCONDE AGLI ITALIANI  LA REALE SITUAZIONE DEL PAESE
Ritengo molto pericoloso pensare che in questo momento ci possano essere altre soluzioni. Il discorso che ha fatto oggi è pieno di dignità, di legittimo orgoglio e di legittimo risentimento. Mentre la barca contina a navigare in procellose acque, c'è qualcuno che fà proporre una riforma istituzionale di portata enorme che dovrebbe consentirgli, secondo i suoi calcoli, di poter succedere a Napolitano.
Ma ci rendiamo conto di quale è la posta in gioco? Il futuro del Paese e delle nostre nuuove generazioni contro il delirio di uno che ha dimostrato ampiamente di cosa è stato ed è capace.
Dalle Terrazze di Cunardo Venerdi 8 Giugno 2012 ore 0,30

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