Sostengo da tempo che la crisi è lungi dall'aver raggiunto il punto di svolta specialmente nelle regioni e nei settori in cui è asse portante la media impresa.
Anche la Cesare Paciotti, noto marchio marchigiano del settore calzature, si è arresa. La società, che occupa 250 dipendenti ai quali si aggiungono 1.250 posti di lavoro nell'indotto, ha presentato a fine anno richiesta di concordato preventivo. Si parla di circa 30 milioni di euro di debiti nei confronti di dipendenti, istituti previdenziali, fornitori, istituti di credito. Un altro tassello che va giù; è per questo che sono pessimista sul futuro dell'economia marchigiana e sul futuro di Banca delle Marche in particolare. Si tende a sottovalutare o addirittura a non tenere in alcun conto che BDM, oltre ai buchi lasciati dolosamente dai precedenti amministratori, si trova esposta nei confronti di migliaia di aziende dei vari settori che hanno fatto del "modello marchigiano" un modello citato ed apprezzato in tutto il mondo e che ora annaspano in una crisi che non finisce mai e che purtroppo, a mio avviso, lo ripeto, è nel pieno della sua virulenza. Questa è l'eredità che ci lasciano venti anni di regime ma anche di insipienza e di oggettiva responsabilità delle forze che avrebbero dovuto fare opposizione. E la politica "politicata" continua imperterrita sulla strada percorsa negli ultimi decenni, sulla corruzione che coinvolge tutte le forze politiche (basti pensare a quello che è emerso a l'Aquila), sull'irregolarità diffusa (basti pensare alle vicende delle elezioni regionali in Piemonte),sulla confusione assoluta nella gestione della cosa pubblica(basti pensare alle vicende IMU - TARI - TASI e quant'altro) sugli scontri tra fazioni e tra pseudo leaders di questo o quel campo, con SB che tenta un improbabile rilancio e lo fa a piede libero. Questo non è più un Paese; sembra più che altro uno di quegli edifici che cadono a pezzi e dal quale ognuno cerca di portar via chi una sedia, chi un sanitario, chi una specchiera. Io vedo solo macerie che si accumulano; probabilmente sono troppo pessimista.
Ma, comunque, seguirò il consiglio di Peppino Caielli. Penserò alla salute. Il resto lo svanghino gli altri.
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