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domenica 20 settembre 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO/SETTEMBRE 2015 - POST N. 8

Ribadisco che, a mio avviso, il confronto politico avrà protagonisti nel prossimo futuro il partito democratico di Renzi e il movimento cinque stelle a guida Di Maio. Tutte le altre forze allo stato delle cose non riescono ad incidere minimamente sull'egemonia dei due sopra citati partiti, non hanno alcun appeal e nessuna speranza di catturare il consenso degli elettori. Fatta questa premessa e riaffermato con determinazione che la questione morale è la madre di tutte le questioni, facciamo il punto a metà Settembre partendo dai dati sul debito pubblico recentemente usciti nel consueto supplemento al bollettino mensile della Banca d'Italia.
- il debito pubblico (dati a Luglio) ammonta a 2.199 mld con una diminuzione di 3,5 mld rispetto al mese precedente il che ha fatto già dire a qualcuno che si è imboccata deecisamente la strada della riduzione. Non è così; è già avvenuto in passato. Bisognerà  attendere i prossimi mesi per verificare se c'è una linea di tendenza o si tratta di una rondine che non fa primavera
Piuttosto vi riepilogo  i dati storici dai quali si ricava che il debito è costantemente cresciuto malgrado la forte riduzione della spesa per interessi. Essendo poi ilPIL fermo o in contrazione, il deficit sul PIL è cresciuto esponenzialmente. Vediamo i dati:
DEBITO PUBBLICO
1.769 a Dicembre 2009
1.851 a Dicembre 2010
1.907 a Dicembre 2011
1.988 a Dicembre 2012
2.068 a Dicembre 2013
2.134 a Dicembre 2.014
2.199 a fine Luglio 2.014
Lo stock di debito  è in mano per 722 mld a soggetti non residenti(banche e investitori istituzionali stranieri)
Il debito è costituito prevalentemente da BTP (tasso fisso e scadenze mediolunghe): 1.728 mld a fine Luglio 2015
SPESA PER INTERESSI
ha fatto registrare una costante riduzione in percentale sul PIL dal 6,1% del 2000 e 2001 al 3,7 del 2014
DEFICIT SUL PIL 
è schizzato dal 103,9 del 2002 al 132,3 del 2.014 per l'effetto combinato di un aumento del debito, malgrado la riduzione della spesa per interessi e di un pil statico o in contrazione. Sottolineo che l'unico momento in cui c'è stata una riduzione è stato il 2007, ministro dell'economia Padoa Schioppa
Sempre nel 2007 l'anno in cui il deficit è stato più basso 1,4%) il 2009 quello in cui è stato più alto 5,2%, conseguenza della crisi scoppiata nel 2008
AVANZO PRIMARIO
Differenza tra entrate e spese dello Stato prima o meglio al lordo della spesa per interessi
Anche qui miglior anno il 2007(+ 3,1) il peggiore il 2009 (meno 1)
Questi sono i dati  ai quali do questa interpretazione:
Il Paese non ha minimamente sfruttato la diminuzione dei tassi sul'euro e la riduzione della spesa per interessi; anzi, in costanza di una crisi che erodeva il PIL, ha continuato ad indebitarsi allegramente.L'avesse fatto per investimenti avrebbe se non altro un parco infrastrutture rinnovato. Invece no: è andato tutto in sprechi e corruzione. E' da qui che dobbiamo partire

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