La rete è piena di video che mostrano una Ostra priva di vita, senza traffico nè veicolare nè pedonale; i commercianti lamentano che, come ampiamente previsto, gli affari si sono praticamente azzerati, sembra anche che all'interno della giunta alcuni siano favorevoli al ritorno all'antico, considerando concluso il periodo di esperimento, i cittadini sembrano tutti favorevoli al ritorno alla vecchia viabilità. Solo il sindaco rimane "fermo" sulle sue posizioni. Avevo usato il termine solipsistico per definire il comportamento del sindaco, avevo anche riconosciuto che forse il termine era troppo forte, ma alla luce dei suoi comportamenti e delle sue prese di posizione forse eccessivo non è.
Ora poi il primo cittadino ne ha fatta un'altra che evidenzia, a mio avviso, una sua sostanziale incapacità a cogliere le conseguenze delle sue azioni.
Ad Ostra, durante l'ultimo conflitto mondiale, ci fu una netta contrapposizione tra persone che si riconoscevano nel fascismo e persone che vi si contrapponevano. Emblematico di questo stato di cose il fatto che lungo le mura "settentrionali" vi è un cippo, addossato alle mura, che ricorda l'uccisione di tre partigiani ad opera dei fascisti nel Febbraio del '44.
Sull'altro lato della strada, quasi alla stessa altezza, è stata chiesta autorizzazione a porre un cippo che ricordi l'uccisione di cinque fascisti, tra cui un sacerdote, il 9 Luglio del 44 ad opera dei partigiani. Il sindaco ha partecipato "in forma privata" ad una cerimonia di preghiera e commemorazione dei cinque fascisti uccisi motivandola con la sua volontà di ridurre il solco ideologico tra le posizioni contrapposte e favorire una pacificazione all'interno della comunità. Questi i fatti.
Ed ha commesso due errori:
- Il primo, che giudico grave per un sindaco iscritto al PD, aver dimenticato le parole di Italo Calvino - ricordate invece in un comunicato dell'ANPI - "siamo tutti uguali di fronte alla morte ma non di fronte alla storia".
La nostra Repubblica, non dobbiamo mai dimenticarlo, trova i suoi valori fondanti nella resistenza al nazifascismo. Le due parti non possono essere poste sullo stesso piano e sarebbe errore grave dare autorizzazione a porre un cippo che avrebbe come conseguenza tale riconoscimento
- il secondo errore: il sindaco deve ricordare che, fino a che ricopre la carica, ogni suo atto deve essere "istituzionale", la dimensione privata è sospesa. Un sindaco è sindaco di tutti; aver partecipato alla cerimonia di preghiera per i fascisti uccisi "da privato" si traduce in una presa di posizione "personale"di sostegno che giustamente viene stigmatizzata.
Fare il sindaco non è facile, specialmente in questi anni procellosi; proprio per questo bisogna che un sindaco rifletta prima di parlare, di agire, di prendere posizione. Altrimenti i solchi ideologici si allargano, al di là delle intenzioni.
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