Sono stato severamente redarguito dal mio carissimo amico Stefano Amato e, soprattutto, dalla prof che ho in casa, che in questo campo è ferratissima, perchè ho scritto "coscenza" (senza la i) e non coscienza (con la i) in uno degli ultimi post.
E' un problema aperto da sempre e allora affrontiamolo e cerchiamo di risolverlo una volta per tutte.
La Grammatica Italiana della Treccani recita: la grafia corretta è coscienza. In realtà la i non si pronuncia e non serve neanche a indicare la corretta pronuncia del gruppo sc che davanti a e si leggerebbe comunque con lo stesso suono di scelta, La sua conservazione (della i) si deve solo al prestigio del modello latino coscientiam che influenza anche la grafia della parola e quella di derivati come coscienzioso.
Se si sposta l'attenzione sulla parola conoscenza, prosegue la Treccani, la grafia corretta è conoscenza senza la i come la parola tardo latina da cui deriva, cognoscentiam. La i infatti non viene pronunciata e non serve nemmeno a indicare la corretta pronuncia del gruppo sc.
Il Dizionario della Hoepli, il Dizionario Garzanti Il Sabatini Coletti sono sulla stessa posizione: coscienza con la i e conoscenza senza la i. I siti "Scuola zoo" e "sos studenti" confermano: si scrive con la i.
In sintesi si può affermare: la grafia con la i. Nella pronuncia la i si perde.
La i- posso giustificarmi - mi è rimasta sul tasto del computer perchè andavo di fretta, e infatti andavo di fretta. Ma azzardo una interpretazione evolutiva. Si può scrivere coscenza senza la i perchè la "coscenza" trova nella "conoscenza" il terreno fertile sul quale crescere e formarsi. E' un po' azzardata......comunque in futuro, per star tranquillo, scriverò la parola sempre con la i. Noi tradizionalisti non ce la facciamo ad innovare in modo così netto ed è meglio che ci teniamo nel solco della tradizione E poi padre Dante, che ha sempre l'ultima parola in materia di lingua, ci risolve ogni dubbio almeno sulla parola "conoscenza"
Considerate la vostra semenza,fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e canoscenza (senza la i) (Inferno, XXVI - 118/120)
Spero di essere stato chiaro.
Spero di essere stato chiaro.
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