Il COVID 19 ci sta devastando fisicamente, moralmente ed economicamente, ma qualche aspetto positivo ce l'ha. Ad esempio ci ha consentito di fermarci a riflettere con quali persone abbiamo un rapporto di vera ed intensa amicizia e con quali abbiamo un rapporto puramente formale, su chi possiamo contare,vale la reciprocità evidentemente, nei momenti di difficoltà e chi invece non muoverebbe un dito, con chi c'è empatia e con chi no-
Ieri il premier DRAGHI ha annunciato che dal 26 Aprile verrannno autorizzzate riaperture, compatibilmente con i numeri, in vari comparti. Evidentemente il premier, schiacciato come era tra i problemi sanitari e la pesantezza del quadro enonomico, sotto la pressione delle forze politiche che sostengono il governo e che sono nettamente favorevoli ad una politica di riapertura (Lega, Forza Italia, ItaliaViva), confidando che la campagna di vaccinazione in atto riduca notevolmente il rischio sanitario, come è già accaduto in Inghilterra, ha scelto di "osare" e sfidare il virus con il rischio reale di una recrudescenza dell'epidemia e di dover "richiudere"in tempi stretti. Personalmente, pur comprendendo pienamente le ragioni di draghi, ritengo che la salute dei cittadini sia sempre prioritaria e che si debba essere più prudenti che mai. E' ancora troppo presto per "allentare": il virus circola ancora tra di noi con caratteristiche di notevole pericolosità, il piano di vaccinazione è in ritardo, ci sono troppe disfunzioni organizzative e, soprattutto, l' elevato numero di deceduti giornalieri e la curva della mortalità ehe non si abbassa confermano che siamo ancora in piena emewrgenza.Inoltre con la buona stagione, giovani e non giovani, prostrati dall'epidemia, faranno sempre più fatca a restare a casa, riprenderà la "movida" ,i comportamenti torneranno ad essere quelli di sempre ed il timore che tutto quello che abbiamo fatto non sia servito a niente ci accompagnerà costantemente ci frustrerà sempre di più
E allora mi permetto di rivolgere un forte appello a tutti gli amici, innanzitutto collettivamente: non abbassiamo la guardia, siamo prudenti perchè corriamo il rischio di vanificare gli sforzi, i sacrifici, le sofferenze di questi mesi e di precipitare sempre di più in una specie di buco nero dal quale sarà sempre più difficile riemergere-
E a ciascuno di loro, individualmente, mi rivolgo rubando le parole a Cicerone che oltre duemila anni fa", nella sua opera "Lelius de amicitia" scrisse: "cura ut valeas et ita tibi persuadeas mihi te carius nihil esse"
Teniamoci stretti, i tempi sono quelli che sono e nessuno di noi si salverà da solo.
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