La mia generazione, quella dei "BABY BOOMERS"(cosi ci hanno chiamato) cioè dei nati dalla fine degli eventi bellici(1945) al 1964 sta arrivando rapidamente ed in ordine sparso al capolinea, alla stazione.
Mutuo l'immagine dal testo di un bel pezzo di Vasco Rossi, anche lui del gruppo essendo nato nel '52'). Ricordo a braccio alcuni personaggi pubblici scomparsi quest'anno di cui abbiamo seguito le vicende con il solo scopo di sottolineare che è un fenomeno ampio, ovviamente trasversale e entro certi limti inatteso. Nei giorni scorsi Gino Strada('48), uomo e medico di grande valore, qualche giorno prima Raffaella Carrà ('43) che inserisco a pieno titolo nella categoria anche se leggermente "meno giovane", prima ancora Franco Battiato ('45), autore e cantante di rara sensibilità, scomparso in Maggio. In Giugno ci ha lasciati Guglielmo Epifani ('50), leader sindacale nei confronti del quale ho sempre nutrito grande stima.
Ci hanno chiamato "Baby Boomers, dicevo, perchè siamo nati in anni di forte sviluppo economico e sociale con aspettative di continuo miglioramento del quadro e un "ascensore sociale" che funzionava Siamo nati in analogico con la televisione e siamo passati ad Internet e al digitale con sufficiente elasticità
Ma la domanda che mi pongo ora è questa:" Con quale spirito ci avviciniamo alla "final courtain?".
Certo è che la musica, quando è bella, è lo strumento migliore per trasmettere e condividere esperienze, sensazioni, emozioni; ma siamo pronti? emozioni
Pronti in verità non mi sembriamo, in primis perchè non si è mai pronti vista la forza dell'istinto di conservazione, ma soprattutto perchè l'indubbio miglioramento della qualità di vita in questi ultimi decenni e l'allungamento della sua durata ci avevano portato a credere che l'arrivo in stazione fosse stato spostato in avanti di parecchio.
E allora cosa ci connota:
PAURA?
Non direi. Non vedo folle di uomini e donne lacerati dal timore del GIUDIZIO e dalla conseguente possibilità di una condanna senza appello all'Inferno la cui "location" è diventata pealtro sempre più evanescente ed incerta con il passare rdel tempo. Tutta una impalcatura di credenze, principi, valori obblighi comportamrentali che per 2.000 anni qui in Occidente avevano dato risposta ai principali temi della vita,soprattutto alla domanda di senso, è crollata in pochi decenni e ci ha lasciato così come ci sentiamo, almeno io credo: smarriti, incerti, senza punti di riferimento e con la consapevolezza che un senso, almeno un senso individuale, non c'è. Ci aiuta Vasco............a capire, come sempre
E' lo stesso stato d'animo che Marguerite Yourcenar attribuisce all'imperatore Adriano.
ANIMULA VAGULA BLANDULA HOSPES COMESQUE CORPORIS QUAE NUNC ADIBIS IN LOCA PALLIDULA RIGIDA NUDULA NEC UT SOLES DABIS IOCOS
E allora?
E allora, penso che ciascuno di noi dovrebbe comunque cercare di trovare il proprio senso ponendo il nostro essere individui razionali come pietra angolare della costruzione del percorso.
Ma non è mica facile: ci vuole una impalcatura etica più che solida e forze cui attingere, forze che i baby boomers stentano sempre più a trovare. Ma hanno ben chiaro che il senso profondo della vita è....................
VIVERE
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