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martedì 26 aprile 2011

IL DEBITO PUBBLICO DELLA GRECIA

La Grecia, notoriamente, è tra i paesi dell'eurozona quello "messo peggio", quello che più preoccupa perchè, se dovesse arrivare a proporre una ristrutturazione del proprio debito sovrano, innescherebbe un meccanismo di reazioni a catena dalle conseguenze difficilmente prevedibili. Per questo Bini Smaghi, che fa parte del board della Banca Centrale europea in rappresentanza del nostro paese, in una intervista di pochi giorni fa al Sole 24 ore si era espresso contro la ristrutturazione paventata. Ieri  anche il rappresentante spagnolo in seno alla BCE, Paramo, ha ribadito il concetto paventando effetti devastanti se l'esito fosse quello temuto. Di contro Lars Feld , consigliere economico della cancelliera tedesca Merkel, ha dichiarato che la Grecia dovrà ristrutturare il debito ed "è meglio se lo fa in fretta"
Ma ce la farà la Grecia a non alzare bandiera bianca?
I numeri dicono che non ce la può fare:
a) il differenziale tra il tasso dei titoli a 10 anni greci e quelli tedeschi è oramai arrivato al 12%. Questo vuol dire che quando la Grecia va a cercare sottoscrittori per i propri titoli deve offrire il 12% in più rispetto alla Germania, cioè oltre il 15%
b) i CDS, cioè i contratti con i quali ci si assicura  da un rischio di default dell'emittente,sono a oltre il 13%
c) il debito pubblico è salito a fine 2010 al 142,8%, primo in assoluto dell'area(secondi veniamo noi con il 119 già salito ad oltre il 120%)
d) il deficit sul PIL si è collocato nel 2010 al 10,5% /seconda dopo l'Irlanda
e) l'economia greca non ha forza tale, anche nel caso di una forte ripresa, che non si vede, per reggere a tale situazione.
Conseguentemente non ci sono alternative alla ristrutturazione (che significherà taglio del valore nominale dei titoli o azzeramento delle cedole) a meno che a livello di stati membri dell'UE, considerato che il debito greco è di circa 300 miliardi di euro, cifra notevole ma gestibile, memori dell'errore fatto da Bush nel non salvare Lehman e Brothers nel Settembre 2008, non si decida di evitare di ripetere l'errore. Ma poi lo stesso problema si porrebbe per Irlanda, Portogallo, Spagna.........Italia.
Il problema è che in molti paesi europei, soprattutto in quelli affacciati sul Mediterraneo, si è costruita la politica economica sull'indebitamento. Lo si può fare ma solo per periodi limitati e come manovra anticongiunturale (come ci ha insegnato J.M. Keynes). Se diventa invece politica strutturale le conseguenze non possono essere altre da quelle paventate per la Grecia.
E' per questo che Tremonti è così "abbottonato" da qualche mese a questa parte.
Ma bisognerebbe ricordargli che è stato lui a guidare la politica economica italiana in questo decennio praticamente senza interruzioni ed è stato lui a portarci dove siamo. Condoni, Scudi, Finanza Creativa, sono frutto del suo operato, non di altri. E bisognerebbe anche ricordargli che ci deve ancora speiegare perchè il debito continua a salire per cifre enormi malgrado la sua politica di "austerità" e di "tagli."

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