Premesso che abbiamo deciso di prolungare di otto giorni il nostro soggiorno a Senigallia, stamattina ho preso alle 6 la bicicletta messa a disposizione, gratuitamente, dall'hotel, e ho fatto un giro "lento pedale" per la città. Prima sul lungomare, dal Ritz fino al porto canale. Arrivato all'altezza di Uliassi, uno dei migliori ristoranti italiani, ho svoltato a destra fino in fondo alla banchina del porto canale dove a quell'ora c'è sempre qualcuno che pesca. Restato lì per qualche minuto, ho ripreso la bici ed ho fatto un giro in centro (Rocca, Piazza del Duca, Piazza Simocelli, Mercato). Già che ero lì mi son detto: "andiamo a vedere il mio vecchio liceo"
Una stretta al cuore: il palazzo è ancora lì, il liceo palesemente no. L'entrata è chiusa dalla vecchia cancellata grigia palesemente non verniciata da decenni. Un lucchetto anch'esso tutto scrostato e arrugginito la "ferma". Ma quello che è tragico è il fatto che tra la cancellata ed il primo scalino dell'ingresso c'è un mare di carte, cartacce, pacchetti di sigarette, "immondizie varie" che non vengono rimosse da tempo. Una brutta immagine per Senigallia e la sua cultura e la sua storia.
E sono andato con il pensiero al mio primo giorno al "Perticari" - il primo ottobre 1961.-
Ero lì in attesa di entrare con mille altri, vidi la targa e chiesi ad una ragazzina tutta compita che sarebbe poi stata mia compagna di classe per cinque anni: ma chi è Giulio Perticari? Risposta un po' schifata: ma è il genero del Monti. Capii che non era il caso di chiedere chi fosse Vincenzo Monti.
Che tristezza però: possibile che nessuno abbia pensato di ridare un po' di decoro al glorioso liceo che ha formato generazioni di senigalliesi e di noi "mandrogni", come direbbe Paolo Conte?
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