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martedì 27 agosto 2013

ANCORA SU BANCA DELLE MARCHE

" GUTTA CAVAT LAPIDEM" dicevano i nostri progenitori. Niente di più vero. Il giornalismo di inchiesta è ormai uno dei pochi strumenti che si hanno nelle società complesse per evitare che realtà scomode, comportamenti censurabili, veri e propri reati, vengano nascosti sotto i tappeti e vengano sottratti all'attenzione della magistratura e dell'opinione pubblica. Gli articoli dell'Espresso e, soprattutto, quelli che "Cronache Maceratesi" dedica giornalmente ai problemi della Banca hanno prodotto un risultato importante. L'attenzione è rimasta viva, anzi cresce man mano che emergono nuovi fatti e nuove circostanze Continuano a volare stracci in terra marchigiana. L'avvocato Ambrosini, ex Presidente della banca in quota Fondazione Caripesaro, ha ritenuto di predisporre un memoriale in risposta alle pesanti critiche avanzate dal Consigliere Grassano, espressione della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, nel momento in cui ha dato le dimissioni dal CDA.
Cronache Maceratesi ha dedicato ieri a questa fase un lunghissimo e dettagliatissimo articolo a firma Marco Ricci alla cui lettura rimando, per completezza, chi fosse interessato ad approfondire l'argomento.
Da parte mia mi limito ad osservare che la "difesa" dell'avvocato Ambrosini in merito a provvedimenti pesantemente censurabili come aver aderito alla richiesta del direttore generale Bianconi e del suo vice Cavicchia di consentire che i due dessero le loro dimissioni nell'estate 2011 per essere poi riassunti qualche settimana dopo (ciò che ha loro consentito di incassare somme notevoli di buonuscita altrimenti non più percepibili in quella misura per effetto di provvedimenti restrittivi emanati da Banca d'Italia in quel periodo), la difesa - dicevo - si limita a sottolineare che i provvedimenti erano stati presi all'unanimità dal CDA e che le Fondazioni si erano trovate d'accordo. E allora, osservo io? La circostanza non attenua le responsabilità del Presidente. Perché è evidente che il CDA, o almeno una parte di esso, è stato cieco dinanzi alle evidenze, sordo ai richiami di quei pochi che sollevavano dubbi ed invitavano ad approfondire, muto quando invece avrebbe dovuto parlare. Ormai sono emerse talmente tante circostanze sospette e decisioni discutibili, che non si potrà più "insabbiare" nulla. Il che mi sembra un risultato non da poco soprattutto se visto in relazione alla tutela degli interessi delle decine di migliaia di clienti/azionisti che hanno creduto alla Banca e nella Banca e che si sono trovati con pesanti perdite. Al riguardo occorre tenere i riflettori accesi sulle aste settimanali delle azioni (la banca non è quotata) che fanno registrare continui ribassi, ribassi che potrebbero anche essere pilotati e, di conseguenza, fattispecie di reato.
Seguo.

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