Il bravo Marco Ricci di "Cronache Maceratesi" inizia il suo articolo del 28 Novembre con le parole "Uno scenario inimmaginabile quello che emerge dalle indagini sul dissesto Banca delle Marche............." Uno scenario quello che emerge dalle indagini della Procura della Repubblica fatto di una rete a maglie strette di consulenti che tariffavano al 5% del fido ottenuto il loro intervento, di direttori di filiale che si ritagliavano la loro fetta, di dirigenti della Direzione Generale che controllavano il complesso del "business" e che a loro volta lucravano la loro parte. Un sistema capillare, invasivo, soffocante che ha trascinato a fondo con i suoi tentacoli l'economia di una intera regione, migliaia di piccole e medie imprese, i risparmi di decine di migliaia di clienti, il patrimonio delle fondazioni. E nessuno che sapesse, nessuno che parlasse, nessuno che denunciasse. Tutti buoni buoni, tutti zitti zitti perché così va il mondo. Ma le Marche fino a pochi anni fa non erano mica così; erano una regione non brillantissima, prevalentemente agricola fino agli anni sessanta, fatta di gente che aveva voglia di lavorare, una regione in cui il reato era una eccezione, nella quale i comportamenti anomali venivano sanzionati innanzitutto dal "comune sentire", dove degli episodi più eclatanti ci si ricordava a distanza di decenni. Sono certo che i marchigiani non più giovanissimi ricordino perfettamente di quando un certo Cannarozzo, nel 56 se non ricordo male, fece esplodere delle bombe all'interno della sala cinematografica METROPOLITAN di Ancona.
Ora invece, se non ci fosse da piangere sarebbe tutto una comica, i sindacati non più tardi di una settimana fa - come riferisceRicci nel suo penultimo articolo del 24 Novembre - si dichiaravano preoccupati(alla buon ora), il governatore Spacca, nell'incontrarli, dichiarava di saperne poco delle ultimi sviluppi perché non aveva contatti con i commissari (poverino). Spacca però, con la solerzia del buon governatore di famiglia ha avuto un incontro don l'AD di FONSPA al quale è stata ribadita la richiesta del mantenimento di una "banca del territorio"(bla) la salvaguardia dell'autonomia dell'Istituto (bla, bla) la salvaguardia dei lavoratori (bla, bla, bla) e quella dell'economia regionale (bla, bla, bla, bla). Per non parlare delle cinque fondazioni interessate che, poverine, non possono più distribuire sul territorio le risorse rivenienti dai dividendi di BDM, distribuzioni sempre fatte, questo lo aggiungo io, con criteri strettamente clientelari.
Ebbene, di tutto questo "casino" nelle Marche non se ne era accorto nessuno. Eppure se ne erano accorti L'Espresso, la Gabanelli, Cronache Maceratesi, Giuliano Nardino il cui puntuale e centratissimo commento ho trovato anche sull'ultimo articolo pubblicato da Cronache Maceratesi. E se mi consentite me ne ero accorto io che su BDM ho scritto più di cento articoli. Ma quello che è più triste è che i responsabili di questo immane disastro sono tutti a piede libero, si "godono" - si fa per dire - il loro illecito arricchimento, e non sono visti per quello che sono; delle persone che hanno commesso gravi reati.
Ed è più triste ancora dover constatare che se non ci fossero stati i soggetti sopracitati, soprattutto Marco Ricci, a cercare di alzare il velo, ancora nelle Marche starebbero ancora a pensare che tutto va bene. Come diceva, ve lo ricordate, Silvio Berlusconi:" la crisi, ma quale crisi: i ristoranti sono pieni, sui voli Milano Roma non si trova un osto" anche perché in gran parte erano voli pagati con soldi pubblici. Dalla neurodeliri alla brace: così definirei l'Italia di fine 2014
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