Nei giorni scorsi è accaduto un fatto inusuale nel nostro Paese: è diventata definitiva una sentenza di condanna a 7 anni di reclusione a carico di un politico e che politico. Salvatore Cuffaro, detto Toto' vasa vasa, da buon cristiano rispettoso delle leggi, si è presentato a Rebibbia per iniziare a scontare la pena. Ha già dichiarato che la fede lo sorregge e che utilizzerà il tempo a disposizione per una riflessione profonda con finalità sicuramente catartiche. E'del tutto marginale che la condanna definitiva sia relativa al reato di favoreggiamento a Cosa Nostra. Ci resterà poco in carcere, secondo me un paio di mesi. I suoi avvocati stanno lavorando per fargli ottenere i domiciliari, la sua condotta in carcere sarà più che esemplare, ad un certo punto avrà visioni mistiche come Santa Teresa d'Avila...........e andrà a casa.
Però il solo fatto di averlo visto varcare le soglie del carcere è già motivo di soddisfazione.
Mia moglie è nata a Siracusa, passo un mese o due ogni anno a Noto marina e un po' la Sicilia ed il modo di ragionare dei siciliani credo di conoscerli . Tempo fa una persona del luogo, che per fortuna non frequento più, mi colpì con un giudizio, positivo, ovviamente, su Cuffaro:..........perchè Cuffaro............difende la sicilianità"
Dentro di me feci la riflessione che, con la stessa logica, Al Capone difendeva la cicaghesità e Hitler la germanicità, ma non avevo voglia di far polemiche, conoscevo ancora poco la Sicilia e tacqui. Poi ho imparato a separare il grano dal loglio anche in Sicilia e a scegliere chi frequentare e chi no.
Vediamo chi è Salvatore Cuffaro. Il nostro nasce a Raffadali nel 1958. Raffadali è un paesone in provincia di Agrigento di 13.924 abitanti patrona Santa Oliva (mai sentita nominare ma non approfondisco) E' all'interno, non sulla costa.
Fa le medie e il liceo dai salesiani a Palermo, poi si iscrive a Medicina, si laurea e si specializza in radiologia. Ma nel frattempo inizia l'attività politica, attività che lo interessa di più, ovviamente nella Democrazia Cristiana. Consigliere comunale a Raffadali nel 1980, nel maggio '91 entra all'Assemblea Regionale Siciliana come deputato del collegio di Palermo con una valanga di preferenze (79.970) dove, tra l'altro, che coincidenza, riveste il ruolo di Vicepresididente della Commissione regionale antimafia. Risale a quel periodo un suo famoso intervento a Samarcanda trasmissione televisiva condotta da Santoro in collegamento quella sera con il Maurizio Costanzo Show. La trasmissione è dedicata alla commemorazione di Libero Grassi, ucciso dalla mafia; Cuffaro, presente tra il pubblico, prende la parola affermando che le iniziative portate avanti da un certo tipo di giornalismo mafioso sono degne dell'attività mafiosa vera e propria e comunque lesive della dignità della Sicilia ( ecco perchè difende la sicilianità, per qualcuno) e se la prende con certa magistratura che mette a repentaglio e delegittima la classe dirigente siciliana (sic venti anni fa) .
Prosegue l'ascesa, protetto da Calogero Mannino, il politico siciliano più potente del tempo nella regione( anche lui accusato di concorso esterno e poi assolto, adesso Mannino fa il deputato del PID - parleremo di questo movimento politico nel prosieguo - è già andato a trovare Cuffaro e l' ha trovato molto provato , già dopo due giorni). Cuffaro lascia il Partito Popolare seguendo Rocco Buttiglione e viene rieletto all'assemblea regionale nella lista del CDU e fa l'assessore all'agricoltura. Nel '98 abbandona il CDU, entra nel UDEUR di Mastella e nel 2001 viene eletto Presidente dell'assemblea regionale con il 59% di voti battendo Leoluca Orlando (37%). Nel frattempo il CDU si scioglie dell' UDC di cui diventa vicesegretario nazionale nel 2005, segretario Cesa. Nel 2006 viene rieletto Presidente con il 53% battendo Rita Borsellino ; nel 2008 è costretto a dimettersi dopo la condanna a 5 anni e interdizione perpetua per favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio, ma Cesa gli dà subito l'incarico, in seno all'UDC, di commissario straordinario dell'UDC di Catania. E' in questo periodo che Casini definisce Cuffaro un perseguitato politico e lo candida alle politiche malgrado la sentenza di condanna. Il 13 aprile 2008, per terminare, viene rieletto senatore nella lista dell'UDC, ma nel mese di ottobre del 2010 lascia anche l'UDC e fonda il P.I.D (Popolari di Italia Domani)
che si schiera a fianco di Silvio Berlusconi. Del gruppo, sei deputati che mi ricordano tanto gli straccioni di Valmy di Cossiga, fa parte anche Calogero Mannino.
Cuffaro è l'esempio tipico di come si forma e come conquista il potere la classe dirigente in Sicilia :
a) Comincia giovanissimo, cresce all'ombra di un potente, Mannino, crea una formidabile macchina di consensi coltivando rapporti diretti con l'elettorato che riempie di attenzioni andando a battesimi, cresime, matrimoni e funerali e coprendolo di baci (Toto' vasa vasa) e creando un data base di oltre centomila persone che costituiscono il suo zoccolo duro elettorale. Particolare attenzione dedica ai rapporti con la gerarchia della Chiesa Cattolica (non c'è persona più di lui timorata di Dio)
b) intrattiene rapporti organici con la mafia ( di qui la condanna per favoreggiamento ) e con il mondo imprenditoriale che opera a contatto con la pubblica amministrazione, in particolare con Ajello, il re delle cliniche in Sicilia, anche lui condannato a 15 anni.
c) è un esempio eclatante di trasformismo, del quale, occorre riconoscere, in Sicilia ci sono stati fulgidi esempi anche in passato
d) non esita a sperperare denaro pubbllico se la finalità è la conservazione del potere
e) l'ebrezza del potere e la convinzione di potersi permettere tutto gli fanno fare gravi errori, come quando, il 19 gennaio 2008, festeggia con i cannoli la condanna a 5 anni per favoreggiamento semplice ( manca l'aggravante mafiosa)
f) lascia un erede politico , Saverio Romano che di Cuffaro è la fotocopia (anche lui indagato a Palermo per concorso esterno) leader del PID, gruppo che è entrato a far parte del gruppo parlamentare dei "Responsabili" che appoggia il governo Berlusconi e che ha in Calogero Mannino il vero leader. Calogero Mannino che, peraltro, dichiara di non essere d'accordo con Romano nell'appoggio al governo in carica.
Il mio giudizio finale è lineare: come si può pensare che il Paese si salvi con questa classe dirigente?
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