Marco Tullio Cicerone che tutti quanti conosciamo, ma ne siamo proprio sicuri, oltre duemila anni fa scrisse un trattatello che intitolò "Laelius de amicitia" che così comincia: Quinto Mucio l'augure raccontava spesso, a memoria e in modo piacevole, molti episodi della vita di Caio Lelio, suo suocero, ed in ogni discorso non esitava a chiamarlo "il saggio"
Mi è venuto in mente Cicerone, stamattina, nel pensare a due cari amici che in questi giorni hanno qualche problema di salute e sono ricoverati in ospedale. Non li citerò per non violarne la prvacy, ma voglio dir loro che mia moglie ed io siamo loro vicini, con la mente e con il cuore.
Il trattato di Cicerone finisce così:
"Ecco cosa avevo da dire sull'amicizia,
Vi esorto dunque a collocare tanto in alto la virtù
senza la quale l'amicizia non può esistere,
in modo tale da ritenere che, tranne essa,
nulla vi sia più nobile dell'amicizia.
mercoledì 9 marzo 2011
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