La campagna elettorale sta entrando nel vivo e si sta caratterizzando, in queste prime fasi, per l'approccio rozzo ai tanti temi davanti ai quali si trova di fronte il Paese e per i messaggi diretti a colpire il potenziale elettore con roboanti promesse di riduzione di imposte, aumenti di bonus, provvedimenti vari a favore dei cittadini, senza alcun ruferimento alle coperture finanziarie, ai vincoli di bilancio, al buon senso.
Contestualmente continua senza soste la deindustrializzazione della nostra economia con una continua emorrargia di posti di lavoro che difficilmente saranno recuperabili. Occorre non dimenticare che la chiusura di uno stabilimento, di un sito produttivo, comporta effetti sull'indotto diretto e indiretto, e, soprattutto, fa perdere la capacità di creare knowhow nel settore specifico. Con la velocità di cambiamento che caratterizza l'attuale fase restare indietro significa perdere praticamente per sempre capacità competitive. Sono 160, al momento, i dossier all'esame del ministro Calenda, alcuni di notevole importanza.
Ne segnalo i più rilevanti:
- la EMBRACO, azienda piemontese facente capo alla multinazionale statunitense Whirpool, sta licenziando 497 persone
- l'ILVA: lo stabilimento di Taranto è la più grande acciaieria d'Europa sulla quale poggia l'economia di tutta la provincia di Taranto. Già di proprietà pubblica (Iri-Finsider) l'Ilva è stata commissariata nel 2015 (apparteneva al Gruppo Riva). Nel Giugno 2017 la gara per l'aggiudicazione è stata vinta dalla Joint-venture Gruupo Mittal(indiano) gruppo Marcecaglia ma su Taranto ci sono moltissimi problemi perchè le bonifiche ambientali che dovevano essere fatte non sono state fatte. I posti di lavoro a rischio sono migliaia
- ALITALIA: se fosse stata venduta a suo tempo ad AIR FRANCE forse il problema non sussisterebbe; ma un certo Silvio Berlusconi disse che non se ne parlava neanche, c'erano i "capitani coraggiosi" pronti ad intervenire. Probabilmente i capitani tanto coraggiosi non erano perchè se ne è persa traccia. E adesso Alitalia è un buco nero, nessuno la vuole se non a costo zero e continua ad assorbire risorse finanziarie in abbondanza. C'è una offerta Lufthansa che condiziona l'acquisto al taglio di 2.000 posti di lavoro. Sembra sia ritornata in gioco Air France a fianco di Easy Jet; il futuro è incerto.
- IDEAL STANDARD: chi non ha presente i sanitari della Ideal Standard? Bene, la proprietà ha deciso di chiudere lo stabilimento di Roccasecca, nel Lazio. 500 posti di lavoro a rischio.
Questi sono i casi di maggior rilievo che mi sono venuti in mente ma tutta l'economia italiana è così. Come si possa essere ottimisti in un simile contesto non lo so e, soprattutto, considero irresponsabili i messaggi di ottimismo che alcune parti politiche lanciano a soli fini elettoralistici.
Contestualmente continua senza soste la deindustrializzazione della nostra economia con una continua emorrargia di posti di lavoro che difficilmente saranno recuperabili. Occorre non dimenticare che la chiusura di uno stabilimento, di un sito produttivo, comporta effetti sull'indotto diretto e indiretto, e, soprattutto, fa perdere la capacità di creare knowhow nel settore specifico. Con la velocità di cambiamento che caratterizza l'attuale fase restare indietro significa perdere praticamente per sempre capacità competitive. Sono 160, al momento, i dossier all'esame del ministro Calenda, alcuni di notevole importanza.
Ne segnalo i più rilevanti:
- la EMBRACO, azienda piemontese facente capo alla multinazionale statunitense Whirpool, sta licenziando 497 persone
- l'ILVA: lo stabilimento di Taranto è la più grande acciaieria d'Europa sulla quale poggia l'economia di tutta la provincia di Taranto. Già di proprietà pubblica (Iri-Finsider) l'Ilva è stata commissariata nel 2015 (apparteneva al Gruppo Riva). Nel Giugno 2017 la gara per l'aggiudicazione è stata vinta dalla Joint-venture Gruupo Mittal(indiano) gruppo Marcecaglia ma su Taranto ci sono moltissimi problemi perchè le bonifiche ambientali che dovevano essere fatte non sono state fatte. I posti di lavoro a rischio sono migliaia
- ALITALIA: se fosse stata venduta a suo tempo ad AIR FRANCE forse il problema non sussisterebbe; ma un certo Silvio Berlusconi disse che non se ne parlava neanche, c'erano i "capitani coraggiosi" pronti ad intervenire. Probabilmente i capitani tanto coraggiosi non erano perchè se ne è persa traccia. E adesso Alitalia è un buco nero, nessuno la vuole se non a costo zero e continua ad assorbire risorse finanziarie in abbondanza. C'è una offerta Lufthansa che condiziona l'acquisto al taglio di 2.000 posti di lavoro. Sembra sia ritornata in gioco Air France a fianco di Easy Jet; il futuro è incerto.
- IDEAL STANDARD: chi non ha presente i sanitari della Ideal Standard? Bene, la proprietà ha deciso di chiudere lo stabilimento di Roccasecca, nel Lazio. 500 posti di lavoro a rischio.
Questi sono i casi di maggior rilievo che mi sono venuti in mente ma tutta l'economia italiana è così. Come si possa essere ottimisti in un simile contesto non lo so e, soprattutto, considero irresponsabili i messaggi di ottimismo che alcune parti politiche lanciano a soli fini elettoralistici.
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