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domenica 12 febbraio 2012

GUIDO FANTI - CHI ERA COSTUI

Ieri è morto a Bologna Guido Fanti. Era nato nel 1925. Penso che nessuno dei più giovani sappia chi fosse. E ritengo che anche tra gli adulti della mia generazione e anche di quella che precede la mia siano in pochi a ricordare chi fosse.
Guido Fanti è stato un uomo politico che ha coperto ruoli importanti a partire dagli anni sessanta. I più significativi:  quello di sindaco di Bologna dal 1966 al 1970 e quello di Presidente della Regione Emilia-Romagna, il primo Presidente della Regione, tra il 1970 e il 1976. Fu anche, in seguito, parlamentare e parlamentare europeo.
Perché ricordo Guido Fanti? Perché era uno che concepiva la politica, come tanti della sua generazione in tutti gli schieramenti, come servizio al Paese e non come strumento di arricchimento personale o agone per una guerra per bande come ci è accaduto di osservare negli ultimi decenni. Nell'attuale contesto, che vede alla ribalta uomini politici troppo spesso di uno squallore intellettuale e morale insopportabile, ricordare uomini come Fanti è doveroso e necessario. Se l'Italia è precipitata dove è precipitata è anche e soprattutto perché uomini come Fanti, De Gasperi, e tanti altri sono stati sostituiti da quelli che imperversano in questi tempi bui.
Ma voglio ricordare Fanti anche per un'altra ragione. Fanti era convinto assertore di un modello di società senza troppi squilibri, solidale, in cui la libertà di inziativa e di impresa si coniugassero con la difesa dei cittadini meno fortunati o semplicemente meno dotati. Economia sociale di mercato, in pillole.
E non c'è miglior modo di capire i suoi valori e le idee in cui credeva che ricordare un passaggio del discorso di insediamento come Presidente della regione Emilia-Romagna, il 23 Luglio 1970.
"Sentiamo che con noi e in noi agisce un patrimonio prezioso come nessun altro, perché si è costruito e arricchito attraverso decenni e decenni di storia della nostra regione, attraverso gli apporti che con dolore, sacrificio e dure lotte hanno espresso gli uomini migliori: la povera gente, gli sfruttati.Un patrimonio che si fonda sui valori umani di libertà, uguaglianza, pace"
Sono i valori e "les Principes", a ben vedere, che ci vengono dal 1789 filtrati, nei due secoli successivi, attraverso le esperienze socialiste e del cattolicesimo più aderente allo spirito evangelico, e che hanno consentito all'Europa, quando hanno avuto modo di affermarsi, di garantire ai popoli un buon tenore di vita, l'ascensore sociale aperto, la possibilità per ciascun cittadino di valorizzare al meglio i propri talenti.
Sono i valori su cui anche oggi poggiano le società scandinave, che sono i Paesi del mondo dove si vive complessivamente meglio, e che in Italia hanno sempre avuto la Regione Emilia come faro.
I tempi cambiano e bisogna cercare di aver sempre lo sguardo aperto lontano nel futuro ma senza dimenticare ciò che di buono ci viene dal passato. Fanti ci ha lasciato qualcosa di buono e mi sembrava giusto ricordarlo. Il mio spazio serve anche a questo, nelle mie intenzioni.

2 commenti:

  1. Ciao Alberto. Ma di uomini come Fanti, di uomini veramente sinceramente democratici, con forte senso morale, con ideali che non siano solo il guadagno, il tutto possibile, se posso mi concedo tutto..... perchè sono, vorrei dire siamo, scomparsi dalla politica? Non è un po' anche colpa nostra? Abbiamo abbandonato il campo, abbiamo scelto altre strade; anche noi abbiamo privilegiato, compiacendocene, il fatto di starcene fuori

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  2. Mi ha fatto piacere ritrovare un tuo commento. Sono d'accordo con te ma solo in parte. Il fatto è che man mano che i partiti si trasformavano in centri di potere al servizio degli interessi di quella che è stata chiamata "casta", la cooptazione interna ai partiti stessi ha cominciato ad escludere le persone che non fossero in linea con la nuova "mission" che i partiti si erano dati. L'enorme debito pubblico si è formato così:lo spreco di denaro pubblico è diventato una "variabile indipendente" perché il fine ultimo era la conquista e la conservazione del potere, non l'interesse comune. Ora siamo arrivati al capolinea. E il problema per il futuro sarà quello di individuare sistemi di selezione del personale politico diversi. Altrimenti saremo punto e daccapo.

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