Una persona che stimo come nessun'altra, a proposito dei discorsi che sto' facendo sulla tolleranza mi ha rimproverato a tutto tondo: non basta la tolleranza, ci vuole la solidarietà. Ne sono convinto anche io, mi sembra di averlo dimostrato in tutto il mio percorso, e le risponderò in maniera organica, ma mi sembra che se perdiamo la tolleranza poi sarà difficile esercitare le solidarietà. Mi spiego: dobbiamo all'illuminismo, sarò fissato ma è così, una serie di principi che si sono imposti gradualmente e faticosamente in questi ultimi tre secoli: libertè, egalitè, fraternitè.
(nell'ordine)
In primis la libertè che trova nella tolleranza il suo fulcro (art 21 della Costituzione), l'uguaglianza (art 3 della Costituzione) e poi la solidarietà(art 3 ed altri) che rrimane utopia se non poggia su solide basi di principio ed economiche.
Ebbene cosa succede: che l'intergalismo islamico e non solo quelllo ci sta riportando a tempi che ritenevamo non potessero ritornare, la sentenza che assolve "il patetico", e da me largamente prevista, rimane una vergogna e lede il diritto di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, quanto alla solidarietà mi sembra che il successo di Matteo Salvini sia emblematico. Quanto alla classe politica in genere c'è una tale corsa a cercare di scappare e di trovare un porto sicuro, quale che sia, che la solidarietà (tra di loro) trova continue conferme.
Così è, a me pare
Quanto all'altro Matteo, il Renzi, mi pare di aver detto da tempo che è un pericolo per la democrazia e per il futuro del Paese. Così è, non mi pare-
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