Busto Arsizio, per chi non la conoscesse, è la sesta città della Lombardia per popolazione residente(oltre 82.000 abitanti, qualche centinaio in più di Varese, capoluogo provinciale). Un tempo veniva chiamata la Manchester d'Italia perché era il più importante centro tessile del nostro Paese; ora quei tempi non ci sono più ma lla città ne ha conservato l'impianto di una comunità solida che fa dell'understatment la sua cifra propositiva. Niente a che vedere con la Brianza dove la ricchezza si ostenta mentre qui si nasconde.Qui quello che avanza non lo si butta,, si riutilizza. Ne sono attualissima conferma le vicende delle candidature a sindaco in vista delle elezioni della primavera prossima. Il sindaco uscente, Farioli, non può candidarsi perché già al secondo mandato, le forze politiche stanno cercando il successore.
Il PD, che alle ultime europee è diventato il primo partito della città, sembra stenti a trovare tra i suoi tanti cavalli di razza il candidato unitario per cui sembrerebbe emergere l'ipotesi di un candidato trasversale sostenuto da una coalizione che comprendeva fino a ieri anche il gruppo diciamo "cattolico liberale sul conservatore" del senatore Rossi, mitico sindaco che per sette volte è stato primo cittadino di Busto, la prima volta nel giurassico, le altre in tempi più recenti. Ma sembrerebbe che il senatore abbia interrotto le trattative con il PD e visto che nel centro destra c'è aria di rompete le righe, stia meditando di presentarsi lui come candidato sostenuto dalle forze più responsabili della città, in primis dall'autorevole avvocato Cornacchia. Del resto a 88 anni lui si sente vispo come un ventenne e non si può dire che gli manchi l'esperienza.
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