Romano Prodi nell'Aprile dello scorso anno ha rilasciato una intervista su politica e democrazia a Marco Damilano. Editore Laterza. "Missione incompiuta"è stato titolato l'insieme delle conversazioni tra i due e delle riflessioni del professore bolognese. Perchè, allo stato, il progetto, non l'utopia, il progetto, di dar vita ad un soggetto politico che mettesse insieme le forze "teoricamente" riformiste per liberare il Paese dalle arretratezze che lo appesantiscono, è se non fallito definitivamente senz'altro un progetto incompiuto. L'ulivo del 2005 che doveva trovare nel PD il suo sbocco politico ha fallito la sua mission. Dico di più, la situazione odierna è di gran lunga peggiore di quella di dieci anni fa. Le forze laico-socialiste che allora avevano la loro identità sono di fatto evaporate e resistono soltanto in alcuni soggetti che fanno politica da sempre ma che non hanno alcuna spinta propulsiva. Le forze cattoliche si sono trovate ad essere rappresentate da un soggetto, Matteo Renzi, che è comunque estraneo ed anomalo rispetto al loro modo di sentire. Matteo Renzi al quale va riconosciuto il merito di aver accelerato significativamente il ritmo dell'azione di governo, accelerazione assolutamente necessaria, ma che si è perso per aver sottostimato il Paese.
In passato ho detto e scritto che il progetto Ulivo non aveva alcuna possibilità di successo vista la distanza abissale tra l'ambiente intellettuale bolognese nel quale era stato concepito ed il Paese reale.
Renzi non ha capito che il Paese reale è comunque migliore e più avveduto di quanto lui non pensi. Non si può irridere alla intelligenza ed al buon senso di un intero popolo trattandolo come un minorato mentale.
Due esempi per tutti:
a) non si può presentare l'Italicum come lo strumento per ridurre i costi della politica. L'Italicum toglie ai cittadini il non grande spazio che avevano di scelta dei propri rappresentanti in parlamento. L'Italicum uccide la democrazia. L'unica legge elettorale che funziona è quella per le elezioni comunali ed oggi, a mio avviso, se ne è avuta ampia conferma
b) non si può proporre agli Italiani di poter andare in pensione "prima" pagandosi di tasca propria la scelta con l'accensione di finanziamenti bancari da rimborsare in venti anni. I molti che moriranno prima di ave rimborsato il prestito, lasceranno l'onere agli eredi? E gli eredi acceteranno con beneficio di inventario?
Da qui nasce il pessimo risultato odierno del PD la cui sconfitta nasce:
- dall'aver interrotto ogni circuito comunicativo con l'elettorato. La bassissima percentuale di votanti è responsabilità prevalente del PD oltreché di quel poveruomo di Arcore che sogna improbabili rivincite
- dall'essersi caratterizzato per la "guerra per bande" che giornalmente lo scuote
- dal non aver minimamente cambiato rotta in ordine alla qestione morale
- di aver continuato a raccontar balle agli Italiani. La crisi non può finire perché non è una crisi. La nostra economia si è quasi completamente deindustrializzata, non c'è più base produttiva, la pubblica amministrazione è da far ripartire da zero, il debito pubblico (dati pubblicati il 15 Giugno) ha raggiunto un nuovo record, Il tessuto sociale è lacerato, la globalizzazione continua a mietere vittime, la pressione migratoria sullEuropa ed in particolare sulla Grecia e sul nostro Paese, non è sostenibile
Su questi basi la "ripartenza" da dove riparte?
Scrivo e pubblico nel pomeriggio di Domenica 19, con largo anticipo e non ho alcuna remora a "metterci la faccia". che riguarda comunque un ristretto numero di persone che hanno la bontà di leggere quello che scrivo.
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