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martedì 3 marzo 2009

LA CRISI

Da molti mesi ormai i media ci inondano con un flusso continuo di notizie sulla crisi, che in effetti è la più grave del dopoguerra, ancora non ha manifestato tutte le sue negatività, non da segni di rallentamento o inizio di inversione di tendenza e sta condizionando pesantemente risparmi, tenore di vita, assetti sociali, occupazione praticamente in ogni parte del mondo. Non voglio in questa sede aggiungere un altra voce alle tante che si sono espresse sull'argomento.Mi voglio limitare ad alcune semplici osservazioni che sono quelle che facciamo settimanalmente con coloro che hanno la bontà di seguire il mio corso alla UNIVERSITER di Castellanza .

la CRISI ha poche semplici cause:

a) l'assoluto liberismo economico che ha caratterizzato le economie mondiali in questo ultimo decennio e che ha trovato nell'amministrazione Bush il principle promotore e sostenitore

b) la totale mancanza di eticità nei comportamenti dei gruppi dirigenti delle Istituzioni finanziarie( in primis banche e assicurazioni ) non solo degli Stati Uniti ma di tutta la comunità finanziaria internazionale

c) assoluto liberismo e totale mancanza di eticità che hanno trovato terreno fertile nella totale mancanza di controlli, a tutti i livelli, e conseguente azzeramento del rischio di sanzioni.

d) la finanziarizzazione dell'economia a livello internazionale con prevalenza assoluta, appunto, dell'approccio finanziario, amplificato dall'effetto leva, sulle problematiche industriali. E' stata in sintesi una gigantesca corsa all'oro durante la quale ognuno ha sgomitato non rinunciando a nessun mezzo, lecito o illecito, per fare soldi, in fretta, sempre più in fretta, di più, sempre di più, soldi fatti manovrando soldi in un delirio di nuovi prodotti finanziari sempre meno trasparenti, sempre più costruiti per assicurare agli emittenti profitti lauti e rapidi

e) l'aumento vertiginoso degli emolumenti dei managers sia di vertice che intermedi che ha fatto cadere ogni remora morale visto che essi erano legati ai risultati, questi ultimi di breve periodo e conseguiti con non importa quale mezzo

La CRISI scoppiata negli Usa e propagatasi rapidamente in tutto il mondo perchè già tutte le economie mondiali erano "infettate", è partita come crisi finanziaria, che ha distrutto risparmi, e si è rapidamente trasformata in crisi industriale, che ha distrutto, sta distruggendo,distruggerà, LAVORO e posti di lavoro.

Come se ne esce: semplicemente eliminando tutte le cause enumerate nei punti precedenti

E' necessario ritornare a comportamenti eticamente corretti, comportamenti monitorati in continuazione da organismi di controllo a vari livelli che debbono sanzionare rapidamente e duramente le anomalie. E' necessario ridimensionare drasticamente gli emolumenti dei managers finanziari, ridurre il peso della finanza nella economia mondiale, ridare agli stati nazionali e alle istituzioni sovranazionali (la UE per quanto ci riguarda) un ruolo di indirizzo, controllo, governo dell'economia, perché la giusta libertà di impresa non può e non deve diventare possibilità di manovra senza limiti e senza controlli per gli operatori

Osservazioni ingenue le mie?: forse. Ma ho l'impressione che in mancanza di una "palingenesi" nell'ordine economico mondiale, palingenesi innanzitutto morale, l'alternativa sia la distruzione degli assetti economici con un drammatico coinvolgimento di noi tutti, intesi come persone, famiglie, collettività, nazioni. Risollevarsi sarebbe sempre possibile ma a prezzi forse più alti di quelli che si sono pagati in passato con le guerre cosiddette "mondiali"
Se invece la crisi determinerà una approfondita riflessione su ciò che è avvenuto con conseguenti coerenti provvedimenti, abbiamo la ragionevole speranza di un futuro migliore.

1 commento:

  1. preferisco il tuo argomentare a quello di tremonti, che mi è parso infarcito di una buona dose di demagogia
    ciao
    erica

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