Bosch è tra i pittori il più inquietante. Tutta la sua pittura è allegorica, piena di significati nascosti legati a circoli esoterici e alchemici che pullulavano nell'Europa colta del tempo( Bosch è nato nel 1450 ed è morto nel 1516).
L'opera più complessa ed inquietante è il "Trittico del giardino delle delizie" esposto al Prado. Tre anni fa sono restato più di un ora davanti al trittico, sfidando con la mia immobilità turisti giapponesi e di tutte le nazionalità, per conservarne un ricordo di insieme ed un'emozione. Impossibile pensare di decifrare il linguaggio del dipinto. Ci vorrebbe una vita e il tempo e la tranquillità per cogliere i particolari. Per questo ho un bel libro edito da ALFIERI e LACROIX e un CDROM. Ma anche con il loro ausilio più si cerca di approfondire e meno si afferrra, razionalmente.
Tra i tanti quadri dipinti c'è la "Nave dei Folli", esposto al Louvre, che riprende un tema ricorrente nella seconda metà del quattrocento e che ha assonanze anche con "L'Elogio della follia" di Erasmo.
Mi è venuto in mente il quadro di Bosch - nei giorni scorsi - leggendo le cronache delle convulsioni di un regime ormai allo stremo, di un leader ormai fuori di testa, di un nugolo di gerarchi alla affannosa ricerca di una via di uscita.
Analizziamo il quadro: otto personaggi sono sulla barca, un altro é sul ramo di un albero a tridente innestato sullo scafo, due altri sono nell'acqua, scura e spessa, un altro infine sbuca da una siepe e dirige un coltello verso un volatile appeso all'albero che sembra un albero della cuccagna. Perchè la nave, di fatto, è attaccata alla riva e l'albero maestro della nave si confonde con un albero a terra.
Degli otto personaggi sulla barca in evidenza un monaco francescano ed una monaca che suona il liuto. Il liuto, come le ciliege poste sulla tavola, sono simboli erotici. I due, come altri tre personaggi sulla barca cercano di addentare una pendula focaccia mentre a prua un'altra monaca, con in mano una brocca allusiva al suo sesso, infastidisce un uomo che tiene sospeso sull'acqua , oltre la sponda della barca, un serbatoio (simbolo fallico). A poppa un uomo vomita, segno della disgregazione dell'essere, I due personaggi in acqua, nudi, fanno forse riferimento ad un bagno di purificazione. Infine tra le fronde un ladruncolo con un coltello (simbolo fallico) sembra intento a segare il laccio che tiene il volatile ( un pollo, un cigno,?) al di sotto dell'orifiamma con la mezzaluna issata sul tronco di nocciolo, pianta simbolo della bestialità, tra le cui fronde sogghigna una maschera di gufo. Ho detto che l'albero della nave si confonde con un albero piantato sulla riva.
Ho lasciato per ultimo il personaggio appollaiato sull'albero a tridente. Il personaggio è gibboso più che gobbo: è IL FOLLE ventiduesimo arcano maggiore dei tarocchi che indica LA FINE DEL GIOCO. Il personaggio beve da una coppa rituale , volge la gobba alla follia, due corna spuntano dal suo cappuccio (fauno, diavolo?) e con la mano sinistra regge un'asta alla quale è infissa un strana testa di monaca ( o di strega?)
Il quadro è stato dipinto sulla fine del quattrocento: poi sono arrivati riforma, controriforma, il metodo sperimentale e, finalmente, l'illuminismo che ha posto fine a interpretazioni irrazionali della realtà.
LA NAVE DEI FOLLI, quindi, è preilluminsta, esattamente come l'attuale premier che, del resto, non ha mai negato, anzi ha sempre esaltato, l'influenza che l'elogio della follia di Erasmo ha avuto su di lui.
domenica 29 maggio 2011
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