Ieri sera ultimo concerto dell'anno all'AUDITORIUM di Largo Mahler a Milano.
L'Auditorium è bellissimo, ha una acustica perfetta ed è il luogo ideale per ascoltare buona musica.
Programma diviso in due parti, come sempre. La seconda parte due composizioni di Mozart molto conosciute, il Concerto in re minore per pianoforte e orchestra K466 e la sinfonia n.41 in Do maggiore K551, la straconosciuta Jupiter.
Ma la prima parte? direte. Ebbene la prima parte è stata occupata da una composizione di un compositore mio coetaneo, FABIO VACCHI, nato a Bologna nel 1949. La composizione :"Prospero o dell'armonia"melologo per attore e orchestra" - Testo da La Tempesta di Shakespeare.
Come si fa a descrivere cosa è? Diciamo che è un testo (stavolta LA TEMPESTA di Shakespeare) recitato e illuminato per la sua comprensione e godimento dalla partitura musicale. E' un "genere"del tutto particolare con il quale VACCHI si è cimentato più volte. In genere su passi tratti da testi sapienzali delle religioni monoteiste (Irini, Shalom.Esselam)
L'effetto del tutto è piuttosto strano ed al primo impatto di non facile comprensione. Per descriverlo userò le espressioni che Mozart utilizzò in una lettera a suo padre nel 1778 dopo essersi imbattuto a Mannheim in alcune rappresentazioni in forma di melologo:
"Non si canta; solo recitazione al cui cospetto la musica si comporta come una specie di accompagnamento obbligato ad un recitativo. A volte si parla mentre la musica prosegue ciò produce un magnifico effetto"
L'impatto non è dei più facili ma tutte le opere frutto di ricerca sono non facili appunto perchè sono nuove. Ma senza ricerca il mondo non andrebbe avanti e saremmo ancora a Giotto o a Benedetto Antelami o alla Carta di Capua ( sao ke kelle terre per kelle fini ke ki contene, trentanni le possette parte Santi Benedicti" Gia da allora non c'era verso di fargli pagare l'IMU.
N O T A : MELOLOGO " Declamazione di una composizione letterariacon accompagnamento musicale" dal Sabatini Coletti, vocabolario della lingua italiana
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