Su "La Repubblica" di oggi c'è un bellissimo editoriale di Massimo Giannini che vi segnalo e che condivido pienamente. L'articolo commenta la relazione annuale del governatore della Banca d'Italia. Giannini è forse il giornalista che stimo di più; ne apprezzo la "chiarezza" con cui affronta i temi che tratta, in genere temi economici, la lucidità, la pacatezza, che è indice di forza, lo stile asciutto e che non indulge minimamente alla ricerca dell'effetto. Ne condivido praticamente sempre le analisi ed i giudizi.
Il governatore Visco, con il suo stile ancora più asciutto, ha messo il Paese di fronte alla realtà di una situazione che è oggettivamente drammatica. Nessuna meraviglia in me, è da tempo che penso, e scrivo, che la nostra "crisi" non è congiunturale ma strutturale e che da troppo tempo manca una guida autorevole per il Paese. Ho scritto anche un libro sull'argomento, che ho intitolato "Sulla crisi e dintorni".
Ed è tragico che, di fronte alla spietata forza dei numeri, le forze politiche continuino imperterrite a fare tutto tranne che "fare politica" che, lo ricordo, significa mettersi al servizio dell'interesse e del bene della "polis". Se la politica non è questo, non è niente. Tutto il resto, come avrebbe detto Franco Califano, è noia.
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