Tanto intrigante e promettente il prologo, tanto deludente il libro. Perché se è vero che, come afferma l'autore, questo è il sesto ed ultimo scritto di un percorso intellettuale, morale, politico, esistenziale che ha approfondito il "gnozere sauton" e il "cercare il senso della vita" da parte di Scalfari, allora in questo libro si doveva "andare a sintesi" ed invece la "sintesi" io non la ho trovata. Ho trovato una serie di episodi della vita dell'autore, alcuni dominati dall'eros, altri dal caso, ma con sempre ben presente narciso, alcuni dei quali interessanti, anzi molto interessanti, ma le "conclusioni" non ci sono e a 89 anni ci dovrebbero essere. E' vero che nell'incontro con Fabio Fazio domenica sera Scalfari ha sintetizzato dicendo che "il senso della vita.............è la vita stessa." espressione che mi è piaciuta per la sintesi e per la conclusione in sé.
Ma nel libro non c'è o, meglio, c'è ma la trovo in contraddizione palese con tutto il pensiero di Scalfari. Nell'ultimo capitolo, a pag. 133, arriva a concludere che il pilastro di tutto è "amore" "eros"che "dispensa con larghezza il senso della vita" dice Scalfari "Il signore degli dei non è Zeus nè altri ma Eros e la sua infinita potenza che coincide con la vita in tutte le sue forme" "Non è un Dio e non trascende la vita perché è immanente alla vita." Il senso d cui abbiamo disperato bisogno e senza il quale non potremmo sopravvivere è Eros che ce lo dona." E no, caro Scalfari, non mi basta: se il senso della vita ce lo desse solo Eros non avremmo la nostra identità di uomini e donne.Eros sì ma con Atena a fianco perché se è vero che il senso della vita...............è la vita, la vita è esercizio continuo di intelligenza che si chiede, si interroga, si da risposte. E questo vale soprattutto per i consapevoli. Da te, Eugenio mio, non me lo aspettavo: proprio tu che sei figlio di Spinoza e di Voltaire. E' un libro colto, erudito, pieno di collegamenti, di riferimenti, di rimandi, un libro "narciso" perché narciso è l'autore. Un libro che ha intrigato all'inizio il lettore che scrive, anche lui "narciso". Ma che ha deluso perché anche i narcisi, almeno quelli consapevoli, sanno di essere un granellino nell'immensità dell'universo e avrebbero consciamente o inconsciamente desiderato trovare un senso attraverso l'esperienza di vita dell'autore. Ma a pensarci bene perché chi scrive avrebbe dovuto trovare attraverso altri o con l'aiuto di altri il senso? Questo è compito che ognuno di noi non può delegare e il trovare il senso è esercizio che ciascuno di noi è chiamato a fare da solo ogni giorno, perché il senso della vita..............è la vita.
Grazie quindi e comunque a Eugenio Scalfari, del quale tutto si può dire tranne che non sia consapevole.
Ma nel libro non c'è o, meglio, c'è ma la trovo in contraddizione palese con tutto il pensiero di Scalfari. Nell'ultimo capitolo, a pag. 133, arriva a concludere che il pilastro di tutto è "amore" "eros"che "dispensa con larghezza il senso della vita" dice Scalfari "Il signore degli dei non è Zeus nè altri ma Eros e la sua infinita potenza che coincide con la vita in tutte le sue forme" "Non è un Dio e non trascende la vita perché è immanente alla vita." Il senso d cui abbiamo disperato bisogno e senza il quale non potremmo sopravvivere è Eros che ce lo dona." E no, caro Scalfari, non mi basta: se il senso della vita ce lo desse solo Eros non avremmo la nostra identità di uomini e donne.Eros sì ma con Atena a fianco perché se è vero che il senso della vita...............è la vita, la vita è esercizio continuo di intelligenza che si chiede, si interroga, si da risposte. E questo vale soprattutto per i consapevoli. Da te, Eugenio mio, non me lo aspettavo: proprio tu che sei figlio di Spinoza e di Voltaire. E' un libro colto, erudito, pieno di collegamenti, di riferimenti, di rimandi, un libro "narciso" perché narciso è l'autore. Un libro che ha intrigato all'inizio il lettore che scrive, anche lui "narciso". Ma che ha deluso perché anche i narcisi, almeno quelli consapevoli, sanno di essere un granellino nell'immensità dell'universo e avrebbero consciamente o inconsciamente desiderato trovare un senso attraverso l'esperienza di vita dell'autore. Ma a pensarci bene perché chi scrive avrebbe dovuto trovare attraverso altri o con l'aiuto di altri il senso? Questo è compito che ognuno di noi non può delegare e il trovare il senso è esercizio che ciascuno di noi è chiamato a fare da solo ogni giorno, perché il senso della vita..............è la vita.
Grazie quindi e comunque a Eugenio Scalfari, del quale tutto si può dire tranne che non sia consapevole.
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