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mercoledì 28 settembre 2011

LA QUESTIONE MORALE

Il Cardinal Bagnasco, Presidente della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, ha fatto recentissimamente, come noto, dichiarazioni pesantissime stigmatizzando il comportamento del premier, pur senza mai citarlo direttamente  e segnando di fatto una rottura secca tra gerarchie e governo.
Ha anche detto, tra l'altro, che " La questione morale non è una invenzione mediatica.Ci sono comportamenti licenziosi che ammorbano l'aria. Serve purificare l'aria"
E così anche le gerarchie hanno preso le distanze; era ora, osservo io, e comunque, a mio avviso, troppo tardi. Troppo facile farlo ora. Gli uomini ispirati da Dio dovrebbero aver chiari per tempo i percorsi. Prendere le distnaze ora li fa  assomigliare più che a uomini ispirati da Dio a cinici uomini di potere ispirati da Mammona.
Fatta questa premessa, mi fa piacere che "la questione morale" ritorni ad essere posta al centro di tutto. Sostengo da tempo, e lo scrivo, che la questione morale è la madre di tutte le questioni, che nessuna misura in campo economico può raggiungere alcun obbiettivo se non accompagnata da un ritorno a principi e comportamenti eticamente corretti
E' anche la tesi di fondo del mio libro "Sulla crisi e dintorni" che ho pubblicato in Gennaio, come ho avuto modo di chiarire nella Prefazione che ho fatto al libro stesso.
Non è moralismo, ma ritengo che il "contratto sociale" che ci lega come nazione e come Stato esige che vengano fissate delle regole e, soprattutto, che le si rispetti. E la prima regola è il rispetto delle regole, altrimenti tutto si scompone in anarchia dove il più forte azzanna il meno forte o più piccolo e dove si ritorna ad una brutale legge della giungla.
Mi fa piacere questo ritorno alla centralità dell'etica.
Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me scrisse qualcuno oltre due secoli fa.
Principio valido ora più che mai

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