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lunedì 30 aprile 2012

ANCORA SUI DERIVATI

Mi rendo conto che la materia "derivati" non è di quelle che entusiasmano, ma alla luce delle riflessioni ulteriori fatte insieme ad un amico, conosciuto recentemente ma con il quale ho trovato immediata comunanza di sentire, ritengo utile completare il discorso sul derivato chiuso il 3 Gennaio con l'esborso a Morgan Stanley di 3,2 miliardi di dollari, pari a circa 2,5 miliardi di euro.
Avevamo detto nei precedenti post (del 20 ,23 e 26 Aprile ) che:
a) l'operazione era stata chiusa ad inizio anno nuovo su iniziativa Morgan Stanley
b) si era cercato di far passare sotto silenzio l'operazione anche per evitare di essere costretti a spiegarne i dettagli
c) l'operazione era stata impostata nel 1994 quando il ruolo di Direttore Generale del Tesoro era coperto da Mario Draghi
Ora c'è qualche elemento di riflessione in più:
d) indovinate chi è il rappresentante di Morgan Stanley in Italia in questo momento? Risposta: Domenico Siniscalco ex Direttore Generale del Tesoro ed ex ministro dell'economia.
Sembra il circolo del Bridge o della scacchistica: Tremonti, Siniscalco, Draghi, Grilli, Visco, Ignazio, Monti: cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia
e) vi chiederete; certo che deve essere stato pesante far uscire tutto quel denaro già ad inizio anno. Risposta: non c'è stato nessun esborso perché l'operazione è stata triangolata con Banca Imi, Gruppo Intesa-San Paolo. In pratica al creditore Morgan Stanley si è sostituita come creditore Banca Imi. E chi era - vi domanderete - Amministratore Delegato d Banca Intesa fino a pochi mesi fa? Risposta: elementare, Watson; era Corrado Passera, toh!, proprio lui. Più che il circolo del Bridge sembra uno di quei Club inglesi dove entrare è praticamente impossibile e lo si può fare solo se si è cooptati da parte dei soci (speriamo non si debba scoprire che, più che soci, sono associati)
f) essendo ormai venuta alla luce l'operazione ci sono state delle interrogazioni parlamentari alle quali il Viceministro Grilli ha dovuto rispondere. Come? Di fatto in maniera reticente.
Non ci vedo chiaro per cui ritengo sempre più necessario che il governo comunichi al più presto al Parlamento, all'opinione pubblica, al Paese quanti derivati sono in essere,quale è l'attuale "mark to market", quante sono state le perdite passate e, soprattutto, perché sono stati fatti e da chi. La mia impressione che li si sia fatti per nascondere, occultare, la reale situazione del debito. Dubito che Monti lo possa o lo voglia fare . 
E' anche per questo che sono piuttosto pessimista sul futuro del Paese. Seguirò, di concerto con il citato amico, l'evoluzione del"giallo" derivati e vi relazionerò.

2 commenti:

  1. Ma quanti derivati ha in pancia la Pubblica Amministrazione? Quanto ha già pagato o dovrà pagare il Comune di Milano? Possibile che non si possa chiedere il conto a nessuno?

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  2. Caro Peppino, innanzitutto ben tornato. Alla tua domanda rispondo:
    a) sembra che siano 160 miliardi + quelli degli enti locali
    b) scarsissima trasparenza. Io da tempo cerco di sollevare il velo, dammene atto; a questo punto il premier ha il dovere di dire la verità al Paese con nomi, cognomi ed indirizzi. Ogni giorno che passa in questo Paese si scopre un nuovo black hole

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