Antonio Catricalà, nato nel 1952 a Catanzaro, potrebbe essere definito un grand commis di Stato nel senso che da decenni ormai copre incarichi istituzionali di rilievo tra i quali quello di Presidente di sezione del Consiglio di Stato, Presidente dell'autorità garante della concorrenza dal 2005 al 2011 e, attualmente, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
E' anche professore a contratto di Diritto dei Consumatori alla LUISS .
Certi incarichi possono essere ricoperti o per intrinseche eccezionali qualità, e non è il caso di Catricalà, a mio avviso, o perché si è nel giro giusto e si hanno doti di galleggiamento tra le procelle della vita politica e istituzionale. E' questo il caso di Catricalà, sempre a mio avviso.
Non ho mai stimato il nostro che mi ispira un sentiment di diffidenza a pelle. Il mio giudizio si è ulteriormente rafforzato dopo la partecipazione del sottosegretario alla trasmissione Ballarò di questa settimana.
Il nostro, tra incertezze e pressappochismi vari, ha detto due corbellerie che a mio avviso sono imperdonabili in un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Ha detto che:
a) lo spread della giornata tra i bund tedeschi e il nostro BTP decennale era di 225 punti base mentre invece era di 325 come gli è stato fatto notare. Poca cosa, direte. Secondo me invece è sintomatico di una conoscenza superficiale e a spanne delle problematiche imperdonabile in chi riveste il suo ruolo
b) ancor più grave l'affermazione secondo la quale ogni punto in più di spread equivale ad un aggravio di 2 miliardi sul bilancio dello stato. Non è così, caro Catricalà. Perché se si intende per un punto un punto, allora l'aggravio è di 20 miliardi mentre se per punto si intende un punto base, cioè un centesimo di punto, allora l'aggravio è di 200 milioni., ma mai può essere di 2 miliardi. Anche in questo caso, errore veniale, direte; no, sempre a mio avviso è l'errore di chi non padroneggia la materia ed anche questo è imperdonabile in chi riveste il suo ruolo.
In conclusione inserisco il sottosegretario tra gli spannish men , cioè quelli che vanno a spanne, categoria ampiamente rappresentata nel nostro Paese
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