La questione morale è tornata ad essere percepita come centrale per il futuro del Paese da parte di larghi strati di cittadini.
Il quadro così delineato e che trova concordi molti mi ha fatto fare un collegamento con un passaggio dei Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift che ricordavo solo a grandi linee. Ho rintracciato il testo - Google fa miracoli - che si è confermato strumento prezioso per interpretare le necessità dei tempi oggi come all'epoca in cui Swift scriveva (1726). Vi riporto integralmente il passaggio lasciandolo alla vostra valutazione:
"Onestà più che altezza di ingegno viene richiesta per ottenere le cariche; poiché si pensa che, essendo necessario al genere umano un governo, la provvidenza non può aver fatto dell'amministrazione dei pubblici affari una scienza misteriosa ed oscura, da affidarsi solo a spiriti singolari e sublimi, come se ne trovano si e no un paio in un secolo; ma essi credono (siamo nel Paese di Lilliput) invece che la lealtà, la giustizia, la moderazione e simili virtù siano alla portata di tutti e chi le possiede possa, con un po' di buon senso e di pratica , rendere i maggiori servigi al proprio Paese. Invece la mancanza di virtù morali non può, secondo essi, venir compensata da nessuna superiorità intellettuale; anzi chi possedesse quest'ultima senza avere buoni costumi e onesta fede diventerebbe assai più pericoloso, come pubblico funzionario, d'un uomo perbene anche se indotto e di mediocre levatura; poiché gli errori d'un uomo onesto non possono portare mai tanto nocumento quanto le tenebrose trame di un ministro scellerato che troverebbe nella propria intelligenza i mezzi necessari per fare il male impunemente"
A me sembra che le parole di Swift, a distanza di poco meno di tre secoli, siano pienamente condivisibili. Condivido il giudizio con il mio amico Mario Brambilla Pisoni
Ciao prof Alberto. Una sera mi sono lasciato trascinare in una discussione molto animata con un amico ingegnere il quale da circa 40 anni mi propina ricette economiche sicure per salvare l'Italia (lui era Andreottiano ai tempi in cui il sottoscritto votava Berlinguer). Io non penso, e non ho mai pensato, che la sola presenza di un buon amministratore possa sistemare al meglio e definitivamente tutti i nostri malanni. Premesso che non si può rinunciare a capacità e moralità nella gestione del patrimonio pubblico; vorrei ricordare che la politica è, innanzitutto, una filosofia di vita che deve tendere al progresso ed al benessere di tutti i cittadini. Nella discussione con l'amico ingegnere ho dovuto ricordargli che gli Euro ed i Megawatt da soli non sono sufficienti a migliorare il mondo, anzi, talvolta riescono a peggiorarlo.
RispondiEliminaCiao, Gastone Campanati