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sabato 22 giugno 2019

IL DEBITO PUBBLICO

Mentre gli esponenti di vertice del  nostro governo sono impegnati nel cercare di convincere la "commissione" e i nostri partners sulla efficacia della nostra politica economica a raggiungere l'obbiettivo della riduzione del debito(ricordo che la procedura di infrazione della quale si discute è "per eccesso di debito"), i supplementi ai bollettini economici che Bankitalia pubblica mensilmente delineano un quadro che smentisce, con le cifre, le affermazioni del nostro governo. L'ultimo bollettino, uscito il 17 Giugno con i dati a fine Aprile, evidenzia un nuovo record del debito: 2.373 mld di euro con un aumento di 15 mld rispetto a Marzo e di 52 mld rispetto a fine 2018(avevamo chiuso il 2018 a quota 2.321).
Qui non si tratta di qualche decimale in meno o in più sul PIL, qui non si tratta se la FLAT tax metterà in moto un meccanismo virtuoso che "miracolosamente" ci permetterà di invertire la tendenza, qui non si tratta di vedere se il reddito di cittadinaza produrrà un qualche effetto; qui si tratta che la locomotiva Italia sta andando a schiantarsi  ad alta velocità contro il muro degli errori accumulati in tutti questi ultimi anni, il primo dei quali il non voler vedere l'evidenza, il non voler aprire gli occhi davanti ad un Paese, ad una economia, ad una società che si stavano sgretolando in maniera evidente e sempre più rapidamente. Il massimo lo abbiamo raggiunto con il "duo" Salvini - Di Majo che stanno massacrando la logica, l'aritmetica, il buon senso e l'etica.
Poi non lamentiamoci se all'estero ci giudicano come ci giudicano.
 

lunedì 10 giugno 2019

L'ITALIA CHE E' L'ITALIA CHE SARA'

Con i ballottaggi ormai alle spalle dovrebbe essersi conclusa, si spera, la lunghissima campagna elettorale che ha assorbito gran parte del tempo e delle energie delle forze politiche e dei loro leaders. Campagna elettorale che potrebbe peraltro riaprirsi a breve se, come molti prevedono, si aprirà una crisi di governo e si andrà ad elezioni politiche anticipate.
Il responso delle urne è stato chiarissimo: forte successo della LEGA che Salvini ha trasformato con risultati eccellenti da partito localistico a partito nazionale con accentuate connotazioni di destra, forte ridimensionamento del movimento 5 stelle,  discreto recupero del Partito Democratico, ulteriore logoramento di Forza Italia, buon  successo di Fratelli d'Italia ben guidata da Giorgia Meloni. Le altre formazioni sono irrilevanti.
Rammento che la delegazione italiana alla nona legislatura del Parlamento europeo sarà costituita  da 76 parlamentari(73 + 3 che diventeranno effettivi all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione) su un totale di 751 (la Gran Bretagna è ancora membro a tutti gli effetti) così ripartiti: LEGA 28 - PARTITO DEMOCRATICO 19 - MOV 5 STELLE 14 - FORZA ITALIA 8 FLLI D'ITALIA 6 SVP 1.
Se si guarda ai risultati quali emergono dal voto dei 28 Paesi si rileva che i partiti cosiddetti "sovranisti" hanno ottenuto un consenso nettamente inferiore a quello atteso e auspicato anche da Salvini. Le forze che si riconoscono nel PPE, nel PSE , nel Gruppo Conservatori e Riformisti,nel Gruppo dell'alleanza dei democratici e  liberali sono ancora in maggioranza  e i nostri due maggiori partiti(LEGA e 5 Stelle) hanno difficoltà a trovare un "gruppo" cui aderire, incastrati in una situazione di sostanziale isolamento già evidente negli ultimi mesi per l'atteggiamento che io definieri senza riserve "arrogante" nei confronti delle Istituzioni europee tenuto in particolare da Salvini.
In questo contesto piomba come un masso gigantesco la richiesta di avvio di una procedura per "eccesso di debito" nei nostri confronti. Sarebbe la prima volta nella storia dell'Unione ed è sgradevole che sia il nostro Paese, uno dei sei fondatori, ad aprire una strada
Facciamo una pausa e richiamiamo alcuni concetti.
Il trattato di Maastricht firmato il 7 Febbraio 1992  ed entrato in vigore il 1 Gennaio 1993 poneva tre vincoli ai Paesi aderenti:
a) il "deficit" annuale non doveva oltepassare il 3%
del PIL
b) il debito doveva rimanere entro il 60% del PIL
c) l'inflazione in ciascun Paese non doveva essere superiore di oltre l'1,5% a quella media dei tre Paesi più virtuosi
Lo scopo dei tre vincoli era chiaro ed evidente. Con l'introduzione della moneta unica, alla quale si chiedeva in primis di assicurare stabilità, era necessario che i Paesi dell'Unione procedessero alla stessa velocità e riducessero al minimo gli squilibri.
Il nostro Paese ha raggiunto in tempi brevi l'obbiettivo "inflazione", da alcuni anni il deficit rimane entro il 3% (quest'anno l'impegno è a rimanere entro il 2,04 max perchè visto il livello del nostro  debito pubblico la "commissione" ha chiesto da tempo al nostro Paese di non limitarsi a stare nel 3% ma avviare un'azione di rientro.
Sul fronte del debito "assoluto" invece il nostro Paese è sempre stato lontano dagli obbiettivi. Premesso che già all'entrata in vigore del trattato il nostro debito era largamente superiore al 60% del PIl,in tutti questi anni il debito ha continuato a crescere (unica breve inversione di tendenza con il ministro Padoa Schioppa nel governo Prodi) ed oggi si posiziona ad una cifra assoluta di    2.358 miliardi a fine Marzo  (dati dall'ultimo supplemento al bollettino economico della Bancad' italia). Il bilancio 2018 in sede di consuntivo  si sostanzia in questi dati:
- deficit dell'anno 37.505 miloni pari al 2,1% del PIL(nel 2017 il deficit era stato il 2,4% del PIL)
- a fine anno il rapporto debito/PIL salito al 132,1 con un aumento dello 0,8% rispetto al 2017
- avanzo primario  pari all'1,6% del PIL
 L'aumento è stato costante sotto tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni malgrado i nostri conti abbiano potuto beneficiare di tassi molto bassi sull'euro e di larghe misure di sostegno della BCE.(in primis il "quantitative easing") La spesa per interessi a carico del bilancio dello Stato ha avuto il seguente trend negli ultimi anni
- 65,49 mld nel 2017 pari al 3,8 delPil
- 64,97 mld nel 2018 pari al 3,7 del Pil
per il 2019 è previsto un onere di 63,9 mld Nel 93 il pagamento degli interessi aveva gravato suiconti dello Stato per l'12% del Pil e per lunghi anni l'onere non era stato mai inferiore al 7/8%
Non è al peso del pagamento delle cedole chesi debbono le attuali difficoltà, in passato abbiamo avuto anni in cui il peso del pagamento delle cedole era di gran lunga più consistente e sia benedetto l'Euro che ci ha consentito di finanziarci a tassi bassi e chi lo ha governato. E allora? A cosa è dovuto il continuo aumento del debito? (a Marzo 2018 - ultime elezioni politiche che hanno portato alla costituzione del governo giallo-verde - era di 2309 mld). Secondo me semplicemente al fatto che i vari governi non sono riusciti, o non hanno voluto, controllare i meccanismi e i centri di spesa(spending rewiew batti un colpo), terreni di coltura per corruzione e distrazioni di risorse nei quali TUTTI i PARTITI - NESSUNO ESCLUSO - sono impelagati, che la lotta all'evasione fiscale è di fatto sempre rimasta sulla carta, che la "globalizzazine" ha colpito l'economia reale del nostro Paese come quella di altri importanti Paesi europei, depauperando le capacità produttive e manufatturiere dei nostri Paesi, in misura di cui ci siamo resi conto con molto ritardo. Non abbiamo colto la valenza dei nuovi equilibri che si stavano formando a livello globale; in sintesi, abbiamo conservato un tenore di vita e di servizi che non trovava più risorse cui attingere e che abbiamo finanziato in misura crescente a debito.L'Unione Europea, checchè se ne dica, è stata piuttosto blanda nei suoi interventi, non ha mai usato il pugno duro, ha ammonito, segnalato, minacciato, ma finora ha "traccheggiato" con l'unica eccezione, forse, del rapporto con la Grecia.

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Allora ci si può chiedere: perchè proprio adesso parte la procedura per debito eccessivo( ribadisco: per debito eccessivo e non per deficit eccessivo come, sbagliando, affermano molti politici, giornalisti economici e opinion makers trascinando nel dubbio e nella incomprensione l'opinione pubblica che già fa fatica a seguire il dibattito)
Secondo me, a parte una irritazione di fondo della Commissione nei nostri confronti per l'atteggiamento arrogante, aggressivo, sostanzialmente infantile dei due nostri vicepremier e di molti esponenti di partito nei confronti dell'Unione Europea e delle sue indicazioni, perchè la linea di politica economica del governo è senza capo nè coda e rischia di portare al disastro noi e condizionare pesantemente l'Unione. L'Unione può fingere di credere a tutto o quasi tutto ma non può avallare a priori misure chiaramente  non in grado di raggiungere gli obbiettivi che dicono di voler raggiungere, palesemente insufficienti rispetto alla complessità dei problemi e contraddittorie tra di loro.
Le due principali misure in materia economica prese dal governo sono "il reddito dicittadinanza" e quota 100
Il reddito di cittadinanza, era facile prevederlo, è stato un flop assoluto. Si è mescolato uno strumento di sostegno al reddito per  famiglie e individui con uno strumento per favorire la creazione di nuovi  posti di lavoro con il risultato, essendo stato tra l'altro spiegato male in campagna elettorale, che ha deluso i molti che, specialmente al Sud, ne avevano colto essenzialmente l'aspetto di "vitalizio" e non ha creato un solo posto di lavoro.  Occorre ricordare soprattutto a Di Maio che è il mondo delle imprese che, stando quotidianamente sui mercati, è in grado di capire "che aria tira" nei vari settori. Non è certo con i navigators, dei quali peraltro si è persa traccia, che si può fare concorrenza a colossi mondiali come Toyota, samsung, Apple e così via.
Per quanto attiene a quota 100 è illusorio che ci possa essere  una sostituzione totale di chi esce con giovani da inserire nel mondo del lavoro. Molti dei posti di lavoro attuali sono di fatto inesistenti perchè si riferiscono a professionalità o ruoli non più attuali. E anche per quota 100 l'accoglienza della misura è stata molto più tiepida del previsto. Terzo aspetto:
L'Italia risponde alla UE che al centro della sua politica economica c'è una profonda revisione della politica fiscale che ruoterà intorno alla "flat tax" che, secondo il governo, riducendo il carico fiscale, spingerà gli evasori ad uscire allo scoperto, metterà in moto  una ripresa della domanda, consentirà di ridurre il debito mediante le risorse aggiuntive che farà emergere .Da libro dei sogni: l'unica cosa certa è che le entrate fiscali diminuiranno. Dipendenti a reddito fisso e pensionati pagheranno di meno (chi scrive dovrebbe avere un vantaggio notevole) e dubito che il popolo delle partite IVa e del "black job" sia così ansioso di pagare quello che non ha mai pagato. Tutto da verificare il successivo aumento di gettito.
Stendo un velo pietoso sulla vicenda dei "minibot"
Non si tiene niente e la "Commissione" non poteva far finta di niente. Ma non ci sarà "procedura". Conte e Tria dialogheranno, Di Maio e Salvini non si faranno sentire per qualche giorno, Mattarella garantirà il rispetto degli impegni e...........................ci avremo messo un'altra "toppa". Ma così il Paese non si salva. In settimana ho visto su SKy "la paranza dei bambini". So bene che non tutto il Paese è in quelle condizioni ma il film è indubbiamente uno spaccato che lascia poche speranze per il futuro.