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giovedì 21 maggio 2020

AD INTEGRAZIONE DEL POST DI IERI DAL TITOLO "IL SENTIMENT DELLA VITA E DELLA MORTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Ho una grande stima di Vasco Rossi  il quale attraverso un percorso complesso è arrivato a rappresentare al meglio e come nessun altro le angosce, le speranze il sentiment  della mia hgenerazione alla quale a pieno titolo Vasco appartiene. Vi propongo - a riflessione due pezzi "un senso" e "Sally" Il testo di quest'ultima contiene una definizione della vita che trovo folgorante.
"La vita è un brivido che si fugge via, tutto un equilibrio sopra la follia"
Condivido senza riserve e senza se e senza ma il pensiero di Vasco nei pezzi musicali composti in questi ultimi anni.

mercoledì 20 maggio 2020

IL SENTIMENT DELLA VITA E DELLA MORTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

iNon sto scrivendo niente sulla pandemia, volutamente. In Marzo avevo postato alcuni articoli, ma poi mi ero chiesto: ogni giorno sull'argomento vengono pubbblicati migliaia di articoli, l'informazione è anche tropppo ricca, che senso ha aggiungerew la tua voce. Pertanto non scrivo ma alcune riflessioni gli accadimenti di questi mesi le suggeriscono. Nel post pubblicato il 16 Marzo con il titolo "Il coronavirus e il senso della morte"mi chiedevo se la pandemia avrebbe modificato in noi esseri umani la percezione della morte e del nostro destino individuale ad essa legato. L'esperienza di queste settimane ha rafforzato in me un convincimento ormai radicato. LA MORTE E STATA RIMOSSA DI FATTO NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO QUI IN OCCIDENTE.
Ma come, mi si obbietterà. Si parla in continuazione di malati, di guariti, di deceduti. Giornalmente vengono redatti bollettini con il numero dei deceduti ripartito per età, per zona geografica, per il concorso di altrew patologie. Come si può pensare che la morte sia stata rimossa.
Cercherò di spiegarmi: la morte per secoli e fino a pochi decenni fa, qui in occidente, è stato un evento che coinvolgeva la persona, la sua famiglia e la comunità in cui si viveva. Si moriva in genere in casa, circodati dalla presenza dei familiari che informavano in continuazione i vicini sull'evoluzione delle cose, la fase immediatamente precedente era chiamata "agonia" ed era spesso caratterizzata dalla presenza, nelle stanze attigue a quella dove il malato combatteva la sua battaglia, di donne che ne ricordavano le doti e pregavano per la salvezza della sua anima. Espresssione di tradizioni popolari che si perdevano nella notte dei tempi. In Sicilia le chiamavano "chiagnine" nel mondo clasiico Prefiche. Chi si accingeva a marire si rendeva perfettamente conto di  quello che stava accadendo ma il conforto della presenza della famiglia, il conforto della presenza(praticamente sempre) del sacerdote che assicurava la riconciliazione con il divino ed esorcizzava la paura delle pene eterne, aiutavano nella fase di passaggio. Anche perchè era consolidata la credenza che la morte aprisse  la via della vera vita, della quale la vita terrena era solo un prodromo. Se si riusciva ad evitare l'inferno( pentimento, indulgenze varie, perdono) il resto era una passeggiata. Tuttalpiù si doveva fare un periodo di quarantena in Purgatorio (sul Purgatorio consiglio il bellissimo saggio "La nasacita del Purgatorio" di Jacques Le Goff.)
E i legami del ricordo e dei rapporti tra le generazioni rimanevano saldi nel tempo anche dopo la morte.  La scarsa mobilità sul territorio assicurava che ogni persona avesse una schiera di discendenti e parenti che assicuravano visite costanti al defunto. Inoltre in ogni famiglia, e le famiglie erano costituite da tanti elementi, c'erano almeno un paio di "zitelle" che si occupavano di questo aspetto. le indulgenze servivano ad accorciare il periodo di quarantena ed il forte influsso della religione  manteneva una costante corrente di scambio tra mondo dei vivi e dei no.
Oggi invece che succede: che i muore spesso in strutture ospedaliere o in strutture  per anziani dove il personale non può certo assicurare partecipazione emotiva ai singoli pazienti che muoiono soli, senza il conforto di una carezza o di una mano che ti stringe nel momento del passaggio, spesso sedati ed inconsapevoli. La mobilitè sul territorio  e le strutture familiari  molto più ridotte numericamente, fanno sì che in tempi brevissimi nessunoi si ricordi più della persona, il tutto accentuato dalla pratica sempre più diffusa della cremazione che favorisce la "damnatio memoriae" Ma più di tutto incide il venir meno della presa della religione sulla società e sulle coscienze.. La religione dava "il senso" che ora non c'è più ed ora il senso ognuno deve cercarlo e darselo da solo. Mica facile tanto è vero che la maggior parte rinuncia a cercarlo e arriva  alla fine del suo percorso senza averci pensato, alla propria morte, che non esiste nè per lui nèper gli altri che l'hanno conosciuto.
Un brutto destino di nonsenso, di solitudine, di perdita immediata di memoria., di impotenza(a Canne in tanti morirono sbudellati, oggi si muore di un virus di cui si sa poco, non si sa da dove viene, come si manifesta. Sinceramente morire così svilisce ogni tentativo di dare alcuna importanza al proprio passaggio sul pianeta.
Non contiamo niente, non serviamo a niente, non abbiamo senso e muoriamo di virus che annulla ogni drammaticità della FINAL COURTAIN di ognuno di noi

mercoledì 13 maggio 2020

IL MIO ESAME DI ISTITUZIONI DI DIRITO ROMANO CON IL PROF.ENZO NARDI POST N. 2

Il presente post vuole essere un messaggio di contatto con la persona che in data 23 Marzo ha commentato il mio post sill'esame sostenuto oltre 50 ani fa con il Prof.Enzo Nardi, titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto Romano a Bologna negli anni '60. Mi farebbe piacere scambiare due chiacchiere con questa persona che mi sembra essere mio coetaneo, che ha condiviso il trauma di un esame con l'eminente professore - il quale, va detto,quando "scoppiò il '68" si mise a dare 30 a tutti e non bocciò più nessuno - che ha  strappato lo stesso voto (il fatto che io abbia poi trovato il coraggio di chiedere il 23 altrimenti avrei perso il presalario e sarei stato costretto ad interrompere gli studi conferma lo stato di assoluta disperazione nel quale sostenni quell'esame e la follia di un personaggio al quale per molto tempo fu consentito "tuttto2 dalle autorità accademiche, dai colleghi e dagli studenti.
Le mie coordinate:
ALBERTO PIRANI
Via Fagnano 27 21052 Busto Arsizio
tel fisso 0331/635702
mobile:375514478a
mail: kalmi@libero.it

lunedì 11 maggio 2020

L ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALDO MORO.


Due giorni fa, il 9 Maggio, ricorreva l'anniversario della morte dell'onorevole  Aldo Moro e del ritrovamento del suo corpo nel bagagliaio di una Renault rossa in via Caetani in pieno centro di Roma. La data del 9 Maggio è stata scelta da qualche anno come giornata del ricordo di tutte le vittime del terrorismo. Ora non si può dire che l'evento sia passato sotto silenzio, la RAI ha trasmesso testimonianze e documenti, gli altri media ne hanno parlato ma la sensazione complessiva è che su tutta la vicenda si voglia stendere da più parti un velo di silenzio e che non ci sia alcun interesse a fare chiarezza su una vicenda che presenta ancora molti lati  oscuri e punti non chiariti. Vicenda della quale dò questa chiave di lettura. Parto da Yalta cittadina ucraina sul  Mar Nero nella quale le potenze che stavano uscendo vincitrici dalla guerra si trovarono nel fEBBRAIO del 1945 per definire l'assettto delle varie aree. In quella sede fu stabilito che l'Italia sarebbe rimasta  nell'area di influenza degli Stati Uniti.  La fragile democrazia che si sviluppò dalla lotta partigiana e dagli accadimenti di fine Aprile '45 e che trovò nella Costituzione entrata in vigore il 1 Gennaio 1948 la sua base istituzionale, fu fin dagli inizi una democrazia a sovranità limitata,sotto tutela e se non scppiò la guerra civile dopo l'attentato a Togliatti dell'estate '48, non fu per la vittoria di Gino Bartali nella tappa del Tour de France ma perchè l'Unione sovietica si era impegnata a non alterare gli equilibri. Gli Stati Uniti esecitarono la "tutela" sul nostro Paese in varie forme e con vari mezzi. Innanzitutto con una forte attività di pressione e di intervento del proprio corpo diplomatico (basti pensare all'ambasciatrice a Roma  negli ani '50 signora Luce), a organizzazioni collaterali come NATO, GLADIO, MASSONERIA, a singoli uomini politici che divennero referenti diretti del'Amministrazione USA: Giulio Andreotti e Francesco Cossiga sugli altri. Una spondafu offerta dalla chiesa preconciliare di Pio XII. Nella seconda metà degli anni '60 l'Amministrazone USA ed in particolare il Segretario di Stato Henry Kissinger, fortemente preoccupati per le conseguenze che i moti e le manifestazioni di dissenso che avevano attraversato gli USA e tutta Europa avrebbero potuto determinare sugli equilibri di potere internazionali e sull'egemonia degli USA, individuarono nella "strategia della tensione" lo strumento per difendere i loro interessi. Strategy tension(l'espressione fu utilizzata la prima volta in un articolo      ) che consisteva nell'appoggio a regimi di estrema destra in varie parti del mondo (regine Pinochet in Cile,.regime dei colonnelli in Grecia, regime dei Generali in Argentina) e il non disdegnare il ricorso anche a attentati e stragi per determinare nelle opinioni pubbliche dei vari Paesei un sentiment di incertezza e di vera e propria paura con conseguenteorientamento favorevole a spostare a destra  l'asse politico dei loro Paesi. Piazza Fontana va letta  in questa ottica a mio avviso e anche l'affaire Moro va letto in quest'ottica. Aldo Moro era, agli occhi dell'Amministrazione Usa, l'uomo politico cheavrebbe aperto le porte del gocverno al PCI, e questo non poteva eesere tollerato. Quindi a mio avviso,parte operativa affidata alle Brigate Rosse, che probabilmente non si resero  conto di chi le strumentalizzava, regia Usa. Moro non poteva eesere salvato, perchè così era stato deciso ed i vertici della Democrazia Ceristiana del tempo non avevano la forza di opporsi al disegno Usa.  E' pienamente coerente con ciò il fatto che il partito del rigore fosse costituito in gran parte  da esponenti della democrazia cristiana. Da qualche tempo crescono in molti la nostalgia e il rimpianto per quella classe dirigente che, personalmente, disistimo in maasimo grado. Si trattava perlopiù di persone di scarsa qualità che venivano cooptate  non tanto per le loro qualità e competenze bensì per la loro appartenenza ed il rispetto assoluto, ossequioso e acritico delle indicazioni delle segreterie dei loro partiti. Come adesso, mi si dirà. Comcordo ma il Paese ha bisogno di un appoccio diverso nello affrontare i problemi. Ritornare al passato sarebbe del tutto inutile. Elio Petri nel suo film TODO MODO, tratto dal romanzo di Leomardo Sciascia, tratteggia in maniera magistrale i caratteri di quella classe dirigente