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mercoledì 16 settembre 2020

RINGRAZIAMENTI

 Desidero ringraziare, con tutto il cuore, tutti coloro, e sono stati tanti, che - via telefono, mail, social, di persona hanno voluto parteciparmi i loro auguri per il mio compleanno. Ho percepito in tutti sincerità, empatia, condivisione, stima. In momenti non facili come quelli che stiamo attraversando sono manifestazioni che fanno bene allo spirito ed al cuore. E desidero ringraziare dal mio profondo mia moglie Milena senza la cui presenza e la cui cura i miei compleanni si sarebbero interrotti già da tempo.

Grazie, grazie, grazie

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domenica 13 settembre 2020

C0MPLEANNI, BILANCI, RICORDI, RIMORSI, RIMPIANTI

Ritengo possa costituiree uno spunto di riflessione la ripubblicazione di questo poist scritto 6 mesi fa qdo la pandemia aveva già stravolto le nostre vite

 

 Tra pochissimo, martedì 15, compirò gli anni: 73. Tanti ne sono trascorsi da quel 15 Settembre 1947 in cui venni alla luce nella nostra grande casa di Ostra, grande perchè oltre alla parte abitativa per la nostra famiglia e per quella di mio zio, comprendeva gli spazi dove svolgeva la sua attività il lanificio fondato da mio nonno. Tempo di compleanno, tempo di bilanci, si suol dire. Vorrei però evitare di riempire questo spazio con una "fotografia"del mio personale bilancio "ad oggi"; in primis perchè alla mia età i bilanci si fanno ogni giorno e perchè questo blog è nato per parlare di economia e di politiche economiche e tale deve rimanere il suo impianto. Se in alcune occasioni ho parlato di me stesso, l'ho fatto perchè ritenevo potesse essere utile a chi mi leggeva, spesso compagni di infanzia e persone conosciute da tempo, ed utile anche a me, mettere in moto un confronto sulle problematiche di più largo interesse che accomunavano me e chi mi leggeva per vicinanza generazionale, esperienze e sensibilità comuni Se poi vogliamo  rimanere ai bilanci, in concomitanza con il mio settantesimo compleanno ho pubblicato in data 15 Settembre 2017 un post, che ripropongo a parte, con osservazioni e giudizi che sottoscriverei inalterati anche oggi e un ricco corredo di foto.

Invece vorrei prendere occasione dal mio compleanno per riprendere ed allargare osservazioni e giudizi che avevo iniziato a fare all'inizio della pandemia che ha riempito di sè tutto il pianeta in questo ultimo anno. In un post del 16 marzo,  che avevo titolato "Il coronavirus ed il senso della morte", post molto lungo al quale rimando per completezza, mi chiedevo.La pandemia (che aveva già evidenziato tutta la sua virulenza,) cambierà qualcosa nei rapporti di noi umani con la morte, con il senso della vita, porterà ad una riflessione sulle priorità e sulle gerarchie di importanza nei vari aspetti della vita? A distanza di qualche mese mi sembra siano stati confermate le prime sensazioni che avevo già riferito in quel post.

- la morte è stata completamente rimossa dall'immaginario collettivo. Per secoli  il pensiero della morte e del destino del "dopo" ha ossessionato tutti, qui in occidente, potenti e umili, poveri e ricchi. Da quando è cominciato il processo di secolarizzazione, invece, è un argomento che nessuno vuole affrontare, che riguarda sempre gli altri; anche nella vicenda del coronavirus i morti si sono limitati ad essere numeri, statistiche ma non è stata data alcuna attenzione alle individualitàa "come" si moriva, a come si affrontava un passaggio inaspettato nei tempi e che colpiva i piu del tutto  impreparati. Alcuni personaggi che occupano posizioni di  potere e di visibiltà a livello  internazionale hanno poi veicolato l'idea che il virus non poteva colpire i vincenti e questo ha rafforzato soprattuto nei giovani la convinzione che il problema non li riguardasse. Addirittura sono apparsi sulla scena i "negazionisti"; ora, posso capire la tesi di chi sostiene che il coronavirus è stato creato in laboratorio nel contesto di un programma di guerra batteriologica ma negarne l'esistenza mi sembra azzardato.

- Il concetto di "bene comune" e di interesse  comune è completamento estraneo a larghe fasce di popolazione, soprattutto giovanile per cui ogni misura di prevenzione è stata vista dai più come una ingiusta limitazione delle libertà personali.

La capacità di "fare sacrifici" in vista di un bene superiore è estremamente ridotta e la capacità di vedere lontano inesistente in una elevata percentuale di cittadini.

L'egoismo e gli egoismi sembrano essere i perincipali punti di riferimento

C'è una certa riluttanza a considerare che le nostre condizioni di vita possano peggiorare strutturalmente

Non c'è alcuna bussola di orientamento. Non rimpiango i tempi in ciui il pensiero mitico si imponeva ma è certo che è necessario individuare una "nuova morale" che guidi le scelte e regoli i rapporti.

In questo contesto vado a compiere 73 anni mentre il virus riprende vigore e riaprono le scuole, importante test di verifica della reale situazione in atto. Non è un gran momento, vedo poca serenità in giro, e mi resta difficile  pensare positivo. Ci provo

 

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