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mercoledì 29 giugno 2016

BANCA DELLE MARCHE E LE ALTRE

Tanto tuonò che piovve. E' stato approvato in via definitiva dalla Camera il decreto che regola, tra le altre cose, le modalità  di rimborso delle obbligazioni subordinate sottoscritte dai clienti delle quattro banche fallite. Il decreto conferma l'impianto già anticipato nei mesi scorsi e che avevo commentato con il mio post  del 1 Giugno che ripubblico per pronto riferimentro. Ho ritenuto anche opportuno pubblicare nuovamente due post dello scorso anno, il primo di Ottobre, e quindi prima che fosse dichiarata l'insolvenza dellle quattro banche, ed il secondo del 30 Novembre a commento dei provvedimenti presi  dal governo e il post dell 11 Maggio per darvi un quadro di riferimento completo. Prima di entrare nel dettaglio del decreto appena approvato, ritengo doveroso anticipare il mio giudizio di sintesi
Il provvedimento è abominevole sotto il profilo giuridico, economico, morale, palesemente incostituzionale, è caratterizzato da un sostanziale disprezzo nei confronti dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate, è ingannevole perchè è stato costruito  in modo da far apparire  che il rimborso riguardi una quota importante del totale sottoscritto mentre assicura, questo sì, il rimborso - parziale peralro - ad un numenro relativamente elevato di risparmiatori ma per cifre modeste, mentre si tradurrà in lacrime e sangue per chi ha investito  cifre maggiori.
Cerco di spiegare perché:
il meccanismo di rimborso prevede due strade:
a) si può chiedere il rimborso automatico(per l'80% della somma investita) a patto che ricorrano questi presupposti:
1) aver avuto un reddito "complessivo" ai fini IRPEF nel 2014 inferiore ai 35.000 euro
2) avere un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro
3) le obbligazioni debbono essere state sottoscritte prima del Giugno 2014
Cosa ne consegue: che le persone interessate sono modeste( la parola non esprime alcun giudizio di valore) per patrimonio e per reddito e quindi avranno investito somme modeste. Discreto il numero di "rimborsati" ma una cifra complessiva "leggera"
b chi non rientra nei parametri di cui sopra andrà all'arbitrato e su questo campo sono state svolte attività per escludere molti dal rimborso. Il Presidente Consob Vegas (personaggio  che non mi piace per niente) ha dichiarato in più occasioni nelle settimane  scorse che i prospetti informativi delle varie emissioni contenevano tutti gli elementi di valutazione necessari all'acquirente per sottoscrivere le obbligazioni con piena consapevolezza del rischio assunto.
E allora immaginiamoci la scena davanti alla commissi one arbitrale. Il cliente immaginiamolo un medico specialista che ha sottoscritto 150.000 euro di subordinate
D Dottore, Lei ha letto il prospetto informativo?
R Veramente no. Mi fidavo del direttore dell'Agenzia e della Banca di cui sono cliente da molti anni
D Lei era a conoscenza della natura delle obbligazioni subordinate e del rischio intrinseco? No ma le ho sottoscritte perché il rendimento era superiore a quello medio, erano emesse dalla "mia" banca e mi confortava il tono deciso del direttore che tendeva ad esaltare lo sviluppo della banca negli ultimi anni
D  Dottore, quale è stato il suo reddito complessivo (ricavi da attività professionali più rendite da immobili ecc..)
R 135.000 euro
D E il suo patrimonio mobiliare  ?
380.000 tra titoli di Stato, obbligazioni e azioni
Mi scusi dottore, ma lei poteva informarsi leggendo il prospetto informativo e non l'ha fatto, non ha chiesto al direttore di darle elementi valutativi aggiuntivi, si è interessato in pratica solamente del tasso di interesse, guadagna bene, ha un buon patrimonio, non può certo dire di essere stato raggirato, insomma, mi scusi, MA COSA VUOLE!!
vEDRETE QUANTE DOMANDE SARANNO BOCCIATE 

Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE E LE ALTRE - I RIMBORSI AI SOTT...

Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE E LE ALTRE - I RIMBORSI AI SOTT...: Due giorni fa le Agenzie hanno riportato le prime dichiarazioni del Ministro Padoan sul decreto che il governo stava preparando per discipl...

Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE E LE ALTRE - I RIMBORSI AI SOTT...

Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE E LE ALTRE - I RIMBORSI AI SOTT...: Ho l'impressione che si stiano  preparando brutte sorprese per coloro che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate delle quattro ban...

Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE - BREAKING NEWS

Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE - BREAKING NEWS: Avevo concluso il mio ultimo intervento su Banca delle Marche di Domenica 11 del corrente mese con le seguenti parole: " Ho l' i...

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Alberto Pirani: BANCA DELLE MARCHE - FRASTORNATI CONFUSI E DELUSI...: Avevo titolato "Risvegli" l'ultimo post su Banca Marche perchè l'impressione era che i marchigiani non si fossero per nie...

DON LORENZO MILANI - FIRENZE 25 MAGGIO 1923 - 26 GIUGNO 1967

Due giorni fa, il 26, ricorreva il cinquantesimo anniversario della morte di Don Lorenzo Milani. Son passati cinquanta anni e mi vengono i brividi. L'anniversario è passato praticamente inosservato e sono certo che siano ben pochi  gli Italiani fino ai cinquanta anni che sappiano chi fosse. Più conosciuto dalla mia generazione, che si avvia ai settanta, anche se limitatamente alle persone che hanno fatto un certo percorso di studi e si interrogavano negli anni sessanta su passato, presente e futuro del nostro Paese.
Eppure Don Milani è stato un personaggio importante di quegli anni, fortemente osteggiato da taluni ambienti, quasi santificato da altri. La sua scuola di Barbiana e il libro "Lettere ad una professoressa" che ne ripercorreva l'esperienza furono al centro di molte attenzioni, giustamente perchè sollecitavano l'interesse intorno a problematiche importanti dei processi educativi. Ho rintracciato in fondo alla nostra libreria, in seconda fila, "Lettere ad una professoressa", la copia che aveva acquistato mia moglie (al tempo non ci conoscevamo), la mia chissà che fine ha fatto. L'ho sfogliata con commozione e tenerezza, ho riletto alcuni punti, ho rivissuto antichi vissuti. Non voglio indulgere alla nostalgia, ma sottolineare alcuni punti fermi del pensiero di Don Milani, prete fiorentino di carattere, scomodo per la gerarchia del tempo, inviso agli ambienti conservatori, icona negli anni sessanta dei cattolici aperti al sociale (cattocomunisti li avrebbe definiti più tardi tra gli altri Silvio Berlusconi che si è sempre caratterizzato per i suoi schemi mentali semplici, semplicistici e semplificanti).
Brevissime note biografiche. Nato nel 23 da una famiglia altoborghese agnostica, trovò la sua collocazione esistenziale nel pensiero e nella fede cattolica. Ordinato sacerdote nel '47, esercitò il suo ministero fino al Dicembre 1954 a Calenzano.Entrato progressivamente in frizione con la curia di Firenze, fu trasferito, di fatto per punizione, a Barbiana, sperduta e piccolissima frazione di montagna del comune di Vicchio del Mugello.
E a Barbiana iniziò l'esperienza della scuola popolare a tempo pieno e la redazione collettiva di "Lettere ad una professoressa" che denunciava un sistema scolastico ed un medoto didattico che favorivano l'educazione delle classi ricche e condannavano i figli di operai, contadini e classi subalterne ad un quasi ineluttabile destino di subalternità. Perché, bisogna ricordarlo, fino alla entrata in vigore della riforma della  scuola media unificata - nel 63 - la divisione per classi sociali cominciava alle elementari. Coloro che abitavano in campagna frequentavano le multiclassi che non potevano certo offrire standard elevati. Al momento della licenza elementare la biforcazione era evidente. Per "andare alle medie" bisognava fare l'esame di ammissione. Le famiglie meno abbienti non ci pensavano nemmeno: i loro figli andavano "all'avviamento professionale" e ogni altra strada si chiudeva. Chi "faceva l'esame d'ammissione" si trovava al bivio al conseguimento della licenza media inferiore ed anche qui le strade erano abbastanza definite. Borghesia media e alta e figli di professionisti andavano al classico, preferito allo scientifico perché la conoscenza delle civiltà greca e latina veniva considerata superiore, non si sa perché, alla conoscenza della doppia elica del DNA o dei buchi neri. I ceti impiegatizi iscrivevano i loro figli a corsi di studio che dessero la possibilità di avere un diploma spendibile immediatamente sul mercato del lavoro (ragioniere, geometra, perito industriale) mentre una fascia più debole si icriveva a corsi per segretaria d'azienda o similari che duravano tre anni contro i cinque di quelli sopracitati.
Due furono i provvedimenti che in quegli anni furono diretti a rompere l'ingabbiamento sociale:
a) la riforma della scuola media unificata
b)  l'istituzione dell'assegno di studio che ha permesso a molti, a me per esempio, di completare la propria formazione con un diploma di laurea 
Altro punto forte della didattica  di Barbiana un rapporto tra insegnante e i suoi "allievi" non autoritario ma diretto a sollecitare gli interessi e le curiosità dei giovani  da formare. Cinquanta anni fa era un approccio innovativo; personalmente ho sempre ritenuto il migliore degli insegnanti chi si propone di sviluppare curiosità, sollecitare riflessioni, desiderare approfondimenti nelle giovani persone che gli sono affidate. Penso sarebbe la situazione ottimale sia per l'insegnante che per la classe.
Inoltre, a mio avviso, di estrema importanza il principio educativo dell' I CARE"che andrebbe ripreso con forza  per  far prendere coscienza alle nuove generazioni dell'importanza  di avere "cura", "interessarsi" come abito mentale e come elemento connotativo del loro essere cittadini.
Certo l'esperienza di Barbiana appare datata ma è  importante, a mio avviso, non dimenticare  Don Milani e dei suoi ragazzi anche perché a mio avviso ci sono sempre più numerosi segnali involutivi. Troppi abbandoni scolastici, una formazione civile dei nostri ragazzi non adeguata, un "menefreghismo" montante che destinano il Paese ad un ulteriore declino se non contrastati adeguatamente.
Non pretendo di aver tracciato un ritratto esaustivo di Don Milani ma ricordarlo mi sembrava un dovere perché un Paese si regge sulla memoria e occorre coltivarla, la memoria, per aver senso della propria identità.

lunedì 27 giugno 2016

BREXIT - POST N.4

Un tempo gli inglesi erano apprezzati per il loro fine umorismo, un umorismo di classe, tutto giocato sul filo dell'ironia, dell'autoironia e di qualche punta di sarcasmo. Si parlava di British Humour e tanto bastava.
Ma anche nell'Isola i tempi sono cambiati e l'umorismo fine e sottile di una volta sembra lasciare il passo - a leggere i resoconti - alla farsa nella quale siamo storicamente maestri.
Appena conosciuti i risultati si sono messe in moto reazioni a catena come scheggie impazzite. Accortisi, tutti quanti, della "cazzata" che avevano fatto sono partite reazioni compulsive con l'intento di "rimediare". In pochissime ore si sono raccolte oltre tre milioni di firme per indire un altro referendum. Questa è farsa allo stato puro.  La Scozia dopo tre secoli si è improvvisamente ricordata che il rapporto con gli Inglesi è scadente da tempo e minaccia secessione. Questa è tragedia allo stato puro "Schiller - Maria Stuarda). Osborne ha dichiarato:"usciremo dall'UE quando saremo pronti, confermando che concepisce la UE come un bus sul quale si può salire e scendere a piacimento
Anche nel labour c'è maretta. In 11 abbadonano Corbyn.
Insomma il caos è totale ed anche oggi le borse crollano.
Tutto questo è successo perché si è dimenticato che i popoli sono pericolosi se gli si lascia libero campo. Perché è stata inventata la democrazia rappresentativa? Prché non ci si poteva fidare del giudizio diretto dei cittadini. I referendum funzionano se riguardano problemi secondari, posti in maniera non chiara, fumosi. Ma se riguardano materie reputate di centrale importanza e richiedono risposte brevi e chiare (si - no rimango esco - favorevole non favorevole) sono un suicidio. Se questo lo hanno dimenticato gli inglesi, che la democrazia moderna l'hano inventata, il futuro è nero, molto nerocomunque finisca   

sabato 25 giugno 2016

IL BREXIT - POST N.3

Qualche settimana fa avevo previsto Castiglioni come sindaco di Busto ed era uscito Antonelli; ieri pensavo che i cittadini UK avrebbero scelto di "remain" nell'UE ed invece si è affermato il "brexit". Evidentemente come profeta comincio ad avere dei problemi; eppure ero ragionevolmente sicuro che "i sudditi" di Elisabetta seconda avrebbero valutato i rischi di una "uscita"dall'Unione europea visto che l'economia UK ruota intorno alle attività finanziarie sulla piazza di Londra. Si è verificato invece quello che spesso accade: le generazioni più anziane, i ceti economicamente più deboli e con livelli  culturali più bassi, vedono in ogni "  novità" che modifichi il quadro dell'esistente un pericolo dal quale difendersi. Questa la loro priorità e costante la Incapacità di visione prospettica, di visione lunga. L'adesione all'UE è stata vista come una minaccia non come una opportunità. E la Gran Bretagna è uscita. Non credo che per questo si ricreino le condizioni per una nuova guerra dei cento anni, nè che apparirà all'orizzonte una nuova Giovanna d'Arco;le conseguenze saranno prevalentemente economiche in un quadro di rafforzamento delle barriere
Economicamente i primi contraccolpi sono stati violenti. Personalmente avevo quattro operazioni in leva lunga (al rialzo) in piedi, tre sono state chiuse in stop loss dalla peocedura determinandomi un perdita "significativa". Fortunatamente Milena aveva in essere una operazione in"leva corta" - al ribasso - che ho coperto con un "gain" di € 1.744. Ma il problema non è questo; il problema è che il progetto  di "federare" il continente si è rivelato una utopia.
Stamattina, prima di mettermi a scrivere queste note mi son visto Giorgio Albertazzi nella sua interpretazione dell'imperatore Adriano a villa Adriana a Tivoli. Era lì registrato da tempo ma non lo avevo mai "visto". E' stata la giornata più opportuna.
Un grande, grandissimo attore italiano (Albertazzi), un grande imperatore spagnolo (Adriano), una grande scrittrice francese (Marguerite Yourcenar). E allora pensi a Leonardo ingaggiato da Francesco I come ingegnere e pittore di Corte che chiude i suoi giorni ad Amboise a Shakespeare che ha ambientato in Italia la gran parte delle sue commedie e tragedie, al greco Ulisse che volle spingersi oltre le colonne (estremo lembo meridionale di Spagna), a Dante che tutto riassume, e a "Manon Lescaut" musicata da Puccini ma anche da Massenet, e, vivo come non mai, l'inno alla gioia dalla nona di Beethoven che è stato scelto come inno dell'Unione.
L'Europa c'è, da sempre e in molteplici forme. I giovani non lo dimentichino mai. L'Europa è per la generazione dei ragazzi dell'Erasmus, è quella dei voli "low cost", dei concerti di Vasco e dei Pink Floyd, è quella della curiosità a conoscere, ad ampliare gli orizzonti e il confronto. E con l'inglese come lingua franca come lo è stato il latino per tanto tempo. 
                                          OPEN OUR MINDS

giovedì 23 giugno 2016

COME MI STO PREPARANDO AL BREXIT - POST N. 2

La mattinata è iniziata nei mercati all'insegna della incertezza  sull'esito del referendum. La strategia per ora non cambia.
Ho acquistato in leva lunga 100.000 Montepaschi a 0,5177 e 2.000 DEUTSCHE BANK a 15,15.
Mi tengo prudente. Ho impostato 4 operazioni.

mercoledì 22 giugno 2016

COME MI STO PREPARANDO AL BREXIT

Come a tutti noto domani nel Regno Unito si terrà il referendum che chiederà ai cittadini di quella monarchia costituzionale se vogliono restare nell'Unione Europea o uscirne.
Apro una parentesi; vogliamo ricordare che quel Paese che chiamiamo Inghilterra(?), Gran Bretagna, Regno Unito, si chiama ufficialmente "Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord" e che è nato con l'atto d'Unione del 1800 che univa regno di Gran Bretagna e Regno d'Irlanda? Nel 1922 gran parte dell'Irlanda  si staccò dando vita alla Repubblica d'Irlanda - contro la quale giochiamo stasera l'ultima partita del girone di qualificazione agli europei - per cui oggi  UK comprende 4 nazioni: Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda(del nord)
A sua volta il Regno di Gran Bretagna nacque ufficialmente nel 1707 con l'unione di Inghilterra e Scozia. In precedenza ci ricordano qualcosa Elisabetta I e Maria Stuarda?
I sondaggi ci informano che il Paese è spaccato in parti uguali: 50 per cento per rimanere, 50% per uscire.
FEDERAL RESERVE E BCE hanno dichiarato che hanno preso tutti i provvedimenti necessari affinchè una eventuale USCITA non crei turbolenze sui mercati.
Io penso che alla fine prevarrà la volontà di rimanere. Le classi dirigenti di quel Paese sanno perfettamente che l'uscita creerebbe danni enormi alla loro economia, che in gran parte poggia sulle attività finanziarie della piazza di Londra.
La conseguenza immediata sarà un respiro di sollievo e una forte euforia nei mercati, in particolare sui titoli bancari e finanziari.
Conseguenza ho iniziato a comperare in levalunga: 
- 20.000 unipol sai a 1,583
- 10.000 Banco Popolare a  2,952
Domani mattina farò ancora tre o quattro acquisti
Metterò degli "stop loss"ravvicinati. Se avrò sbagliato strategia, i danni saranno limitati
Vi informerò   

domenica 19 giugno 2016

PARTITO DEMOCRATICO - MISSIONE INCOMPIUTA

Romano Prodi nell'Aprile dello scorso anno ha rilasciato una intervista su politica e democrazia a Marco Damilano. Editore Laterza. "Missione incompiuta"è stato titolato l'insieme delle conversazioni tra i due e delle riflessioni del professore bolognese. Perchè, allo stato, il progetto, non l'utopia, il progetto, di dar vita ad un soggetto politico che mettesse insieme le forze "teoricamente" riformiste per liberare il Paese dalle arretratezze che lo appesantiscono, è se non fallito definitivamente senz'altro un progetto incompiuto. L'ulivo del 2005 che doveva trovare nel PD il suo sbocco politico ha fallito la sua mission. Dico di più, la situazione odierna è di gran lunga peggiore di quella di dieci anni fa. Le forze laico-socialiste che allora avevano la loro identità sono di fatto evaporate e resistono soltanto in alcuni soggetti che fanno politica da sempre ma che  non hanno alcuna spinta propulsiva. Le forze cattoliche si sono trovate ad essere rappresentate da un soggetto, Matteo Renzi, che è comunque estraneo ed anomalo rispetto al loro modo di sentire. Matteo Renzi al quale va riconosciuto il merito di aver accelerato significativamente il ritmo dell'azione di governo, accelerazione assolutamente necessaria, ma che si è perso per aver sottostimato il Paese.
In passato ho detto e scritto che il progetto Ulivo non aveva alcuna possibilità di successo vista la distanza abissale tra l'ambiente intellettuale bolognese nel quale era stato concepito ed il Paese reale.
Renzi non ha capito che il Paese reale è comunque migliore e più avveduto di quanto lui non pensi. Non si può irridere alla intelligenza ed al buon senso di un intero popolo trattandolo come un minorato mentale.
Due esempi per tutti:
a) non si può presentare l'Italicum come lo strumento per ridurre i costi della politica. L'Italicum toglie ai cittadini il non grande spazio che avevano di scelta dei propri rappresentanti in parlamento. L'Italicum uccide la democrazia. L'unica legge elettorale che funziona è quella per le elezioni comunali ed oggi, a mio avviso, se ne è avuta ampia conferma
b) non si può proporre agli Italiani di poter andare in pensione "prima" pagandosi di tasca propria la scelta con l'accensione di finanziamenti bancari da rimborsare in venti anni. I molti che moriranno prima di ave rimborsato il prestito, lasceranno l'onere agli eredi? E gli eredi acceteranno con beneficio di inventario?
Da qui  nasce il pessimo risultato odierno del PD la cui sconfitta nasce:
- dall'aver interrotto ogni circuito comunicativo con l'elettorato. La bassissima percentuale di votanti è responsabilità prevalente del PD oltreché di quel poveruomo di Arcore che sogna improbabili rivincite
- dall'essersi caratterizzato per la  "guerra per bande" che giornalmente lo scuote
- dal non aver minimamente cambiato rotta in ordine alla qestione morale
- di aver continuato a raccontar balle agli Italiani. La crisi non può finire perché non è una crisi. La nostra economia si è quasi completamente deindustrializzata, non c'è più base produttiva, la pubblica amministrazione è da far ripartire da zero, il debito pubblico (dati pubblicati il 15 Giugno) ha raggiunto un nuovo record, Il tessuto sociale è lacerato, la globalizzazione continua a mietere vittime, la pressione migratoria sullEuropa ed in particolare sulla Grecia e sul nostro Paese, non è sostenibile
Su questi basi la "ripartenza" da dove riparte?
Scrivo e pubblico nel pomeriggio di Domenica 19, con largo anticipo e non ho alcuna remora a "metterci la faccia". che riguarda comunque un ristretto numero di persone che hanno la bontà di leggere quello che scrivo.
 

AD INTEGRAZIONE DEL POST DI IERI "LE STATISTICHE DEL MIO BLOG"

Il post di cui al titolo ha suscitato i commenti divertiti di alcuni cari, molto cari amici coetanei: Alberto Sgariglia, un 47 doc con il quale ho condiviso infanzia e prima giovinezza e radici comuni, Franco Silvestri, un filino più giovane e conosciuto molto più avanti nel percorso di vita, toscano doc della montagna pistoiese, Patrizio Lattanzio, collega ed amico caro e stimato, classe 1950, ed altri che non cito ma che non mi sono meno cari.
E non ho citato il terzo episodio di quella giornata. Stavo guidando sulla strada Busto-Gallarate, sul Sempione insomma. Ad un certo punto c'è una biforcazione dove quelli che provengono da Busto per andare a Gallarate debbono andare verso destra dove la loro traiettoria si interseca con quella di coloro che dalla dogana debbono prendere lo svincolo per Busto nord. Io ero a sinistra e doovevo andare a destra, un autocarro pesante e lento (il punto è in leggera  salita) doveva andare da destra verso  sinistra. Responsabile "quam qui maxime" ho rallentato per far passare l'autocarro; da dietro una voce di un qualcuno tra i 20 e i 30 anni ha gridato: "handicappato" Sono stato tentato di fermarmi, scendere e dirgli a brutto muso "e se anche fosse"? io ci son diventato,forse, ma tu figlio mio "was born so", si vede a vista d'occhio." Non l'ho fatto perché  sono troppo buono e perché c'era traffico. Certo è che tre indizi.............fanno una prova..............forse.
L'ironia - dice Fiorella Mannoia in una sua canzone.............ti salverà la vita
 

 

sabato 18 giugno 2016

LE STATISTICHE DEL MIO BLOG

Sto scrivendo poco e, fisiologicamente, le visite al blog calano. Perché un blog è come un quotidiano: deve uscire tutti i giorni. Con l'unica non marginale differenza che in un blog il "blogger" è editore, direttore, redattore, correttore di bozze, stampatore, distributore. E chi te lo fa fare, potrebbe chiedere qualcuno. Il profumo di libertà e di democrazia che dai blog emana che è più forte di tutto. Democrazia e libertà dal basso contro l'Italicum, contro gli integralismi, contro le verità rivelate.
In sintesi, è una gran faticata e chi scrive non è in splendida forma. Ieri, in due supermercati differenti, una signora mi ha aiutato a mettere i rapanelli nella busta di plastica prima di pesarli (sorridente e cordiale), un signore mi ha fatto passare avanti alle casse (meno sorridente e anzi abbastanza supponente). In passato non avrei mai accettato; l'ho fatto perchè, malgrado tutto, io sono io - come direbbe il marchese del grillo - e tu...............Comunque brutto segno in entrambi i casi.
E allora oggi parlerò, in breve, delle statisstiche del blog.
Nell'ultimo mese, dopo l'Italia, ho avuto successo in:
U.SA. 186 visitatori
Germania 166
Ucraina  86 
Spagna 71
Cina 48
Secondo me in Cina mi leggono "i servizi", in Ucraina proprio non so
Ma il bello viene se guardo le statistiche dall'inizio delle pubblicazioni.
Italia 157.075
USA 14.557
Germania 10.051
Russia 4.299 (il KGB?)
ma poi anche l'Ucraina 2.448 la Serbia  588, paesi slavi
Un' ultima notazione. Da quando ho fatto resettare il PC la fibra va come un "Freccia Rossa" (mediamente 40 mega) ma non riesco più a linkare i post su Facebook. Sto studiando ma ricordatevi sempre che sono nato nel '47. Non c'era la televisione, non c'era il PC non c'erano gli smartphone. Niente IPAD, niente videogiochi, niente TOM TOM
Come facevamo? Boh
 

lunedì 13 giugno 2016

IL QUADRO ECONOMICO ITALIANO - PASSATO PRESENTE FUTURO - POST N.2

 Riprendo la serie di post di cui al titolo
L'Italia che si affacciava alla storia a fine Aprile 1945 era un'Italia distrutta dagli eventi bellici, lacerata dalla guerra civile, poverissima perchè poverissima da sempre negli ultimi secoli. Non dimentichiamo che negli anni che vanno dall'Unità d'Italia (1861) all'avvento del regime, di fronte ad una disoccupazione che riguardava strati larghissimi di popolazione, la pressione era stata ridotta da una emigrazione di proporzioni gigantesche in direzione soprattutto Stati Uniti ed Argentina. Nel periodo 1861-1885 emigrarono circa 10 milioni di persone; in questa prima fase a partire furono soprattutto Piemontesi, Liguri, Veneti, Friulani Successivamente furono le regioni meridionali ad assicurare i flussi maggiori. Gli studi sull'argomento ci informano che il flusso migratorio interessò complessivamente circa 20 milioni di persone. Un altro sbocco importante fu individuato nella politica coloniale in Africa. Resta il fatto che nei sessanta anni che vanno dall'Unità d'Italia (1861) alla fine della prima guerra mondiale (1918) i progressi in campo economico e sociale del Paese furono sostanzialmente modesti anche sealcuniparametrievidenziano miglioramenti significativi
ALCUNE CIFRE
POPOLAZIONE.
Il primo censimento dello Stato unitario, rilevazione al 31/12/1861, evidenziò 22.171.946 residenti. All'epoca le principali cause di morte erano le malattie infettive e parassitarie Sessanta anni dopo, il censimento del 1921 evidenziò 39.356.397 residenti. Un forte incremento malgrado il forte flusso migratorio, l'epidemia di spagnola dell'inizio del secolo e gli eventi bellici. L'incremento fu dovuto all'altissimo tasso di natalità e alla riduzione del tasso di mortalità
Nel 1867, primo anno per il quale  ci sono dati a livello dell'intero territorio, i decessi furono 1.080.135 - Nel 1921, a popolazione quasi raddoppiata, erano scesi a 776.759 
Nel contempo il tasso di natalità si mantenne altissimo. Nel 1861 sfiorava il 40 per mille contro un 32 per mille di tasso di mortalità e il gap è rimasto alto per più di un secolo. Solamente negli anni 80 del novecento i due tassi si sono pareggiati ed è recentissimo  il "sorpasso" della mortalità sulla natalità.
segue - farò post brevi per non appesantire troppo 

giovedì 9 giugno 2016

GABRIEL FAURE' - REQUIEM PER SOLANGE DARMON

Molti musicisti si sono cimentati nella composizione di un "requiem". Mozart con il suo K.626, Verdi con la "Messa da requiem", Brahms con il suo "Requiem tedesco", Cherubini e tanti altri.
Io amo  particolarmente quello di un musicista francese, Gabriel Fauré. Ne ho estratto un passaggio (In Paradisum) da una rappresentazione del coro di Clermont-Ferrand, città alla quale sono legato avendovi vissuto per circa otto mesi(dall'Ottobre 1975 al Giugno 1976) in occasione dello "stage"che feci presso Banque Nationale de Paris.
Lo trovo struggente e il miglior modo che ho per accompagnare nel viaggio e far sentire la nostra vicinanza, il nostro affetto, il nostro sostegno , ad una persona che ci è particolarmente cara.
E mi vengono alla mente le parole di una grande scrittrice francese, Marguerite Yourcenar, con le quali si conclude "Memorie di Adriano"
ANIMULA VAGULA BLANDULA HOSPES COMESQUE CORPORIS QUAE NUNC ABIBIS IN LOCA PALLIDULA RIGIDA NUDULA NEC UT SOLES DABIS IOCOS................... SIAMO TUTTI QUI CON TE, AD ACCOMPAGNARTI, A SOSTENERTI, A DARTI CALORE. GRAZIE PER TUTTO QUELLO CHE HAI SAPUTO DARE

martedì 7 giugno 2016

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 - POST N.9 (ANTONELLI ELETTO SINDACO AL PRIMO TURNO)

Busto Arsizio conferma la sua peculiarità di città prudente, nascosta, che non cambia mai perchè a chi la governa da sempre fa comodo così. Una specie di Jurassic Park, l'unico luogo in Italia dove Forza Italia non solo non si è estinta  ma nemmeno rischia l'estinzione.
Stavolta come profeta sono stato profeta a metà.
Avevo previsto che Alberto Rossi candidato sindaco appoggiato da una lista di persone che potremmo chiamare per convenzione "della sinistra radicale", datate anagraficamente e politicamente, avrebbe ottenuto pochissimi consensi e così è stato ( 2,9%).
Avevo previsto che Genoni candidato sindaco per i 5 stelle avrebbe "bucato"poco in città e così è stato(11,35))
Avevo previsto che la lista guidata  da Andrea Brasca come candidato sindaco sarebbe stata "invisibile" e così è stato-
Mi sono sbagliato, invece, sul quesito più importante: il sindaco.
Pensavo che la "mossa" di candidare il Dr. Castiglioni come sindaco sostenuto dal PD, dalla lista "Busto al Centro", dalla lista "Cittadini per Busto"(entrambe provenienti "da destra") e dai Verdi(da sempre inifluenti) stavolta  avrebbe scardinato il sistema di potere che da sempre controlla la città e mi sono sbagliato.Perché Forza Italia, pur in arretramento, ha portato il 17,24, la lista del  sindaco l'8,86,la Lega, in arretramento ma sempre forte, ha preso il 17,98, gli indipendenti di centro  hanno contribuito con il   1,83, Fratelli d'Italia il 2,13, la lista civica Busto Grande il 3,78 ed ecco superata la soglia del 50% che ha consentito ad  Antonelli di essere eletto al primo turno. Merito di Antonelli, molto merito a Farioli, molto al DNA della città, e forse qualche errore dall'altra parte.
Dove i verdi hanno portato un 1,23, la lista civica"Bottini<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<< ha portato l'11,75, Porfidio l'1,6 . E' il pd che è crollato(17,55). Non ricordo per carità di patria il risultato ottenuto alle ultime elezioni per il Parlamento europeo.        .
Su  questo punto avevo visto giusto e del resto mi sembra che le difficoltà del Partito siano evidenti un po' dappertutto nel Paese. Nel nuovo Consiglio Comunale la maggioranza può contare su 6 Consiglieri della Lega, 5 di Forza Italia, 3 della lista del sindaco 1 di una lista civica). Nella minoranza il PD ha quattConsiglieri(Valerio Mariani, Cinzia Berutti, Massimo Brugnone,Valentina Verga), la lista "Busto al Centro" 2
Non ho votato, come avevo anticipato.