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giovedì 27 agosto 2015

Alberto Pirani: NON NE POSSO PIU DI GUERINA E DI PADRE GRAZIANO

Alberto Pirani: NON NE POSSO PIU DI GUERINA E DI PADRE GRAZIANO: Un accorato appello alla nazione. Basta con padre Graziano, basta, pietà, basta, pietà

LETTERA APERTA A PADRE GRAZIANO

Ieri il Paese è rimasto con il fiato sospeso per tutta la giornata in attesa delle attese dichiarazioni di Padre Graziano. Su rai 1 i pomeriggi televisivi sono monopolizzati da mesi dalla storia del legame tra Guerina(nome che non ispira pensieri peccaminosi, a dire il vero)e il sacerdote nero(circostanza che sollecita invece pensieri peccaminosi nel pubblico femminile).
Speravo con tutte le forze che Padre Graziano confessasse (sì l'ho uccisa io) o indicasse il colpevole(è stato Padre Eligio) o rivelasse elementi utili per risolvere il caso. E invece Padre Graziano non ha detto praticamente niente; sto sudando freddo perché se tanto mi dà tanto nei prossimi mesi continueremo ad essere sommersi giorno e notte da questa appassionante vicenda.
L'ha uccisa lui? Avevano una relazione? Guerina aveva perso la testa? Era incinta? Lui andava a puttane - è appurato - ma allora forse andava con Guerina per purificare con una relazione seria i suoi peccati mercenari. Tutta una serie di interrogativi che mi attanagliano il cervello.
E allora sento la necessità di indirizzare a Padre Graziano  una lettera aperta:
" Padre Graziano, io non la conosco se non attraverso le cronache e i servizi televisivi che le vengono dedicati. Peraltro ho una forte comprensione per le sue vicende e una forte simpatia per la sua persona. I luminosi e vari esempi di evangelizzazione che l'hanno vista protagonista, l'indubbio appeal che lei esercita sulle sue parrocchiane,  il dare concretezza al monito "lasciate che le donne vengano a me", la intuibile capacità che lei ha di farle inginocchiare davanti a sè per assorbire fine in fondo la buona novella, fanno di lei un raro esempio di perfetta interpretazione del suo ruolo ai tempi di oggi. Proprio per questo la prego................si inventi qualcosa, assoldi una medium che dica che Guerina è scappata con Raul Bova alle Maldive, faccia trovare un cadavere non più tanto riconoscibile di una persona di sesso femminile deceduta per essere caduta in un dirupo, faccia quello che crede ma faccia in modo che sulle sue vicende scenda il silenzio. Questo non solo nel mio interesse, mi creda sono allo stremo, ma anche nel suo. Lei potrebbe tornare ad esercitare nel silenzio la sua apprezzata attività pastorale ed io potrei cominciare a riprendermi.. Mi creda, è meglio per tutti"
Mi auguro che Padre Graziano riesca a leggere la mia lettera. Se qualcuno dei miei lettori, poi, conosce il modo di fargliela pervenire con sincurezza, gli sarei grato se me lo comunicasse. 

mercoledì 26 agosto 2015

AFORISMI

                                   A F O R I S M A

 Un aforisma, recitano i dizionari, è una breve frase che condensa un principio morale o filosofico o una verità unanimemente riconosciuta. Caratteristica dell'aforisma è l'essere sintetico, andare direttamente al cuore della questione e rimanere facilmente impresso.
La mia generazione è stata abituata ad imbattersi di tanto in tanto in qualche aforisma e a memorizzare quelli che ci avevano particolarmente colpito. Ho l'impressione, per contro, che per le giovani generazioni il mondo degli aforismi sia un perfetto sconosciuto. E questo è un peccato perchè si perde la capacità di raffigurare principi fondamentali e espressioni di saggezza con linguaggio accessibile e immediato.
Praticamente tutti i grandi scrittori hanno creato aforismi. A Shakespeare ne vengono attribuiti centinaia. Oggi ve ne propongo dieci. Di tanto in tanto  ve ne proporrò altri blocchi di dieci.
"Presta a tutti il tuo orecchio, a pochi la tua voce(Shakespeare)"
"A nessuno è mai nuociuto essere stato zitto"(Catone)
"Mieterai a seconda di ciò che avrai seminato"/Cicerone)
"Acquisisci nuove conoscenze mentre rifletti sulle vecchie e forse potrai insegnare ad altri"(Confucio)
"E' religione anche non credere in niente(Cesare Pavese) 
"Ai morti la ricchezza nulla giova"(Eschilo)
"L'uomo sereno procura serenità a se stesso e agli altr"(Epicuro)
"Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo(Aristotele)   
"Le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie(Montesquieu)
"Chi poco pensa, moltoerra(Leonardo Da Vinci) 
Riflettiamo, gente, riflettiamo. 
  

martedì 25 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 POST N.6

La deindustrializzazione è stata rapida ed in accelerazione per i seguenti motivi:
a) la GLOBALIZZAZIONE. Negli ultimi tre decenni alcuni paesi asiatici si sono rivelati capaci di produrre "merci", soprattutto nei settori a più elevato utilizzo del fattore lavoro, a prezzi competitivi rispetto ai concorrenti europei. Si è assistito conseguentemente ad un massiccio spostamento di molte produzioni in estremo oriente e nel sud-est asiatico. In particolare la Cina è diventata in pochi anni la "manifattura" del mondo per una gamma crescente di prodotti. Si è sottovalutato, non solo in Italia, l'impatto che la "perdita" dello stabilimento produceva sull'intera economia. Perdita dei posti di lavoro diretti, perdita dell'indotto diretto e perdita dell'indotto indiretto(imprese di pulizia, mense, servizi di vigilanza, edicole, bar, infrastrutture varie) per non parlare del fatto che "perdere" lo stabilimento significa anche perdere la capacità di fare innovazione
b) è mancata qualsiasi politica economica ed industriale. I tentativi dei due governi Prodi - durati poco per debolezze interne - hanno solo indicato la via ma non hanno fatto in tempo ad incidere. Per contro i governi Berlusconi sono stati caratterizzati da una completa sottovalutazione del problema. La crisi prima  stata negata, poi è stata sottovalutata, poi è stata nascosta con artifici e raggiri. Il mondo dell'industria è stato lasciato senza indicazioni nè guida: Molti hanno mollato, molti hanno delocalizzato, molti hanno trovato facile inserirsi in commesse lucrose con una amministrazione pubblica sempre più corrotta.
c)  il debito pubblico è aumentato a dismisura senza che le risorse siano andate a finanziare infrastrutture o a migliorare l'organizzazione della Pubblica Amministrazione. Conseguenza: vincoli sempre maggiori per il bilancio dello Stato, caduta degli investimenti pubblici, crescita sempre più debole divenuta recessione negli ultimi anni.
In questo contesto tutto diventa più difficile ma è sempre possibile invertire la rotta. Ci si riuscirà?

domenica 23 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 - POST N.5

IL CUORE DELLA CRISI
Riaffermato con forza che la questione morale è pregiudiziale, vado subito al "cuore" della crisi; il cuore si chiama DEINDUSTRIALIZZAZIONE
Riprendo un concetto già espresso. Il nostro Paese ha avuto nel dopoguerra 25 anni di sviluppo forte e ininterrotto che l'hanno trasformato da paese agricolo arretrato e povero in una economia industrializzata. Lo sviluppo fu il risultato delle azioni, contestuali e sinergiche, di quattro soggetti:
a) il piano Marshall: una delle poche cose intelligenti fatte dagli Stati Uniti, in primis nel loro interesse, che ha consentito una "ripartenza" accelerata.
b) una classe imprenditoriale dinamica e motivata, duttile e capace di produrre nuovo know-how nei più svariati settori
c) le partecipazioni statali, in particolare l'IRI, che hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro. Al sud alle PS si deve la quasi totalità dei posti di lavoro creati 
d) le multinazionali, che in quella fase delocalizzavano da noi.
Al termine di questa fase l'Italia si ritrovò ad essere un paese fortemente industrializzato e manufatturiero, presente con punte di eccellenza in moltissimi comparti industriali.
C'erano elementi di forte debolezza, ne riparlerò, ma a fine anni sessanta questa era la situazione, comparto per comparto.
INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA
 Il Paese aveva una forte industria automobilistica costituita dal Gruppo Fiat con i marchi Fiat, Alfa, Lancia e da alcuni marchi di nicchia(Ferrari, Maserati, Lamborghini). La Fiat copriva oltre il 70% del mercato nazionale, era forte su alcuni mercati esteri (Francia, Germania, sudamerica) e produceva praticamente tutte le sue vetture in Italia. Ma Fiat significava anche IVECO (veicoli industriali), Fiat Ferroviaria che produceva locomotive e vagoni, AIFO (motori marini), Magneti Marelli (batterie) ecc.ecc. Fiat era al termine di questa fase una conglomerata che spaziava in campi svariatissimi e costituiva di gran lunga il primo gruppo industriale italiano
INDUSTRIA DEI PNEUMATICI E DEI CAVI
Complementare alla produzione di auto, c'era quella dei pneumatici dove PIRELLI la faceva da padrone. Inoltre la casa milanese aveva sviluppato una sezione cavi molto importante che contribui alla diffusione delle linee telefoniche in tutto il Paese. Ma non c'era solo la Pirelli (che produceva a Milano Bicocca) erano presenti anche CEAT - MANULI  tutte con produzione prevalente in Italia
INDUSTRIA SIDERURGICA
Seconda solo alla Germania; fortissima la componente pubblica (Italsider) ed altrettanto importante la componente privata( Falck, Lucchini, Riva). Gli stabilimenti dei gruppi di cui sopra occupavano centinaia di migliaia di maestranze
INDUSTRIA CANTIERISTICA
I cantieri di Genova, Trieste Ancona, La Spezia,Napoli producevano a pieno ritmo ed erano apprezzati in tutto il mondo
ELETTRODOMESTICI BIANCHI
Era uno dei settori di maggior peso con una percentuale di esportazioni altissima. Secondi solo alla Germania. Gruppo Borghi a Varese, Candy, Indesit , marchio REX (ora Elettrolux). Quel poco che è rimasto è in mani non italiane
INDUSTRIA ELETTRONICA
In quegli anni avvenne il passaggio dalla "trasmissione meccanica" a quella pienamente elettronica. Olivetti era leader nel settore delle macchine da scrivere e delle prime macchine a scheda. Il canavese viveva di Olivetti
INDUSTRIA CHIMICA
C'era una industria chimica di base forte sia privata (Montedison) sia pubblica (ENI). Gli impianti petrolchimici di Gela, Priolo, Augusta, quelli sardi, le raffinerie hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro e al sud hanno costituito la principale fonte di sviluppo
CEMENTO
Edilizia e infrastrutture(autostrade, ponti, gallerie) furono costruiti con il cemento di Italcementi(Gruppo Pesenti di Bergamo), passato recentemente ad un gruppo tedesco, e con quello del gruppo Colacem ed altri operatori minori
IMPIANTI IDROELETTRICI
Gli impianti che si costruivano nel mondo spesso erano opera di consorzi di aziende italiane (la CONDOTTE costruiva la diga, ANDALDO e FRANCO TOSI fornivano le turbine ed il resto.
Se si osserva la realtà odierna si constata, purtroppo, che molti di questi gruppi non esistono più, molti sono stati fortemente ridimensionati, molti hanno delocalizzato e la proprietà di quelli rimasti è spesso non italiana. Non parliamo  delle multinazionaii che da tempo hanno spostato le produzioni in altre aree del mondo. La attuale forte debolezza del sistema italia ha nella mancanza assoluta di una politica industriale negli ultimi trenta anni la causa principale.Non è facile ripartire e risalire in questo contesto. Cosa si potrebbe e si dovrebbe fare mi sforzerò di dirlo nel prossimo post.

venerdì 21 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 - POST N.4

LA QUESTIONE MORALE (TERZA PARTE)
Ma quando si parla di questione morale, il pensiero corre per primo alla corruzione, alla mala gestione dello stato e degli enti ad esso riconducibili, ai costi ingigantiti delle opere pubbliche, ai continui casi di appropriazione di denaro pubblico da parte di chi lo gestisce, all'essere venuta meno ogni impalcatura morale in coloro che si sono proposti agli elettori per governare su loro mandato la "polis". E purtroppo questo stato di cose ha coinvolto praticamente tutte le forze politiche, unica eccezione allo stato il movimento 5 stelle. e senza grosse distinzioni tra nord e sud del Paese. Non è qualunquismo affermare ciò, l'antipolitica non è responsabilità dei cittadini ma della "politica". Si è creata una frattura che sembra insanabile tra Paese reale e Paese legale e il Presidente della Repubblica bene ha fatto ad ammonire che la lotta alla "corruzione" ed alle "mafie" sono assolutamente prioritarie perché, sia chiaro, se non si attuerà una svolta a 180 gradi sotto questo profilo nessuna politica economica, nessun provvedimento, nessuna legge potrà raggiungere gli obbiettivi che si propone. L'aver votato contro l'autorizzazione all'arresto del senatore Azzolini è grave in se ma soprattutto perché fa emergere un quadro in cui tutti sono possibili ricattatori e tutti sono ricattabili in una vicenda grave, il Crac della casa di cura "Divina Provvidenza" che ha coinvolto anche il Vaticano e lo IOR
Nessuno è così ingenuo da pensare che sia possibile un mondo perfetto senza violazione delle regole, senza devianza ma il livello di degrado al quale siamo arrivati non consente più margini ed esige un radicale cambio di rotta.
Lo ripeto fino alla nausea: la questione morale è la madre di tutte le questioni e la cartina di tornasole di ogni politica.

martedì 18 agosto 2015

L ECCLESIASTE ADRIANO GUIDO VASCO ALL MY FRIENDS

Rientrato a casa dopo due brevi blocchi di vacanze (8 giorni al mare e 8 giorni in montagna a Briancon) riprendo il mio personale colloquio con chi mi legge. Il blog sta sempre più allontanandosi dai temi economici, sui quali è nato, per diventare sempre di più uno spazio di riflessione sulla vita, sul suo senso e sui diversi modi di approccio a questa unica ed irripetibile avventura che ci è stato dato (Dio, il caso, la necessità?) di correre. Chi mi ha visto di recente sa che le cose non vanno bene sotto il profilo della salute; questo favorisce almeno la riflessione. Soprattutto la riflessione sulla caducità delle cose.
I personaggi di cui al titolo sono caratterizzati da un approccio ciascuno diverso dall'altro ai temi di cui stiamo parlando, come le sfaccettature di un diamante attraverso le quali la luce si rifrange uguale e diversa
L'ECCLESIASTE (o QOELET)
Scommetto che la maggior parte dei "credenti" stenta ad inquadrare il personaggio che occupa di sè un breve ma denso libro della "Bibbia".
L'Ecclesiaste è un pessimista di natura. Tutto è vanità per Qoelet, non val la pena dannarsi l'anima, porsi degli obbiettivi, lottare per qualcosa o per qualcuno perchè.............tutto è vano. Suggerisce, come regola di comportamento: "Abbi fiducia nel Padre e segui le sue indicazioni"Un po' poco Mi è simpatico ma non mi piace
ADRIANO IMPERATORE DAL 117 AL 138
Per chi non lo avesse capito, Adriano imperatore come ci è giunto attraverso Marguerite Yourcenar, è il personaggio nel quale meglio mi rispecchio. Riporto due passaggi che a mio avviso ci trasmettono con chiarezza l'approccio di Adriano.
"Come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte".
Vi sono già zone della mia vita simili alle sale spoglie d'un palazzo troppo vasto, che un proprietario decaduto rinuncia ad occupare per intero. Non vado più a caccia.................
"..............sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata"
La Yourcenar immagina che Adriano faccia il bilancio della sua vita attraverso una lettera indirizzata al nipote Marco, il futuro imperatore Marco Aurelio. Un bilancio fatto da un uomo solido, disincantato ma non per questo insensibile o rinunciatario a "sentire" il flusso della vita che ancora scorre dentro e fuori di sè, curioso e saggio.
Gran personaggio l'Adriano della Yourcenar.
GUIDO DA MONTEFELTRO
Dante incontra Guido nel canto XXVII  dell'Inferno. tra i consiglieri fraudolenti. Guido, signore di Urbino, è uno dei personaggi di maggior spessore del suo tempo. Uomo d'arme, ghibellino, ascese attraverso successi militari e diplomatici ad un ruolo molto importante  negli equilibri politici del tempo che ruotavano intorno alla contrapposizione di potere tra papi e imperatori, con alterni successi.
"Quando mi vidi giunto in quella parte/
di mia etade ove ciascun dovrebbe/
calar le vele e raccoglier le sarte/
ciò che pria mi piacea, allor m'increbbe/
e pentuto e confesso mi rendei/
ahi miser lasso e giovato sarebbe
Guido si pente di aver voluto fare ammenda delle sue passate colpe mettendosi nelle mani di Bonifacio VIII.
Sono d'accordo con Guido. Arriva per tutti il tempo in cui si deve cominciare a calar le vele e raccogliere le sartie. E' segno di grande maturità e saggezza accorgersi dell'arrivo di quel tempo, come molti non riescono a fare, ma occorre essere coerenti con se stessi. Bruschi cambiamenti di rotta, conversioni dell'ultima ora, rinuncia ad essere quello che si è sempre stati sono segni di debolezza e non portano a bene
VASCO
Sono un profondo estimatore di Vasco che negli ultimi album riflette con profondità sulla sua personale avventura e sulla vita. L'ultimo Vasco è un uomo che ha visto da vicino la morte, che si meraviglia di essere ancora tra di noi, e su questo riflette, costruisce, lancia messaggi. E' vivo e cambia.Dall'ultimo albm DANNATE NUVOLE 
La considerazione generale che mi sento di fare è questa: ci è dato un tempo limitato. Non dimenticiamolo e non sprechiamolo. Poi ognuno cerchi di vivere come vuole e come può

giovedì 6 agosto 2015

STATISTICHE DEL BLOG

Ieri il blog ha avuto 238 visualizzazioni. Ringrazio per la stima;al contempo ricordo che siamo in pieno agosto per cui invito i miei lettori a non dimenticare le tre s di questi giorni
SEA SUN SEX
Non vorrei avere rimorsi 

mercoledì 5 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 - POST N.3

LA QUESTIONE MORALE(parte seconda)
Fa parte a pieno titolo della questione morale il fare occupare le posizioni di responsabilità da persone competenti, di alto profilo e di autonoma personalità. E' infatti immorale far assumere decisioni importanti per tutta la collettività a persone che non abbiano competenze adeguate nel settore specifico e che magari siano state scelte esclusivamente per "appartenenza" al leader che le ha fatte nominare. Il rischio, forte, è che queste persone siano eterodirette e si appiattiscano passivamente sulle posizioni dei loro referenti facendo mancare un contributo autonomo.
Proprio oggi è stato nominato buona parte del nuovo CDA della RAI, azienda strategica per la capacità che il mezzo televisivo ha di orientare le coscenze e le opinioni. Forti sono state le critche di fronte ad alcuni nomi proprio perché mancano le competenze e prevalgono le appartenenze. Sembra un aspetto secondario ma non lo è:senza competenze non c'è qualità e senza qualità c'è declino.

martedì 4 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 - POST N. 2

LA QUESTIONE MORALE(prima parte)
Da sempre sostengo che la questione morale è centrale e pregiudiziale se si vuole veramente affrontare per iniziare a risolverli i tanti problemi che il Paese ha accumulato nell'ultimo trentennio. La questione  morale ha secondo  me più facce e non solo quella alla quale tutti pensiamo quando ci si pone di fronte al problema.
Innanzitutto si sostanzia nel dare ai  cittadini informazioni corrette. I governi un po' in tutto il mondo hanno la tendenza, comprensibile, a inviare messaggi ottimstici altrimenti "perdono il consenso" e " la gente si deprime e non consuma" Noi abbiamo avuto per venti anni il re degli ottimisti, il Vanna Marchi della politica e dell'economia servite con stile da imbonitore da fiera paesana. E il discepolo di Macchiavelli non è da meno: altro stile, più moderno, più articolato, ma la sostanza è  la stessa, Il bello è che la maggir parte della gente è questo che vuole: fateci star tranquilli, non fateci pensare, fate quello che vi pare ma non angosciateci. Essere sudditi è in effetti più semplice e meno faticoso che essere cittadini e ci sono due modi per mantenere la maggior parte della popolazione nella condizione di suddito: o "la valle di lacrime" o "il paese dei balocchi"Io sinceramente preferisco essere governato da un Churchil che agli inglesi promise lacrime e sangue e non "cheesecake" per tutti. L'informazione deve essere seria, chiara, completa e intellettualmente onesta. Utopia, mi si dirà. Forse, ma quotidiani come Libero o "Il Giornale"sono stati la fonte surrettizia della comunicazione dei governi di centro destra che si sono succeduti negli anni e anche a sinistra si è avuta poca fiducia nelle capacità intelletive dell'elettorato. Il risultato è che oggi la gente non sa più se le cose vanno bene o vanno male, se stiamo uscendo dal tunnel o ci siamo dentro fino al collo. se il futuro del Paese può essere visto con occhio sereno o su un orizzonte cupo.
Nè ottimisti nè pessimisti, dico io  SERI

lunedì 3 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 - POST N.1

Torniamo a parlare di economia. In questi ultimi mesi sono stato piuttosto ondivago trattando temi vari che hanno modificato la natura e la struttura di questo blog. Blog che è nato essenzialmente per affrontare temi economici. Mi riprometto pertanto di dedicare ampio spazio a fare il punto sulla crisi anche in considerazione del fatto che sta crescendo il dibattito sul perché la crisi non passa, sulle responsabilità politiche della situazione, su chi deve porvi rimedio. Stanno riemergendo gli estimatori del defunto(politicamente) Silvietto nostro, ben supportati dagli editoriali  dei giornali di famiglia, all'interno del PD la minoranza cerca disperatamente di sopravvivere alla "asfaltatura"da parte di Renzi il quale a sua volta viene sommerso di critiche per non aver saputo risolvere i tanti problemi sul tappeto,  i 5 stelle sembrano diventati l'unica speranza per molti italiani. Situazione complessa ed interessante. Numererò i post in modo che sia più facile rintracciarli.
LA CRISI
mi autocito con il richiamare alcuni passaggi della prefazione  al mio libro "Sulla crisi e dintorni" che scrissi  e pubblicai nel Gennaio 2011.
"Sono convinto che l'attuale crisi finanziaria internazionale, complessivamente in via di  superamento ma non per tutte le economie, ............non sia affatto congiunturale per il nostro Paese. Il sistema Italia non più concorrenziale nei prodotti manufatturieri ad alto utilizzo del fattore lavoro e scarsamente presente  nei settori tecnologicamente avanzati, si trova fortemente condizionato, nel contesto di una economia ormai irreversibilmente globalizzata, dai vincoli di un debito pubblico enorme, di un ritardo evidente nell'aggiornamento delle infrastrutture, di un apparato pubblico sia a livello centrale che periferico, farraginoso e pesante che ostacola oggettivamente l' attività di impresa e quindi le possibilità di ripresa del ciclo........
"è una crisi di riposizionamento dell'economia del nostro Paese nel panorama internazionale dalla quale l'Italia uscirà ridimensionata e lascerà il suo posto in prima fascia tra le economie del mondo a paesi ben  più dinamici  come Cina, India, Corea, Brasile.
" In sintesi - questa la conclusione - io rimango fortemente pessimista anche perché ritengo la questione morale centrale per il futuro del nostro Paese; non mi pare, invece, che sia tra le priorità delle forze politiche presenti in parlamento."  
Il mio pensiero in merito alla crisi ruota intorno a questi punti forti:
a) non è una crisi congiunturale
b) in questi ultimi 30 anni l'Italia si è deindustrializzata nell'indefferenza pressoché totale. 
c) l'enorme debito pubblico è una palla al piede che assorbe risorse ed ostacola la ripresa
c) stretto è il sentiero attraverso il quale il sistema Italia può muoversi
d) la QUESTIONE MORALE è centrale e pregiudiziale. 
 

domenica 2 agosto 2015

LA STRAGE DI BOLOGNA 35 ANNI FA

Oggi ricorre il trentacinquesimo annniversario della strage alla stazione di Bologna. Ritengo utile pubblicare nuvamente un articolo di due anni fa dove sviluppavo alcune riflessioni in merito al clima di quegli anni.

Alberto Pirani: FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO

Alberto Pirani: FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO: Riprendiamo il discorso interrotto: La seconda fase - dalla crisi petrolifera al crollo della Prima Repubblica. La fine degli anni sess...