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martedì 25 agosto 2015

LA CRISI - IL PUNTO AD AGOSTO 2015 POST N.6

La deindustrializzazione è stata rapida ed in accelerazione per i seguenti motivi:
a) la GLOBALIZZAZIONE. Negli ultimi tre decenni alcuni paesi asiatici si sono rivelati capaci di produrre "merci", soprattutto nei settori a più elevato utilizzo del fattore lavoro, a prezzi competitivi rispetto ai concorrenti europei. Si è assistito conseguentemente ad un massiccio spostamento di molte produzioni in estremo oriente e nel sud-est asiatico. In particolare la Cina è diventata in pochi anni la "manifattura" del mondo per una gamma crescente di prodotti. Si è sottovalutato, non solo in Italia, l'impatto che la "perdita" dello stabilimento produceva sull'intera economia. Perdita dei posti di lavoro diretti, perdita dell'indotto diretto e perdita dell'indotto indiretto(imprese di pulizia, mense, servizi di vigilanza, edicole, bar, infrastrutture varie) per non parlare del fatto che "perdere" lo stabilimento significa anche perdere la capacità di fare innovazione
b) è mancata qualsiasi politica economica ed industriale. I tentativi dei due governi Prodi - durati poco per debolezze interne - hanno solo indicato la via ma non hanno fatto in tempo ad incidere. Per contro i governi Berlusconi sono stati caratterizzati da una completa sottovalutazione del problema. La crisi prima  stata negata, poi è stata sottovalutata, poi è stata nascosta con artifici e raggiri. Il mondo dell'industria è stato lasciato senza indicazioni nè guida: Molti hanno mollato, molti hanno delocalizzato, molti hanno trovato facile inserirsi in commesse lucrose con una amministrazione pubblica sempre più corrotta.
c)  il debito pubblico è aumentato a dismisura senza che le risorse siano andate a finanziare infrastrutture o a migliorare l'organizzazione della Pubblica Amministrazione. Conseguenza: vincoli sempre maggiori per il bilancio dello Stato, caduta degli investimenti pubblici, crescita sempre più debole divenuta recessione negli ultimi anni.
In questo contesto tutto diventa più difficile ma è sempre possibile invertire la rotta. Ci si riuscirà?

1 commento:

  1. in merito a questo post ad al pecedente =
    manca "il nuovo progetto di sviluppo" per il nuovo secolo della globalizzazione- Non si può navigare a vista , ai 12 mesi del def
    Non c'è un progetto strategico industruale,sociale,culturale
    mentre oggi è tutto velocità in tempo reale;l'Italia è lumaca,la Germania è lepre;con USA,Cina e Giappone,stanno sviluppando le reti ultra veloci,infrastrutture trasporti università- Bisogna puntare ad una società di servizi ad alta tecnologia,dalla casa ai trasporti alla scuola alla salute al turismo-Difendere il primato di prodotti che possono fare a bassi costi i Paesi in via di sviluppo è da cretini- Superare l'economia della finanza,del danaro che fa danaro investendo in borsa;ma investire nei fondamentali del PIL -pompare liquidità a breve può sevire,ma a lungo è droga solo per i ricchi,perchè ipoveri danaro non ne hanno,ma hanno bisogno di LAVORO,che fa reddito;e il reddito fa consumare i prodotti che il lavoro produce- La finanza crea soltanto ricchezza per i ricchi- Quindi opporsi a questa UE germanocentrica,per un'Europa Federale,col Parlamento ed il Governo federale-
    oggi in Italia NON esiste un partito politico che segue questa strada- Sono tutti omologati e/o...corrotti

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