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martedì 15 giugno 2021

15 GIUGNO 1946 - 15 GIUGNO 2021

 i miei genitori si sono sposati il 15 Giugno 1946, 75 anni fa. La partecipazione che allego evidenzia, a mio avviso, un buon livello di tecnica di stampa, buongusto  estetico e già lontani i ricordi del periodo bellico. In effetti la premiata "fotoottica Ubaldi -fotografi in Ostra da sempre - aveva cercato di mantenere anche nei momenti più bui  un livello di buona qualità alla propria produzione e questo aveva attirato sugli Ubaldi unanimi consensì

L'Italia aveva scelto con il referendum la Repubblica come forma Istituzionale da meno di 15 giorni, il giurista napoletano Enrico De Nicola sarebbe stato nominato Capo Provvisorio dello Stato pochi giorni dopo (il 28 Giugno) il nostro Paese era in piena ripartenza, come si direbbe oggi.Era un Paese pieno di energie e pieno di speranze. Basti pensare che nel '46 furono iscritti al registro anagrafico generale 1.036.098 nuovi nati, massimo storico dall'unità d'Italia, nel '47 1.011,490 tra i quali chi scrive e nel 48 1.005.851. Nel 2020, per contro, le nuove iscrizioni sono state 404.104. minimo storico dall'Uni5tà d'Italia. Le cifre evidenziano crudamente le debolezze del sistema Italia tra le quali lo squilibrio demografico è uno dei più pericolosi elementi di negatività.

Settantacinque anni fa, invece, il nostro Paese aveva appena iniziato quella fase di forte sviluppo che in un solo quarto di secolo lo portò a trasformarsi da Paese prevalentemente agricolo   (e di una agricoltura arretrata con molta mezzadria) a Paese industriale, a dotarsi di infrastrutture moderne, l'Autostrada del Sole  in primis, necessarie per lo sviluppo viste le caratteristiche del territorio, a realizzare Istituti di stato sociale a livello dei Paesi più avanzati.  Sistema pensionistico, Servizio sanitario Nazionale, Sistema scolastico furono i pilastri sui quali poggiarono i fondamenti di uno Stato più equo e solidale quale era stato delineato dalla nostra Costituzione.

Furono anni, lo sottolineo con forza, di sviluppo impetuoso quale mai si era visto e quale probabilmente mai più si vedrà dovuto all'azione sinergica di vari soggetti

- Innanzitutto una imprenditoria privata capace, motivata, aperta all'innovazione. Sia nella grande impresa che  nella mediopiccola. Basti pensare al Gruppo Olivetti, al Gruppo Fiat, alla Falck, al Gruppo Pesenti, alla Ignis di Borghi a Comerio, ai Merloni nelle Marche, alla Ferrero, alla Barilla e tante altre tra le grandi, alle migliaia di piccoli imprenditori che trasformarono piccole iniziative in solide realtà tra le mediopiccole

- le partecipazioni statali. L'ENI guidato da Enrico Mattei ci consentì di assicurarci l'approvvigionamento energetico, vitale per un Paese che aveva pochissime fonti energetiche interne,con margini di autonomia rispetto alle sette sorelle. InoltreSaipem in pochi anni si affermò come la piu importante azienda internazionale nel settore della costruzione di impianti petrolchimici e di piattaforme marine. E il tutto con la progettazionedi Snam Progetti, altra società del Gruppo

L'IRi con le sue finanziarie di settore ci consentì di diventare "leaders"o comunque "competitors"in molti settori di primaria importanza. Come non ricordare la importanza di FINSIDER , subholding del  settore siderurgicocon la sua Italsider, la FIMECANICA con la sua Italtel, la FINCANTIERI con i suoi cantieri di Genova, di Trieste, di Ancona, di Taranto. E non bisogna dimenticare che l'industrializzazione del SUd, con la creazione di milioni di posti di lavoro, fu opera quasi esclusiva delle partecipazioni statali

- le multinazionali che negli anni 40, 50 e fino a tutto il 60 trovarono occasioni di investimento nel nostro Paese. La Philips produceva televisori a Cinisello, ls Hoechst aveva creato un importante polo  chimicofarmaceuco aScoppito, in provincia dell'Aquila, la Continental produceva gomme a Cisterna di Latina. E tante altre.


- il PIANO MARSHALL

Gli Stati uniti non hanno mai eccessivamente brillato nella gestione del "dopo" gli eventi bellici.Con il piano Marshall fecero coincidere i loro interessi con quelli dei Paesi "aiutati" e bisogna riconoscere che il piano Marshall accelerò  notevolmente la fase di ricostruzione e di sviluppo. 

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Sono passati 75 anni da quel 15 Giugno del 46. I miei genitori non ci sono più. La generazione dei loro figli  c'è ancora ma sta arrivando al capolinea. E' l'occasione di far bilanci. Bilanci colllettivi, ovviamente. Bilanci che sono, a mio avviso, sostanzialmente positivi per quello che è avvenuto in tutto il dopoguerra, presentano invece ombre pesanti e inquietanti per quanto attiene alla situazione attuale e alle prospettive

Lo squilibrio demografico è forse l'elemento di maggior debolezza. E sintomo di mancnza di speranza, di progetti, di obbiettivi, rende molto più complesso il ricambio generazionale, minaccia tutto l'impianto pensionistico perchè è chiaro che i conti dewll'INPS e degli altri enti previdenziali  non possono reggere, in presenza di versamenti sempre più esigui e irregolari. Forse sarebbe meglio prestare maggiore attenzione ad un settore che coinvolge più di 20 milioni di persone

- manca l'industria, manca una politica industriale, siamo completamente usciti da settori importantissimi. avevamo una industria automobilistica, non c'è più, avevamo una industria della gomma, la Pirelli ora parla cinese, non abbiamo una industreia elettronica, l'industria chimica, pubblica e privata, si è liquefatta dietro le vicende, per molti versi ancora oscure di Enimont(non mi si venga a dire che Gabriele Cagliari e Raul Gardini sono morti suicidi), il Gruppo Pesenti parla tedesco, la mia BNL - nella quale mi sono formato - parla francese così come la Parmalat, Non parlo delle banche IRI che sono state oggetto di operazioni e manovre da osservare con il conforto continuo del codice penale.La siderurgia è nelle condizioni che tutti sappiamo.L' industria della moda è tutta in mano a multinazionali del settore. E' rimasto solamente Giorgio Armani a difendere l'talianità di un marchio affermato nel mondo.Non abbiamo più una compagnia aerea di bandiera. Che cosa ci rimane: qualche azienda di punta come la Brembo e tutto un settore, quello del turismo, nelle sue varie articolazioni: mare, laghi, monti, città d'arte, arte, turismo gastronomico. Abbiamo un potenziale enorme ma è tutto da rivedere.

E comunque le nostre difficoltà sono quelle di tutto l'Occidente chiamato a confrontarsi con  Paesi come Cina, Corea, tutto l'estremo oriente, che sono diventati la fabbrica del mondo perchè in grado di produrre a costi competitivi. E la globalizzazione, niente di diverso

PIANO MARSHALL : non cè più, ovviamente , e gli Stati Uniti sono sempre molto determinati nella difesa dei loro interessi

LE MULTINAZIONALI

Da tempo hanno lasciato il nostro Paese come pure hanno delocalizzato molti nostri gruppi nazionali

LE PARTECIPAZIONI STATALI

L'ENI resiste ma chiaramente in posizione difensiva. L'IRI invece è stato posto in liquidazione nel 2000 e secondo me è stato il più grande errore fatto dalla classe politica. Perchè una presenza pubblica in economia è sempre utile per difendere interessi strategici, perchè le dimensioni sono importanti, perchè le logiche di scelte fatte in un'otttica di interesse generale tutelano meglio gli interessi dei cittadini. Lo aveva capito Benito Mussolini che dando il via libera alla costituzione dell'IRI nel 1933 ne intui importanza e capacità di intervento ed ebbe la lungimiranza di affidarne il timone di comando ad Alberto Beneduce, economista di altissimo livello ma "socialista" e quindi non in linea con il regime.

Questo è il quadro generale il giorno dei 75 anni del matrimonio dei miei. Non  riesco  ad essere ottimista. Perchè oltre al quadro economico sopradelineato abbiamo molti alttri elementi di debolezza: la mancanza di una classe politica adeguata, un livello di efficenza della Pubblica Amministrazione  su standard assolutamente non adeguati, un livello di corruzione nella gestione del settore pubblico non sostenibile, un debito pubblico enorme accumulato negli ultimi decenni nel corso dei quali abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, il controllo da parte della criminalità organizzata di una parte notevole del territorio, il dissesto idrogeologico di molte zone del Paese, e ora anche il COVID. MA NON MI SI VENGA A DIRE CHE I NOSTRI PROBLEMI SONO IL COVID, i nostri problemi vengono da molto più lontano. e voi, babbo e mamma, quel 15 Giugno del 46 pensavate a dimenticare i tempi brutti e a vivere tempi belli. Non potevate pensare che 75 anni dopo il quadro potesse essere così complesso.