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venerdì 24 aprile 2009

A CHE PUNTO E' LA CRISI ?

Nelle scorse settimane ho tentato in otto post di dare la mia interpretazione della violenta crisi morale, finanziaria e industriale che si è abbattuta sulle economie mondiali e che ha fatto temere, nell'autunno scorso, il tracollo del sistema. A che punto siamo visto che i pareri sono discordi e si passa dall'ottimismo(governo - ti pareva - e confindustria) alla prudenza (Draghi e la banca d'Italia), ad una visione ancora pesante della situazione (FMI, OCSE e altri organismi internazionali)

Innanzitutto vorrei fare una notazione: negli Stati Uniti si è suicidato il tesoriere della più importante società operante nel settore dei mutui immobiliari, i famigerati subprime, il sig. Madoff- responsabile di una truffa di 50 miliardi di euro - passerà in carcere il resto dei suoi giorni, il Top Manager della Enron( il primo grosso scandalo degli usa) sta scontando una condanna a 25 anni. Nel nostro paese, per contro, Consorte, ex top manager di Unipol, al quale sono stati trovati su un conto 49 milioni di euro frutto, dice lui, di una consulenza, si è presentato in assemblea Unipol a fare le pulci sul bilancio, Ricucci non ha più Anna Falchi ma circola liberamente spendendo allegramente i soldi sottratti alle sue società, Fiorani doveva condurre una trasmissione televisiva dove avrebbe "insegnato" agli spettatori come investire i soldi e vive bene, Calisto Tanzi ha iniziato una nuova attività, Moggi continua ad imperversare nel mondo del calcio come e più di prima. Mi fermo qui ma di esempi se ne potrebbero portare a centinaia. Morale: negli Stati Uniti la lotta è senza esclusione di colpi ma chi sbaglia paga, noi invece siamo il paese del "vogliamoci bene", del "ma cosa ha fatto in fondo?" e paga sempre e solo Pantalone.

Fatta questa premessa, a che punto siamo?

A mio avviso il pericolo di collasso dll'intero sistema è stato scongiurato dall'intervento deciso e congiunto di governi e banche centrali, la crisi costerà alll'economia mondiale 4/5000 miliardi di dollari ma tra qualche tempo tutto sarà riassorbito, il sistema internazionale ha capito il pericolo corso e ha messo in campo correttivi che dovrebbero evitare il ripetersi in futuro degli eccessi di questi ultimi anni, il capitalismo riprenderà il suo corso.

Quella che invece non è per niente a posto è, a mio parere, la situazione del nostro paese.

Perché:

a) perchè il governo continua a diffondere un ottimismo di facciata che non ha riscontro nei dati oggettivi che sono questi:
- il debito pubblico ha ripreso a salire vertiginosamente (1.708 miliardi di euro a fine febbraio contro i 1.598 di fine 2007) e si posizionerà a fine 2010 ad almeno il 115% del PIL. Dire che la ricostruzione dell'Abruzzo sarà fatta senza ulteriori tasse è una mistificazione visto che si stamperà moneta in quantità abnormi
- la ripresa già vista come imminente è di la da venire. Nel 2009, secondo l'OCSE, il PIL segnerà una diminuzione del 4,3% e anche nel 2010 saremo in recessione
- le entrate fiscali stanno registrando una brusca diminuzione(meno 5,4% nel primotrimestre 2009) per effetto, in parte, della recessione, ma soprattutto perchè l'evasione fiscale ha ripreso a correre alla grande e il governo non fa nulla per contrastarla
- il sistema industriale del centro nord non è più in grado di trainare un paese spaccato in due e amministrato a livello centrale e locale come è amministrato
- larghe fasce di popolazione si sono impoverite e non possono più assicurare la tenuta e la crescita dei consumi interni che rimane fondamentale per l'equilibrio del sistema. Una equa politica redistributiva farebbe comodo anche alla Confindustria se solo avesse un minimo di "visione lunga", parafrasando l'ultimo libro di Padoa Schioppa
- il differenziale di tassi tra il nostro BTP decennale e l'analogo BUND tedesco rimane elevato rendendo oneroso il rifinanziamento del debito pregresso ed il finanziamento del nuovo
- con un debito pubblico così elevato ogni forma di ottimismo è irresponsabile
Chi volesse peraltro approfondire questi temi trova largo ed abbondante materiale nel bollettino n. 56 della Banca d'Italia appena uscito.
Perchè io sono da sempre convinto che con le chiacchiere si possono imbonire gli elettori meno provveduti e vincere magari le elezioni, ma per governare seriamente bisogna tener conto dei numeri reali; e sono altresì convinto che prima o poi i nodi vengono tutti al pettine
Spero di sbagliarmi, ma non credo

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