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mercoledì 17 ottobre 2018

IL DEF - LA LEGGE DI BILANCIO 2019

Il DEF è stato approvato nei giorni scorsi da camera e senato. Non sono interventuto a parlarne perchè le cifre cambiavano in continuazione, il quadro si muoveva continuamente e sarebbe stato velleitario e inutile esprimere un giudizio in corso d'opera su un documento sul quale nemmeno coloro che lo redigevano mostravano di avere idee chiare. Ora che il documento è stato approvato ed è stato anche approvato dal governo il testo della Legge di bilancio 2019, "Documento programmatico di bilancio",  inviato a Bruxelles per le  valutazioni dei competenti organi comunitari, penso si possano cominciare a fare alcune riflessioni su un impianto che ha trovato solamente ieri un assetto definitivo, almeno per il governo. La prima riflessione è una forte critica al Presidente della Commissione Junker il quale, prima ancora di ricevere ufficialmente il documento, ha espresso giudizi pesanti su alcuni aspetti  delle misure adottate, ha lanciato moniti, ha anticipato valutazioni. Junker copre un ruolo isituzionale, non dovrebbe mai dimenticarlo, e quindi è tenuto a prendere posizione  solamente quando sia in grado di esprimere un documentato giudizio di sintesi.
Ancor più grave la replica del vicepremier Di Maio il quale ha dichiarato di non essere per nulla preoccupato del giudizio di Junker il cui mandato, ha osservato con tono tra l'ironia e il sarcasmo l'esponente dei 5 stelle,............... "scade a Maggio" Comportamento da bambino di età non superiore ai sette anni; quelli tra i 10 e i dodici in genere hanno già capito che chi rappresenta un popolo non  può fare questo genere di dichiarazioni, "muoversi" come se si trovasse a discutere in un qualsiasi bar sport del Paese, non pesare le possibili reazioni
Non vale nemmeno la pena di esprimere giudizi sulle dichiarazioni di Salvini la cui cifra espressiva ruota ormai eslusivamente intorno al "me ne frego" di non lontanissima memoria
Il DEF e la legge di bilancio sono  stati bocciati in tempi strettissimi - tanto da far emergere un fondato sospetto di "pregiudizio" da tutti gli organismi che avevano veste ad esprimere un giudizio e sono stati bocciati dai mercati con uno spread risalito costantemente nelle ultime settimane sopra i 300 punti e un mercato borsistico in flessione anche se non si è  registrato il crollo che molti temevano. Anzi, ieri 16 Ottobre la seduta a Milano ha chiuso con un più due virgola due per cento, frutto - a mio avviso - esclusivamente di ricoperture.
Questa la premessa- Il mio giudizio di sintesi è che il DEF non ha nè capo nè coda, che l'idea forte che lo sostiene, di cortisssimo respiro, è quella di distribuire risorse non ancora prodotte e che comunque non ci sono, ai bacini elettorali ai quali attingono Lega e movimento 5 stelle con l'unico scopo di non perderne il consenso. Inoltre  le cifre e le coperture che sostengono l'impianto del documento appaiono spesso aleatorie ed appare evidente la contraddorietà di molte misure frutto della neccessità di tener conto delle richieste di due forze politiche che hanno programmi, bacini elettorali, progetto di società e di Paese per molti versi agli antipodi.
Ma il limite più grande del progetto di bilancio per il 2019 e gli anni seguenti è l'ottica con la quale si giudica  la situazione e si propongono le misure.
Mi spiego:
negli ultimi trenta anni il nostro Paese( il fenomeno ha interessato tutta Europa ma da noi  è stato notevolmente più accentuato) si è progressivamente deindustralizzato. La grande industria è praticamente scomparsa bruciando un elevatissimo numero di posti di lavoro diretti, nell'indotto diretto e in quello che io chiamo indotto indiretto; a latere del grande stabilimento che connota la grande industria ci sono le imprese di pulizie, le mense ed il catering, i bar, la manutenzione, i trasporti, attività commerciali diverse che trovano spazio perchè insistono su un territorio quantitativamente ricco di consumatori dotati di adeguato reddito disponibile.
La deindustralizzazione del nostro Paese ha molteplici cause che riassumo nelle loro grandi linee. 
- I'industria privata ha perso dal 70 in poi slancio e voglia di competizione e innovazione
-le partecipazioni statali sono state quasi completamente smantellate e questo è stato un grossissimo errore, a mio avviso.
- le multinazionali sono state le prime a delocalizzare
- la classe politica ha perso capacità di visione ed ha cominciato a distribuire risorse non ancora prodotte (cfr mio post del 22 Settembre u.s. dal titolo "Torniamo a parlare di debito pubblico) per mantenere il consenso, appesantendo i conti pubblici e spostando sulle future generazioni l'onere di ripagare il debito
- l'impalcatura morale delle classi dirigenti si è prograssivamente deteriorata
Infine, last but non least, la GLOBALIZZAZIONE. che significa semplicemente questo: nuovi Paesi e nuove aree si sono affacciate sul mercato globale riuscendo ad imporsi per capacità di avere costi per unità di prodotto  più bassi, spesso anche per le infinitamente minori tutele delle loro classi lavoratrici, per maggiori motivazioni e la maggior energia di cui i popoli sono in possesso nelle fasi di profondo e rapido cambiamento.
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Di fronte ad uno scenario di questo genere, il governo ha scelto un linea di politica economica tendente a distribuire risorse a vaste aree di cittadini-elettori (risorse non ancora prodotte e quindi finanziate a debito) convinto che da ciò nasca una spinta  sull'economia che acceleri la crescita ed il rilancio del PIL che, dopo anni di diminuzione, aveva cominciato a far registrare qualche modesto recupero negli ultimi due/tre anni, e l'aumento l di posti di lavoro.
Pura utopia, a mio avviso. Una politica economica che punta esclusivamente ad allargare le risorse a disposizione dei consumatori, che punta sui consumi come fattore di rilancio, corre il rischio di produrre un massiccio incremento di importazioni e nulli posti di lavoro.
Il governo aveva davanti a se un'altra strada. Puntare su un massiccio programma di sostegno agli i nvestimenti da finanziare non a debito ma......................con una convinta lotta all'evasione fiscale, della quale si è persa traccia, che sottrae importanti flussi di introiti alle casse dello Stato e che è la maggiore responsabile delle profonde ingiustizie sociali che caratterizzano la nostra convivenza.
Mi sto accorgendo che il post rischia di diventrae troppo lungo. Termino qui. Ad un successivo post l'esame dei singoli provvedimenti

1 commento:

  1. Complimenti ... Ottimo pezzo. Hai sintetizzato come pochi sanno fare il pensiero di molti. Continua così. Claudio

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