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martedì 5 febbraio 2019

RITORNIAMO A PARLARE DI ECONOMIA - IL REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100

Sono state varate le due più importanti misure di politica economica che il governo aveva nel suo programma: reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni. Inizio a fare alcune valutazioni
REDDITO DI CITTADINANZA:
è operativo il portale sul quale si possono trovare le informazioni circa condizioni, importi, beneficiari della misura. Dal 6 Marzo il portale sarà utilizzabile per presentare le domande on line. Le domande potranno essere presentate anche tramite i CAF e tramite le poste
Il portale mi sembra ben fatto, chiaro e di non difficile utilizzo
In sintesi il reddito di cittadinanza per come è stato strutturato si configura, a mio avviso, essenzialmente come   misura di sostegno al reddito per persone e famiglie in condizioni di disagio economico e con queste caratteristiche mi sembra un provvedimento in linea con la necessità di sostenere le condizioni di vita di una fetta crescente di popolazione e quindi non criticabile in termini assoluti. Ma bisogna aver ben individuato le risorse e le fonti di finanziamento di un programma così impegnativo per evitare un naufragio che potrebbe essere molto doloroso. Sarà modesto, invece, sempre a mio avviso, l'impatto sulla creazione di nuovi posti di lavoro e sul Prodotto Interno Lordo. Cercherò di spiegare perchè.
BENEFICIARI: cittadini italiani, cittadini comunitari, cittadini stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni di cui almeno gli ulltimi due consecutivi 
 E' stato criticato l'aver compreso tra i beneficiari anche gli extracomunitari con una residenza di almeno 10 anni di cui gli ultimi due consecutivi. Una residenza di 10 anni mi sembra un periodo "equo" per considerare l'extracomunitario di fatto assimilato al cittadino e la circostanza non mi sconvolge. Piuttosto mi chiedo se lo Stato ha gli strumenti per ricostruire la presenza della persona sul territorio.
CONDIZIONI: avere un reddito ISEE inferiore ai 9.360 euro annuali, un patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa inferiore ai 30.000 euro e un patrimonio mobiliare inferiore ai 6.000 euro che può arrivare ai 20.000 per famiglie con disabili. Mi chiedo se lo Stato, meglio l'INPS che dovrà effettuare i controlli, ha gli strumenti per individuare il rispetto dei sopracitati parametri. Sono prevedibili abusi e "pastrocchi"
IMPORTO DEL REDDITO DI CITTADINANZA:
- FINO A 780 EURO MENSILI PER UN SINGLE (di cui massimo 500 come sostegno al reddito, 280 come sostegno al pagamento dell'affitto e 150 per il pagamento dellle rate del mutuo. Nessun importo se si vive in casa di proprietà
- FINO  A 780 EURO MENSILI  per un pensionato di età superiore ai 67 anni di cui 630 come sostegno al reddito e 150 come sostegno al pagamento dell'affitto per l'abitazione.
L'utilizzo avverrà mediante una "carta prepagata" emessa da Poste Italiane che verrà ricaricata ogni mese e dovrà essere utilizzata completamente entro il mese successivo altrimenti viene decurtata. La carta potrà essere utiizzata anche  per prelevamenti cash fino a 100 euro al mese o per pagare con bonifico effettuato tramite le Poste il canone di affitto. Mi chiedo: ma non si poteva stabilire che il bonifico per pagare l'affitto, bonifico da fare attraverso Poste Italiane sulle quali è appoggiata tutta la procedura, fosse gratuito? E non si poteva stabilire che i prelevamenti fossero esenti da commissioni sia se effettuati su "bancomat" delle Poste che di altri operatori? Piccoli dettagli ma le persone interessate sono a basso reddito per cui anche un euro può essere rilevante.
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L'aver inserito nello stesso provvedimento il reddito e la pensione di cittadinanza e averli costruiti come sono stati costruiti, direi sovrapponibili, conferma che, di fatto, la finalità principale del provvedimento è il sostegno al reddito(un pensionato non deve essere accompagnato a cercare un nuovo lavoro). In pratica sono state introdotte la "pensione minima" (780 euro di cui 630 come importo nominale e 150 di contributo al pagamento dell'affitto) e il salario minimo (500 euro) oltre a euro 280 di sostegno al pagamento dell'affitto o del  mutuo. Di fatto sono stati trattati molto meglio i pensionati, che tra l'altro non corrono il rischio di perdere "l'integrazione al minimo" che la pensione di citadinanza assicura loro, di quanto non lo siano stati trattati i giovani e i meno giovani disoccupati e in cerca di lavoro-
Infatti chi è già in pensione acquisisce senza alcuna altra condizione l'integrazione al minimo mentre chi è in età lavorativa perde il reddito di cittadinanza se rifiuta il lavoro  proposto dalle Agenzie per il lavoro presenti sul territorio. Questo è evidentemente giusto ad evitare che venga favorito chi preferirebbe ciondolare  o flanellare sul divano. 
Ma si è è creato il paradosso che la pensione minima è di 630 euro mentre il salario minimo è di 500 euro Ed è banale osservare che a parte il fatto che "lavorare stanca", andare a lavorare ha un costo in certi casi piuttosto significativo che i pensionati non sostengono.
In sintesi, non male per i pensionati e una caterva di vincoli per chi ha l'obbiettivo di inserirsi nel ciclo  produttivo. E c'è da chiedersi: ma le Agenzie per il lavoro saranno in grado di proporre occasioni di lavoro numericamente  e qualitativamente adeguate alla vasta - si presume - platea di richiedenti? il loro ruolo è quello di mettere in contatto domanda e offerta di lavoro ma il mondo delle imprese è in grado di offrire posti di lavoro in abbondanza per una platea così vasta? il loro ruolo è anche formativo ma mi chiedo che tipo di formazione potranno dare ai richiedenti se "i navigators" sono praticamenti tutti fa formare, se non è chiaro come e da chi verranno assunti e se non si ha idea di quali siano le figure professionali e le caratteristiche professionali richieste dal mercato? Perchè bisogna avere le idee molto chiare in proposito: il lavoro "vero" lo crea il mondo delle imprese, delle medie e grandi imprese soprattutto (piccole imprese e artigiani svolgono attività di supporto) che debbono non trovare ostacoli burocatici alla loro attività, debbono essere sostenute con opportune politiche di defiscalizzazione del costo del lavoro e di sostegno agli investimenti ma che debbono  essere loro stesse ad individuare le richieste dei mercati, a fare formazione e ricerca, e a "competere".Anche lo Stato ha un ruolo importante ma non si può e non si deve nascondere che il bilancio dello Stato non consente attualmente e non lo consentirà nel futuro prosssimo di mettere in campo risorse consistenti per  investimenti massicci in grandi opere, infrastrutture, salvaguardia e messa in sicurezza del territorio. Un approccio keynesiano è sempre il modo migliore per affrontare le problematiche ma non si può prescindere dai "numeri" e dal quadro generale nel quale ci si muove. Il reddito di cittadinanza e i nuovi posti di lavoro che dovrebbero crearsi con la sostituzione di chi potrà essere collocato in pensione usufruendo di quota 100, tuttalpiù consentiranno di immettere qualche miliardo di liquidità nella economia reale che presumibilmente verranno spesi beni di prima necessità e in prodotti e servizi di origine prevalentemente estera, rivitalizzeranno la domanda interna, ma non fermeranno la deindustrializzazione della nostra economia che è il principale nodo strutturale e trascina con sè perdita di know-how, capacità innovative, competività e soprattutto perdita di posti di lavoro. Mi sembra pertanto del tutto fuori luogo l'ottimismo del premier Conte che ha dichiarato che il 2019 sarà un anno bellissimo, del Vicepremier Di Majo il quale, dopo aver abolito la povertà nella prima settimana di governo, è convintissimo che siamo alla vigilia di un nuovo boom, del Vicepremier Salvini che ha ripulito il mare nostrum e difeso le nostre frontiere dalle invasioni dei barbari.
Ammonimenti, giudizi scettici  e dati non positivi ne arrivano tutti i giorni: Bankitalia, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario, Istat, Unione Europea, Società di rating. Potrebbe essere utile una attenta riflessione e una grande onestà intellettuale nell'esaminare le varie problematiche da parte del governo, anche perchè il quadro internazionale non è dei più rosei, ma dubito fortemente che ciò possa essere possibile.
Do peraltro atto all'esecutivo che tra mille contraddizioni, cerca comunque di agire e la frase citata da Di Maio può essere condivisa, anche se non è di Einstein.



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