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venerdì 9 aprile 2021

IL COVID 19 E GLI ARRESTI DOMICILIARI

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Il covid 19 si è progressivamente  manifestato nel corso di questi mesi come la più pesante epidemia della storia de'l'umanità (può reggere il confronto solamente la "Spagnola"di cento anni fa), ha trovato le autorità di governo di tutti i Paesi impreparate per cui dappertutto sono state prese misure di cui non si conoscevano la reale efficacia, l pericoli, gli effetti collaterali. In mancanza di vaccino/vaccini, che peraltro sono poi arrivati in tempi brevi, la fase iniziale ha messo in evidenza carenze organizzative, mancanza di controllo della situazione, carente visione di sintesi. 

I governi, confortati dalle prese di posizione e dai pareri degli esperti, hanno adottato alcune misure che si sostanziano in

a) misure igieniche e di   prevenzione(mascherina,lavaggio continuo delle mani, disinfettanti)

b) distanziamento sociale (mantenimento di distanze tra le persone)

c)divieto di assembramenti

d) fortissime limitazioni agli spostamenti sul territorio 

e) chiusura di tutti gli esercizi commerciali che trattano beni nondi prima necessità

f) chiusura alle 22 di ogni attività e coprifuoco fino alle 5 del giorno successivo

g) chiusura delle scuole e adozione della didattica a distanza

h) invito continuo a non uscir di casa 

In pratica siamo stati tutti segregati in casa per evitare che il contagio si estendesse in un contesto che assomiglia molto agli arresti domiciliari. Con  differenze notevoli tra le due situazioni, soprattutto sotto il profilo  psicologico.Chi è agli arresti domiciliari è nel complesso soddisfatto perchè l'alternativa per lui sarebbe il carcere e va da sè che è senz'altro più gratificante dormire  ne l proprio letto piuttosto che in una cella con altri sconosciuti compagni di viaggio. Inoltre chi è sottoposto agli arresti domiciliari lo è perchè ha commesso illegalità. la sanzione è quindi compresa e accettata in alternativa al carcere. La segregazione in casa invece dà la sensazione di una misura ingiusta per sanzionare  colpe mai commesse; una larga fascia di popolazione non riesce a comprendere che quando si vive in una società complessa, limitazioni motivate ai propri diritti, misure di difesa sociale e transitori restringimenti delle proprie autonomie, fanno parte della dialettica democratica.

Sottolineo che se il "lucchetto chiuso" fosse stato affrontato e vissuto con una prospettiva di maggiore ampiezza avrebbe potuto costituire l'occasione per ascoltare buona musica o riprendere la lettura di libri lasciati a metà del guado o ad affrontare la prima lettura di libri che da una vita diciamo........."lo debbo leggere";(per me, per esempio, tra i tanti GUERRA E PACE e se non ci sono riuscito nemmeno stavolta  penso proprio che rimarrà un programma irrealizzato(è vero che avrò tutto il tempo, l'eternità... dopo..... ma sarebbe stato più prudente farlo prima.) Oppure godere in pienezza  la casa. Perchè è solo in condizioni come quelle che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi e che stiamo ancora vivendo che si apprezza di più l'atmosfera di casa, ognuna diversa. Noi, ad esempio, abbiamo la fortuna di vivere in un appartamento all'ultimo piano (settimo fuori tutto) con nessuno sopra, nessuno davanti se non 350 chlometri di catena alpina dominata da un Monte Rosa fantastico, una grande terrazza e spazi interni ben disegnati. Riconosco che affrontare il "lucchetto chiuso" in queste condizioni è molto più facile  che farlo in altri contesti ,ma anche io e Milena - come tutti - non ne possiamo più di questo virus che risorge in continuazione dalle sue cteneri, come l'araba fenice, inafferrabile anche per i cattivi comportamenti di molti di noi, e che è spesso letale per la mia fascia d'ètà Il virus dovrebbe venire informato che...............non sono, non siamo pronti. 

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