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lunedì 16 luglio 2018

QUALCHE RIFLESSIONE SU POLITICHE DI GOVERNO E COMPATIBILTA?

L'attuale governo mi sembra impegnato in una lotta titanica contro il resto del Mondo: opposizioni, Unione Europea, Inps, migranti, Corte dei conti, Confindustria, ma più che altro con se stesso e con il buon senso. I pentastellati dopo il varo del Governo Conte hanno sintetizzato nuovamente in 20 punti i propri obiettivi di governo. Cito i più significativi, quelli che comportano aumento di spese o riduzione delle entrate:
a) reddito di cittadinanza (previsti dal programma 2 miliardi per riformare i centri per l'impiego). Non viene quantificato l'ammontare "individuale" del reddito
b) pensione di cittadinanza(pensione minima 780 euro al mese)
c) riduzione delle aliquote Irpef
d) riduzione del rapporto debito pubblico/Pil di 40 punti in dieci anni.(mi chiedo: ma si sono resi conto di quello che hanno scritto?)
e) tagli ai costi della politica con risparmi per 50 miliardi non meglio identificati
f) aumento delle risorse per la sanità (non meglio quantificato)         
g) misure a favore delle famiglie con figli (quantificate in 17 mld)  
h) superamento della legge Fornero e introduzione delle quote 100 e 41  
 La lega dal canto suo si è presentata all'elettorato in Marzo nel contesto  di una coalizione di centro destra che aveva al centro del proprio programma la "flat tax". Tutti a promettere, sorvolando con leggerezza sul problema delle coperture. Intanto sono passati e passano i mesi e l'unica "variabile" che varia, costantemente e coerentemente da anni, è quella del debito pubblico.
 Sono appena usciti i dati Bankitalia del debito aggiornati a fine Maggio. Nuovo record assoluto: 2.327 miliardi di euro con un aumento di 14,6 miliardi rispetto al mese di Aprile e di 64 mld rispetto a fine Dicembre.
Il movimento 5 stelle ha molto enfatizzato in questi giorni l'abolizione dei vitalizi alla camera. Sul piano dei princìpi non si può che essere d'accordo ma andrebbe anche fatta mente locale sul fatto che il provvedimernto fa risparmiare 40 milioni l'anno mentre il debito  è salito di 14,6 miliardi in un mese. Tutto questo bailamme per fermare di qualche ora, con le risorse recuperate in un anno, l'inesorabile aumento del debito. Ho l'impressione che continuiamo tutti quanti a prenderci per i fondelli, meglio che il  governo in carica - come i precedenti - continui a far finta di niente. I ministri dell'economia Tria adesso Padoan prima, continuano a lanciare il messaggio che il debito sta cominciando a calare in percentuale sul PIL. Non è vero anche perchè il PIL dopo una modesta espansione nell'ultimo periodo, ha cominciato a rallentare. E sul debito in termini assoluti i dati sono chiari. L'Unione Europea sembra faccia finta di crederci anche perchè una Italybrexit dopo quella del Regno Unito farebbe esplodere l'Unione e perché sul problema dei migranti i Paesi del Nord Europa hanno tutto l'interesse a che sia l'Italia a accollarsi il peso maggiore. Tra qualche mese Draghi lascerà l'incarico e il "quantitative easing" non sarà rinnovato. Come finirà? Giuro che non lo so. Però una osservazione la faccio: uno Stato, come una famiglia, non può spendere quello che vuole se non ha incassi da cui attingere. Noi abbiamo un flusso di incassi che proviene in gran parte dai ceti a reddito fisso e dai pensionati che non riesce nemmeno a scalfire il debito pregresso che è come un macigno, quello che prendiamo a prestito è soggetto a precisi vincoli quantitativi dell'unione, e vogliamo dare reddito di cittadinanza, far entrare in vigore una flat tax che comunque comporterebbe una diminuzione di gettito, riformare la Fornero, rilanciare l'industria con misure di sostegno e quant'altro
Se qualcuno ci riesce merita 5  o 6 premi Nobel contemporaneamente. 
In merito alle pensioni, il Presidente dell'Inps Boeri ha detto chiaramente che per mantenere in equilibrio il sistema è necessario l'apporto dei versamenti degli immigrati. E stato preso per un dinamitardo ma ha ragione. Il problema delle pensioni in effetti è un problema che ha tre facce,
1) il metodo di calcolo della pensione. E ricordo che il sistema contributivo è stato introdotto dalla riforma Dini degli anni '90 ed oggi è a pieno regime
2) l'età alla quale si può lasciare il lavoro e il mix età/anni di lavoro necessario perchè maturi il diritto (la Legge Fornero ha riformato in senso restrittivo tutto il quadro)
3) i flussi di versamenti contributivi da parte dei lavoratori in attività che consentano all'Inps di avere "cassa" sufficiente per erogare le pensioni già in corso. A me sembra questo aspetto il più importante ma mi sembra anche che a parte Boeri e qualche economista il problema non catturi l'attenzione del ceto politico,nè di quello al governo nè di quello all'opposizione.

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