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sabato 22 settembre 2018

RITORNIAMO A PARLARE DI DEBITO PUBBLICO

Finite le vacanze e ripresa l'attività lavorativa, il mondo della politica, economisti, banchieri, giornalisti, mondo dell'industria, sono immersi nelle problematiche che caratterizzano da sempre le prime settimane di Settembre. Elaborare il DEF da parte del governo, individuare le linee di tendenza da parte degli economisti e dei giornalisti economici, monitorare lo stato delle cose da parte dei banchieri, verificare i risultati della prima parte dell'anno e fare  o correggere i budget per la seconda, gli industriali. L'impegno del governo è senz'altro il più gravoso. Per elaborare il DEF e successivamente presentare la legge di bilancio, documenti nei quali si manifesta la linea di politica economica dell'esecutivo, il ministro Tria dovrebbe avere già le idee chiare circa il flusso di entrate sulle quali potrà contare e gli impegni di spesa che potrà assumere nel 2019, sapere quanto di ciò che è stato annunciato e promesso in campagna elettorale da parte delle forze politiche che lo sostengono è realizzabile, non può ignorare i vincoli che vengono dalla partecipazione all'Unione Europea e dall'aver adottato l'Euro, non può ignorare le indicazioni della Banca Centrale Europea, e, a corollario di tutto, non può dimenticare nemmeno per un momento i condizionamenti rappresentati dall'elevatissimo debito pubblico che abbiamo accumulato nel corso dei decenni.
Posizione difficile quella del Prof.Tria, che si trova in mezzo tra i continui ammonimenti delle Istituzioni europee, della BCE, delle società di rating, le pressioni dei mercati e le forze che sostengono il governo dove il vicepremier Di Majo non più tardi di qualche giorno fa ha dichiarato ineffabile: "ma se un ministro dell'economia non riesce a trovare i soldi per finanziare i programmi del governo................che ministro è? (questo il succo)
Approccio allucinante: mi meraviglia che non gli abbia consigliato di andare a fare rapine la sera per risolvere il problema. Tria ha assunto, sembra, una posizione ferma sottolineando che l'Italia non può non mantenere gli impegni presi. Sa benissimo, il ministro, che se i mercati internazionali giungessero alla conclusione che l'Italia ha delle riserve mentali circa il mantenimento degli impegni presi, si aprirebbe una fase delicatissima  con crescenti difficoltà del Tesoro a "piazzare" i titoli di debito pubblico, in particolare BTP, per sostituire quelli in scadenza(circa 400 mld l'anno) in un contesto che vedrà esaurirsi il quantitative easing entro pochi mesi e con tassi(bassi) che non giustificano il "rischio paese" da parte degli investitori internazionali.
Oltretutto tra le misure proposte dal governo nel famoso "contratto" tra Lega e 5 stelle, non c'è niente che faccia intravedere una linea di politica economica diretta al sostegno effettivo del sistema industriale del Paese, ma misure - tra l'altro in contraddizione tra di loro - configurabili come pannicelli caldi per non perdere il consenso di questa o di quella fetta di elettorato. I media aumentano  la confusione con una quotidiana immane massa di informazioni economiche - spesso veicolate da dilettanti allo sbaraglio - che si affastellano nella mente di chi ascolta i servizi televisivi: la televisione rappresenta ormai la quasi totalità delle fonti informative del cittadino medio.
E allora facciamo il punto.
Il supplemento al bollettino pubblicato da Bankitalia il 14 corrente mese con i dati a fine LUGLIO evidenzia:
- un debito complessivo di 2.341 mld (nuovo record assoluto) con un aumento di 18 mld rispetto a Giugno e di 78 rispetto a fine 2017, così suddiviso: (poste più significative)
- 180 miliardi di monete e depositi a vista
- 113 mld di titoli a breve termine (BOT eCTZ)
- 1.747 a medio lungo termine, tasso fisso (BTP)
- 128 mld  a medio termine a tassi variabili (CCT)
Per quanto attiene ai detentori, soggetti non residenti detengono 713 mld.(664 rappresentati da titoli) La cifra è in continuo calo da alcuni mesi( a fine Aprile erano 772): sembrerebbe essere iniziata una azione di disimpegno da parte degli investitori internazionali che, se confermata, sarebbe estremamente pericolosa.
Più che giustificata la posizione estremamente prudente di Tria, lasciano esterefatti le posizioni di Di Maio e di Salvini, che denotano inesperienza, debolezza culturale, incoscienza caratteriale, capacità di governo inesistente.e assoluta mancanza di visione di insieme.
Mi si potrebbe obbiettare: ma perchè allora hai votato 5 stelle il 4 Marzo?. Per cupio dissolvi(in certi momenti della storia solamente toccando il fondo si può ipotizzare di poter risalire) e per mandare un segnale forte al PD. Ma da quelle parti hanno bisogno delle più avanzate tecnologie AMPLIFON, evidentemente, e non credo che basterebbero.
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Oggi, comunque, dopo queste considerazioni sulla situazione attuale, voglio completare le riflessioni andando indietro nel tempo e ripercorrendo le fasi di formazione del debito pubblico. Allego un prospetto - fonte Bankitalia - che parte dal 1970 per giungere al 2017 e che si presta ad alcune interessanti riflessioni.


 




















A fine 1970, governi Rumor e Colombo, due dorotei doc, nell'anno, il debito pubblico ammontava a 13,08 miliardi di euro (per omogeneità le cifre in lire sono state convertite in euro) e rappresentava il 37,1% del PIL.
Ho sostenuto e scritto in più occasioni che l'Italia ha avuto nei venticinque anni che vanno dal1945 al 1970 il periodo di maggior sviluppo e di maggiore crescita di tutta la sua storia. L'operato sinergico di una serie di soggetti(ll piano Marshall nei primi anni che ha consentito di accelerare i tempi della ricostruzione, una classe imprenditoriale privata motivata e capace sia nella grande industria che nella medio piccola, le partecipazioni statali (IRI e ENI) le multinazionali che allora delocalizzavano da noi, una classe politica  e sindacale con parecchi leaders in grado di "disegnare" il futuro del Paese" con "visione lunga"- penso in particolare a De gasperi, a Fanfani, a Guido Carli(tecnico/politico) ad Aldo Moro(malgrado le apparenze) a Giolitti, a Nino Andreatta -) consentirono all'italia in un periodo di tempo brevissimo di trasformarsi da Paese prevalentemente agricolo e organizzazione arretrata (prevalente la mezzadria) in un Paese Industriale con forte presenza in settori strategici e avanzati, di dotarsi di  infrastrutture al passo con i tempi (autostrada del sole, altre autostrade, porti, rete ferroviaria in alcune zone del Paese (non dappertutto) se vogliamo anche il ponte di Genova recentemente assurto all'attenzione della cronaca, di trovare le risorse per lo "stato sociale". il Sistema pensionistico pubblico obbligatorio fu Istituito dalla Legge 656 del 1939 che disciplinò la Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e poi riformato più volte, il Servizio Sanitario Nazionale diventò operativo il 1 Luglio 80 dopo un lungo percorso,(in precedenza c'eranole mutue) la riforma della scuola dell'obbligo è del 63(scuola media unificata) Il tutto senza creare debito: miracolo. E' il "miracolo" italiano che  sarebbe opportuno andare a rivedere per trovare qualche spunto operativo.
Il '68 rappresentò a mio avviso il punto più alto di questa fase e la grande occasione persa dalle classi dirigenti del Paese. Le spinte che venivano dal basso in quegli anni avrebbero dovuto suggerire la necessità di realizzare una equa politica redistributiva dopo la fase di violenta accumulazione di capitale che avrebbe assicurato una platea di consumatori più vasta, una società più equa e minori tensioni sociali. Tant'è. Il mondo dell'industria e il mondo della politica non furono in grado di capire o non poterono  capire, il nostro "tutor", gli USA, impegnati duramente nella guerra fredda, videro in quelle spinte una minaccia e la spinta propulsiva cominciò ad esaurirsi-
Negli anni successivi, in particolare dopo la crisi petrolifera del '72, il Paese imboccò una strada diversa che lo portò a fine 1980 ad avere un debito di 114 mld , in crescita ma ancora sotto controllo ed un rapporto debitopil pari al 56,1% del PIL. Per tutti gli anni '70 i governi furono tutti a guida "democristiana(Rumor, Colombo, Andreotti, Cossiga, Forlani, tutti più volte),ed il rapporto debito/PIL si stabilizzò intorno al 55%. Con  l'inizio degli anni '80 la guida passò ai "laici" (Spadolini, Craxi) per poi tornare a partire dal 1987 in mani  democristiane non più dorotee ma della "sinistra" della balena bianca (una ultima "apparizione" di Fanfani nell'87 e poi Goria (l'immagine vivente di De Mita) e De Mita, due volte ciascuno. Alla fine del decennio cade il muro di Berlino ed il garante per gli americani chi lo fa? Il divo Giulio, naturalmente, che governa dall'89 al 92. Siamo alla fine della prima Repubblica. Un paio di tentativi di Amato (l'immagine vivente di Bettino) e poi il governo tecnico Ciampi.
Nel frattempo il debito pubblico che a fine 1980 ammontava a 114 mld di euro pari al 56,1% del,PIL,, come ho ricordato dianzi, a fine 1990 (capo del governo Andreotti) si era portato allegramente a 667 mld pari al 95,2% del PIL. L'onore di scavalcare quota 100 tocca al governo Andreotti del 92 (849 mld e 105,5 del PIL a fine '92. Muore la prima Repubblica. Il 93 vede due governi (Amato e Ciampi). A fine anno il debito si porta a 959 mld   pari al 115,7 del PIL.
La situazione è grave ma non seria e i cosiddetti "poteri forti" (massoneria internazionale e cancellerie delle principali potenze occidentali- USA, GRAN BRETAGNA; FRANCIA; GERMANIA) decidono che è giunta l'ora di far scendere in campo il bienaimé, lui, SILVIO BERLUSCONI, che si preparava da anni all'evento allenandosi segretamente in Sicilia con sparring partners direttamente selezionati da Marcello dell'Utri. Chi volesse sostenere che Forza Italia sia stata fondata poco primadelle elezioni del '94 dovrebbe passare prima  all'Ufficio matricola del manicomio di Imola  Il cavaliere rampante vince, anzi stravince, alle elezioni del '94 (61 su 61 in Sicilia, regione compatta e coerente quando ce ne è bisogno). L'uomo della provvidenza numero 2 non perde tempo: a fine 94 il debito è salito a 1.069 miliardi pari al 121,8 del PIL. L'uomo si trova più a suo agio a parlare con Stefano Bontade, principe di Villagrazia, che a governare i numeri del debito pubblico. Fa una minchiata dietro l'altra; cade, lo sostituiscono con Dini che a fine 1995 riesce a limare leggermente la percentuale di debito sul PIL (116,9), In cifre assolute il debitoa fine 95 sale ancora(a 1.151 mld) e non potrebbe essere diversamente; se la finanziaria dell'anno è in rosso (come è sempre stata) come può diminuire lo stock di debito pregresso? Domanda da porre come naturale destinatario al vicepremier Di Maio. Chissà se la capisce.
Elezioni 1996: vince Prodi. Il professore, che di numeri ne capisce (del resto insegna economia politica ed economia industriale, ci mancherebbe altro che non ci capisse) fa scendere al 116,3% il rapportodebito/pil a fine 96 e al 113,8 nel 97. In cifre assolute il debito sale ancora, per i motivi dianzi specificati:1.213 mld a fine 96 e 1.239 a fine 97. Nel 98 viene impallinato da fuoco amico. Viene sostituito da D'Alema (ma va) il quale sull'abbrivio riesce a far discendere il rapporto debito/pil al 110,8 a fine 98 e al 109,7 a fine 99. In cifre assolute il debito continua ovviamente a crescere, per i motivi di cui sopra (1.258 mld a fine 98 e 1.285 a fine 99)
Il "paraculino del Salento" (da non confondere con il paraculino di Firenze, apparso sulla scena qualche anno più tardi)è troppo paraculino e nel 2000 deve lasciare il posto ad Amato (eterna riserva della Repubblica chiamato anche "il dottor sottile". Chi gli si avvicina si ammala, in genere di una malattia infettiva, spesso tubercolosi. Afine 2000 il debito è ancora salito in termini assoluti (1.302 mld) ma la buona espansione del PIL,fa scendere il rapporto al 105,1
Elezioni 2001: arivince (detto alla romana) il Silvio nazionale, l'unto del Signore, l'Arcorauta, il bienaimè, il cavaliere rampato, il ganassa, fate voi) a conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il popolo italiano è un popolo di poeti, di santi , di navigatori e di ...........ciula (detto alla milanese). Il nostro governa tutta la legislatura. Il debito pubblico sale inesorabilmente in cifre assolute ((1.360 mld a fine 2001, 1.518 a fine 2005 ma il cavaliere ha la fortuna di governare nel periodo di più lunga congiuntura favorevole di tutto il dopoguerra e a fine 2005 il rapporto debito/pil è al 101,9
2006, si ritorna a votare: l'incubo di Silvio si materializza di nuovo. Vince di nuovo Prodi che si ritrova a fine 2006 con un debito in termini assoluti aumentato a 1.588 miliardi e un rapporto debito/pil al 102,6. Nel 2007 il "miracolo". Ministro dell'economia il prof. Padoa-Schioppa, considerato da molti un cretino perchè aveva detto, piuttosto maldestramente invero, che pagare le tasse è bello (io ho pagato ieri la TARI con un F24 e debbo dire che non ho trovato l'operazione particolarmente bella semmai doverosa) il rapporto debito/pil scende dopo molti anni sotto quota 100 (al 99,8) e il debito in cifre assolute cresce di poco rispetto al 2006. 1.606 contro 1.588
2008 Prodi viene di nuovo impallinato da fuoco amico (si fa per dire). Clemente Mastella, chi era costui, si sente trascurato e non difeso per alcune piccole vicende giudiziarie che coinvolgono la moglie e toglie la fiducia al governo .
Ritorna Berlusconi il quale ha idee chiarissime e non perde tempo. All'inizio del 2008 sono già chiari i segnali della crisi finanziaria, che diventerà poi industriale, che porterà al fallimento della Lehmann e Brothers il 15 Settembre(toh il giorno del mio compleanno) 2008 ma lui non li vede. Gli aerei sulla tratta Milano-Roma sono sempre pieni, nei ristoranti se non prenoti per tempo non trovi un posto; DOVE è LA CRISI?

Coerente con se stesso. a fine 2008 fa risalire il rapporto sopra quota 100 (a 102,4)  mentre in cifre assolute il debito sale a 1.671mld. Ma è  solo l'inizio.
2009: debito 1.770 (100 mld in più) rapporto 112,5 (+ 10 punti) . Complimenti cavaliere: ha fatto strike.
2010: debito 1.851 rapporto115,4
2011: debito 1.907 rapporto 116,5. A fine anno visto che da di matto ed è sempre più ossessionato da interessi chiamiamoli extrapolitici decidono di farlo fuori. Sotto l'attenta regia di Napolitano Francia e Germania danno indicazioni alle loro banche di vendere i nostri BTP. Lo spread sale alle stelle ed il cavaliere va a casa. E' stato un complotto? Sì, penso proprio di sì, ma a fin di bene.
Lo sostituiscono con Monti, massone, uomo gradito alle cancellerie europee. Napolitano per dargli l'incarico e "parlamentizzarlo" lo nomina senatore a vita.
Monti viene considerato l'uomo della stretta e dei sacrifici. In effetti, lasciamo il 2011 che è un anno quasi tutto "di Berlusconi" non mi pare che sia così: 
2012:: debito 1.990 - rapporto 123,4
2013:(governi Monti/Letta, quello che doveva stare sereno)debito 2.070 rapporto 129
2014: (governi Letta il sereno e Renzi il paraculino di Firenze ) debito 2.137 - rapporto 131,8
2015: (governo Renzi) - debito 2.173 - rapporto 131,5
2016:(governi Renzi e Gentiloni) debito 2.219 rapporto 132
2017 governo Gentiloni debito 2.256 rapporto 131,5
Del 2018 abbiamo parlato all'inizio.
Riusciranno i due dioscuri Di Maio e Salvini a dipanare la matassa? Riusciranno il premier Conte ed il ministro Tria a farli ragionare? Mi sembra difficile e dell'Italia sarà quel che sarà.Non è casuale che il governatore della Banca d'Italia Visco proprio stamattina abbia lanciato un forte allarme ed il pressante invito a tutti i protagonisti a "ragionare"
Post scriptum: io a scrivere questo articolo mi sono divertito(amaro) anche se non ci si dovrebbe mai divertire sulle disgrazie. Spero che vi siate divertiti anche voi a leggerlo; penso proprio di sì perchè chi mi legge in genere trova punti di convergenza con il mio pensiero. Ma anche voi avrete riso amaro;ed è tragico che non si sappia, noi cittadini "normali" cosa fare e cosa si potrebbe fare. GOD BLESS ITALY che ne ha bisogno.


  










. titoli a breve (BOT) 113 mld

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