Abbiamo il nuovo governo. La crisi, aperta l'8 Agosto con l'iniziativa del leader della Lega Salvini di togliere l'appoggio politico al governo Conte, per capitalizzare ricorrendo alle urne - come lo stesso Salvini aveva rappresentato al Presidente - il forte incremento di consensi che i sondaggi gli attribuivano, si è chiusa in tempi relativamente brevi con il giuramento del secondo governo Conte sostenuto da una alleanza politica tra Partito Democratico, Movimento 5 stelle ed esponenti di gruppi minori.
La Lega ha gridato al ribaltone ma sa benissimo che la Costituzione impone al Presidente della Repubblica di verificare se in seno al Parlamento ci sono "maggioranze" possibili prima di sciogliere le camere. Certo non è elegantissimo vedere che una forza -- il movimento 5 stelle - cui è venuto meno l'appoggio dell'alleato con il quale aveva sottoscritto un contratto di governo per la durata della legislatura, accetti l'accordo politico con il PD con il quale era stata esclusa a più riprese qualsiasi collaborazione. Certo non è elegantissimo che il PD, il quale aveva respinto ed escluso l'alleanza con i pentastellati dopo l'ultima tornata elettorale per le politiche, abbia cambiato totalmente l'orientamento. Certo non è un bel vedere che Salvini - dopo aver aperto "a freddo" - si fa per dire - la crisi, accortosi di aver sbagliato "tempi e metodi", abbia proposto a Di Maio di sostenerlo come Presidente del Consiglio in pectore pur di rientrare in gioco. Certo è stato eclatante, senza precedenti e a mio avviso anche discutibile l'intervento alla Camera del Presidente sfiduciato che ha coperto di giudizi pesanti un Salvini a 50 centimetri di distanza da lui con il quale pure aveva governato per 14 mesi. Non si possono utlizzare le istituzioni per "lavare" contrasti personali e politici.
Comunque la crisi si è chiusa "bene". Andare alle elezioni anticipate per il disegno di una sola parte politica avrebbe comportato rischi non marginali per i riflessi sui mercati e per gli impegni della legge di bilancio. E si è chiusa nel modo più logico: con una alleanza PD - 5 stelle - che è molto più "comprensibile" dell'alleanza 5 stelle- Lega. Resta incomprensibile, invece, perchè l'alleanza non abbia potuto perfezionarsi all'inizio della legislatura.
Chi ha perso e chi ha vinto nella gestione della crisi.
Il perdente è stato senza alcun dubbio Matteo Salvini che nella fase finale le ha sbagliate proprio tutte: ha confuso i sondaggi con i risultati usciti dale urne, ha creduto che bastasse fare la voce grossa, con i migranti, con l'Unione Europea, con il mondo intero per acquisire un consenso che avrebbe poi utilizzato in chiave di "governo forte", di regime in fieri. E' stato avvilente e controproducente per lui il richiamo strumentale a simboli religiosi. L'opinione pubblica ha cominciato a diffidare e lui è rimasto intrappolato nel suo stesso disegno. Ma a perdere è stato anche Luigi Di Maio che ha confermato la sua inadeguatezza a coprire ruoli apicali. Con il nuovo governo è stato dirottato al Ministero degli Affari Esteri; la politica estera la farà direttamente Conte per cui la capacità di "far danni" di Di Maio sarà limitata.
Due sono i grandi vincitori: il Presidente Mattarella che ha pilotato la crisi esattamente come la Costituzione prevede: un ruolo attivo, il suo, esercitato strettamente entro i limiti previsti dalla Carta Costituzionale. Ma il grande vincitore è stato il Presidente COnte che, sconosciuto ai più quando ha assunto l'incarico, ha saputo conquistare la fiducia e la stima degli ambienti internazionali e il consenso dei cittadini che vedono in lui, se non altro, una persona di lunga esperienza professionale, equilibrata, che li rappresenta in maniera adeguata.
Ora il governo c'è e deve governare.
Mi auguro che lo faccia in maniera diversa dai governi del più recente passato. Proposte di misure adottabili dopo averne valutato la sostenibilità e non libri dei sogni, centralità dei problemi del lavoro e dell'economia, una visione di mediolungo periodo. Ce la farà?
Il Partito Democratico ha sbagliato quasi tutto negli ultimi anni, il movimento 5 stelle ha dato ampie prove di avere una classe dirigente ancora non del tutto matura. Dal governo giallorosso o nasce un Italia diversa o sarà un altra delusione da registrare. Ci corre l'obbligo di far leva sull'ottimismo della volontà.
giovedì 5 settembre 2019
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento