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mercoledì 23 ottobre 2019

RICOMINCIAMO A SCRIVERE .................E A PARLARE DI ECONOMIA



Ricominciamo a scrivere e, visto che in questi giorni sono al centro del dibattito le misure della "manovra finanziaria" ricominciamo partendo dai dati del debito pubblico appena  pubblicati da Bankitalia e dalle osservazioni  dell'UE al documento inviato a Bruxelles nei giorni scorsi dal governo.
L'UE nella sua lettera al nostro governo consegnata in data di ieri scrive che la manovra non rispetta i patti sulla riduzione del debito e chiede che vengano forniti chiarimenti ENTRO OGGI 23 OTTOBRE (oggi per Conte e Ministri è giornata di "compitini")
I toni sono morbidi; con tutti i problemi legati alla Brexit, alla situazione in Catalogna, ai dazi doganali e alle tensioni provocate dalle iniziative turche sul fronte curdo,l'Unione non ha alcuna intenzione di allargare il fronte delle problematiche per cui anche stavolta  l'esito sarà un ulteriore ammonimento a rispettare gli impegni. Resta il fatto che i nostri ultimi governi, nessuno escluso, hanno presentato "Documenti programmatici di bilancio" e impostato "manovre finanziarie" pieni di contraddizioni, di affermazioni tutte da verificare, di coperture tutte da trovare. di goffi tentativi di conciliare il diavolo con l'acqua santa, come recita un vecchio detto popolare, che hanno minato la credibilità dei nostri esecutivi.Tanto è vero che il debito è cresciuto costantemente e il deficit annuale  sul PIl a fatica è stato controllato e comunque a fine 2018 era al 134,8 del PIL(max 60% recitano  i parametri di Maastricht)
Partiamo dai dati aggiornatissimi (riferiti ad Agosto) del debito pubblico pubblicati da Bankitalia la scorsa settimana nel supplemento al bollettino ufficiale.
Allego le tabelle 4 e 5, le più significative.
tavola 4 - debito pubblico analisi per strumenti 
il debito si posiziona a 2.462 mld con una flessione di 3 mld rispetto al massimo assoluto (2465 mld) toccato il mese precedente.
La composizione:
- 2.091 mld a medio e lungo termine (quasi tutti BTP a taso fisso; a tasso variabile ci sono solamente 407 mld) l'indebitamento in valuta praticamente nullo   
 - 241 mld  di debiti a vista (monete e depositi) di cui 68 mld di raccolta postale
- 118 mld di titoli a breve BOT e CTZ
- 128 mld di prestiti di banche e di fondi mometari
-   47 mld di altre passività
Il debito è cresciuto anche recentemente costantemente e senza soluzioni di continuità:
- 2.328 a fine 2017
- 2.380 a fine 2018
- 2.442 al 30 Giugno 2019
tavola 5 - debito pubblico - analisi per nsettori detentori
-  405 mld la Banca d'Italia (di cui 401 in titoli) La Banca d'Italia ha fatto uno sforzo immane per sostenere i titoli del nostro debito nelle fasi di maggior tensione
- 674 mld  altre Istituzioni finanziarie residenti (banche)
- 475 mld altre istituzioni finanziarie residenti 
- 161 mld altri residenti
- 747 mld non residenti
E' confortante osservare che la quota di nostro debito in possesso di non residenti è rimasta sugli stessi livelli di fine 2017 (732 mld) e non si è accentuata la nostra dipendenza dagli investitori esteri
Come giudizio di sintesi osservo che il debito non ha mai cessato di crescere, come del resto non avrebbe potuto non essere visto che le nostre finanziarie sono sempre state impostate con saldo finale a debito e che sono del tutto giustificate le perrplessità delle autorità europee. In un post successivo cercherò  di individuare le principsali contraddizioni della manovra. In questa sede ritengo opportuno richiam.are alla memoria un concetto molto importante in materia di finanza pubblica; quello di AVANZO PRIMARIO  In questi giorni ho ascoltato in televisione illustri(si fa per dire) uomini politici dare definizioni dell'avanzo primario da far rabbrividire. L'avanzo primario  chiariamolo una volta per  tutte è la differenza positiva tra entrate e uscite del biiancio dello Stato (la differenza deve essere positiva altrimenti si tratterebbe di un "disavanzo") prima di calcolare la spesa per interessi. Il nostro bilancio ha sempre presentato un avanzo primario (unica eccezione il 2010 con un disavanzo primario dello 0,1% del PIL) ma il peso degli interessi sul debito pregresso ha portato sempre in "rosso" il  saldo finale.
Qualche dato: esercizio 2015
Entrate   784 mld
Uscite correnti  758 mld
Avanzo primario 26 mld (1,7 % del PIL)
Spesa per interessi sul debito 68 mld (4,4% del PIL)  
 Saldo finale:disavanzo di 42,4 mld (2,7% del Pil 

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