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domenica 2 febbraio 2020

BANCA POPOLARE DI BARI

Confesso che sto cominciando a montarmi la testa e comincio a credere  che abbia un qualche fondamento il giudizio che dei miei scritti dette (o diede, la prof che ho in casa dice che sono corrette entrambe) "Cronache Maceratesi"nella fase più acuta della crisi di Banca delle Marche. Mi definirono "dotato di facoltà profetiche".........Naturalmente scherzo ma è pur vero che anche su Banca Popolare di Bari avevo acceso i riflettori con largo anticipo.(Cfr etichette Banca  Popolare di Bari)
Adesso la vicenda della Banca pugliese, la più importante banca commerciale del mezzogiorno con circa 3.000 dipendenti e una rete capillare di sportelli nella regione, ha registrato una ulteriore, prevedibile visto il contesto, evoluzione. Sono stati arrestati (agli arresti domiciliari) l'ex Presidente Marco Jacobini, il figlio Gianluca, ex condirettore generale, che in concomitanza con il commissariamento della banca lo scorso 13 Dicembre, avevano trasferito più di cinque milioni di euro su conti cointestati con le mogli presso Banca Sella, e il responsabile del risk management Antonio  Zullo. L'ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis è stato invece sanzionato con l'interdizione per un anno a coprire ruoli dirigenziali bancari.
Si è ripetuto il solito schema: per anni un gruppo di potere fa il bello ed il cattivo  tempo all'interno di un istituto di credito senza che nessuno si accorga di niente(si fa per dire) o dica niente. Banca d'Italia vigila, ammonisce, indirizza  ma si trincera dietro il fatto che le nomine dei vertici bancari sono competenza dei Consigli di amministrazione e che il settore del credito rientra nelle competenze del Ministero dell'economia per cui il suo ruolo  si riduce a segnalare al Ministero, e alla Procura della Repubblica se emergono ipotesi di reato, le anomalie, le carenze, le irregolarità che emergono  nel corso delle ispezioni  cui l'Istituto  di Via Nazionale sottopone periodicamente tutti gli Istituti di credito. Quando poi la situazione si fa insostenibile e scoppia l'ennesimo caso, il governo deve intervenire per salvare la banca e lo fa con soldi pubblici quasi sempre (nel caso Popolare di Bari è previsto l'intervento del Mediocredito Centrale e del fondo intebancario di garanzia) e i posti di lavoro. I vertici aziendali vengono indagati ma anche nella peggiore delle ipotesi per loro (invio agli arresti domiciliari), visto che in genere risiedono in case confortevoli non si trovano a  stare poi così male. E considerato che i tempi per una condanna definitiva sono dilatati il rischio di finire incarcere è basso e lontano nel tempo. Anche sotto il profilo civile il rischio di sequestri di denaro o di beni è limitato e comunque i responsabili hanno in genere tutto il tempo per occultare gli oggetti di reato.  Quanto all'interdizione dalle cariche, il tempo passa in fretta, gli interdetti sono persone di larghe relazioni per cui sono già pronti al momento dell'interdizione ad andare a coprire ruoli  di vertice da qualche altra parte trascorso il periodo di "stand-by"
Un altro giro di giostra............finchè la barca va.

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