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venerdì 23 aprile 2010

I NODI VENGONO SEMPRE TUTTI AL PETTINE

Sto un po' meglio, ma certamente non bene, e riprendo a scrivere. Di argomenti da trattare ce ne sono in abbondanza in questo mese di Aprile, dal risultato delle regionali allo strappo tra Fini e Berlusconi alla crisi della Grecia ai dati macroeconomici della nostra economia nel frattempo usciti alle difficoltà dellle alte gerarchie ecclesiastiche per i casi di abusi sessuali alla protervia della Lega ecc ecc ecc.

In questo primo articolo mi limiterò a parlare della crisi della Grecia e delle conseguenze sugli equilibri dell'Unione Europea.

Innanzitutto ricordo che i Paesi dell'Unione Europea sono 27 e i Paesi che hanno adottato l'Euro 16. Lo ricordo perchè interviste televisive dei giorni scorsi hanno evidenziato una confusione di idee allucinante in quasi tutti gli intervistati.

La Grecia è sull'orlo del baratro per una serie di ragioni:

a) innanzitutto perchè di fatto non ha un sistema ecomico. Di fatto le'uniche attività economiche del Paese sono il turismo e l'attività di trasporto marittimo

b) perchè la Grecia negli ultimi anni ha distribuito ricchezza non prodotta attraverso un crescente indebitamento pubblico che ha portato il paese ad essere il secondo più indebitato al mondo in rapporto al PIL dopo il Giappone( terza l'Islanda, poi veniamo noi)

c) perchè con furbizia e pressappochismo tipicamente mediterranei ha truccato i conti dello Stato tanto che l'Unione Europea ha dovuto inviare propri funzionari ad Atene per cercare di capire come erano stati elaborato i conti. Le ultime stime,riviste al rialzo, evidenziano che nel 2009 il deficit annuale ha toccato il 13,6%

d) perchè ad un certo punto non è stata in grado di rifinanziare il debito in scadenza e finanziare il nuovo in quanto gli investitori internazionali la stavano abbandonando

L'Europa, per evitare un effetto domino pericolosissimo per la stabilità dell'Euro, ha varato in fretta e furia un piano di salvataggio di 30 miliardi di euro che non ha convinto i mercati tanto che il differenziale di tassi tra il bund tedesco e l'analogo titolo greco è schizzato sopra i sei punti. (La Grecia è costretta ad emettere titoli al 9%) In questa situazione il governo greco ha lanciato l'SOS chiedendo l'immediata attuazione del piano che le consente di emettere titoli al 5% che gli altri paesi dell'UE si sono impegnati a sottoscrivere e chiedendo di elevare la cifra a 45 miliardi. Io sono convinto che questo non basterà e che nelle prossime settimane la crisi greca si aggraverà perchè la speculazione internazionale continuerà ad accanirsi contro il debito sovrano greco.Il dollaro, per effetto di tali aspettative, si sta rivalutando giorno dopo giorno.
A mio avviso è anche il primo caso concreto di rischio default di un paese da quando esiste l'euro. Se il default si concretizzasse il quadro finanziario internazionale si modificherebbe in maniera drastica a scapito di un'Europa già indebolita dalla crisi e che cresce da un decennio almeno a livelli troppo bassi. Nel contesto europeo la situazione del nostro paese è tra le più deboli. I nodi,come ho scritto nel titolo, vengono sempre tutti al pettine, prima o poi.

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