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giovedì 16 marzo 2017

SAN BENEDETTO OGNI RONDINE AL TETTO

Quando ero proprio un ragazzino, diciamo sessanta anni fa, il detto "San Benedetto, ogni rondine al tetto" lo si viveva giorno per giorno. Dall'inizio di Marzo l'aria si faceva sempre più tiepida nelle ore centrali della giornata, mentre di mattina presto faceva ancora frescolino, più tersa ed il cielo si animava ogni giorno di più. Perché le rondini arrivavano davvero. Dopo aver svernato in Africa Settentrionale, si mettevano in movimento seguendo rotte "memorizzate"per venire da noi a passare l'estate. Il viaggio non era poi lunghissimo, penso, ma comunque impegnativo.E quando cominciavano ad arrivare il cielo si popolava di schegge nere velocissime e, soprattutto, di "stridii" che ho sempre trovato bellissimi (le rondini garriscono) perchè mettono allegria e sanno di vita. Bellissimi e rumorosissimi i voli poco prima di "andare a letto"(le rondini) sempre più intensi finchè quasi di colpo cessavano del tutto. A San Benedetto (21 Marzo) erano arrivate tutte.
L'anno che sostenni l'esame di quinta ginnasio (1962) mi ripromisi di cominciarne la preparazione il giorno di San Benedetto. Mi installai dotato di sedia a sdraio e "beverages" nel terrazzino piccolo sovrastante a quello grande che fungeva da tetto al nostro lanificio, e lì vissi tre mesi bellissimi nei quali le rondini e il loro garrire accompagnarono la preparazione delle materie. Non ho mai studiato "di sera" se non in casi eccezionali perché mi bruciano gli occhi. Il mio orario era 15,30............ritiro delle rondini. Quando cessarono le lezioni, gli ultimi quindici giorni prima degli esami li feci con questi orari: 6-9(la mattina presto è bellissimo); pausa, 10- 12 pausa pranzo - 15-ritiro delle rondini.
L'esame andò bene; mi chiedo: ma i liceali di oggi come si organizzano? E le lenticchie di Castelluccio, ne conoscono i legami con San Benedetto?
Perchè a Marzo un piatto di lenticchie di Castelluccio accompagnate da un buon formaggio pecorino fresco e da un buon bicchiere di vino, ad esempio un "lacrima di Morro d'Alba", favoriscono, tutti insieme, un giusto approccio alla vita, ai nostri rapporti con gli altri, alla natura, e rafforzano quella spinta vitale che ci sostiene nel nostro percorso. E l'aria era piena di profumi, che non ci sono più
Il tutto per esempio, in Ostra, Marca anconetana, nel Senigalliashire.
Post scriptum: gli esami di quinta ginnasio li ho fatti nel 63

2 commenti:

  1. Patrizio, Luxembourg17 marzo 2017 alle ore 10:54

    Alberto, il toponimo "senigalliashire" è meraviglioso, e rispecchia, alludendo ai verdi e dolci "shires" inglesi, l'amore pêr la tua terra.
    Terra che ammiro anch'io ogni volta che transito verso il mio Abruzzo, altrettanto bello ma molto meno curato, sin da quando, anni fa, salii a Recanati e rimasi profondamente commosso dal leggere sui muri dei luoghi che lo avevano ispirato alcuni versi immortali di Giacomo.

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  2. Pensavo che ti fossi trasferito in Irlanda (nota la raffinatezza del commento in relazione alla giornata odierna) Fatti vivo più spesso se no ti butto nel pozzo di tua proprietà, mio non più tanto giovane ingegnere

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