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venerdì 19 maggio 2017

BANCA DELLE MARCHE - VECCHIA E NUOVA

Sul fronte marchigiano ci sono evoluzioni, al momento, solamente per NUOVA BANCA DELLE MARCHE che, come noto, è stata acquisita dal Gruppo UBI insieme ad altre due banche risolte, Banca Etruria e Carichieti. Si chiamerà BANCA ADRIATICA fino alla fusione in UBI con buona pace di coloro che, nel corso degli anni, hanno sempre sostenuto la necessità assoluta che la Banca non perdesse il suo marchio di marchigianità e il contatto con il territorio.
Ma "nomina sunt consequentia rerum"; il cambiamento di nome si inserisce nel contesto del piano industriale UBI che prevede nuovi esuberi tra le 400 e le 600 unità, 270 già concordati con il "fondo di risoluzione", la chiusura di 80/90 sportelli, soprattutto nelle province di Ancona e Macerata, e il trasferimento delle attività finora svolte a Fontadamo di Jesi.
Le uscite avverranno senza traumi con esodi volontari ed utilizzando gli strumenti legislativi in vigore. Ma era chiaro ed evidente che non era pensabile che il piano di salvataggio potesse attuarsi senza sacrificio di posti di lavoro. 
VECCHIA BANCA DELLE MARCHE
Tutto tace, o almeno sembra.
I piccoli azionisti e le fondazioni hanno perso tutto e ormai ne hanno preso coscienza. I responsabili del Crac finora hanno pagato poco o niente sia sotto il profilo civile che penale. Ma ciò che è grave è che i rimborsi ai sottoscrittori di obbligazioni subordinate, sbandierati con enfasi dal governo Renzi al momento in cui fu emanato il "Decreto"che regolava le sorti delle quattro banche "risolte", sono al palo.
Il decreto, lo rammento, fu emanato il 23 Novembre 2015. 
Non è il caso che ci si muova per sbloccare la situazione? E' un problema di giustizia, di equità, di credibilità, per il governo e per le forze parlamentari

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