Visualizzazioni totali

martedì 26 settembre 2017

PARLIAMO DI ECONOMIA - IL FISCAL COMPACT - POST N.5

In queste settimane viene elaborata la politica economica del governo per il 2018 con la presentazione del DEF che sarà sopposto al voto di approvazione di deputati e senatori. Il2018 sarà un anno elettorale particolarmente delicato per Matteo Renzi e per il PD per cui la manovra sarà particolarmente leggera e "fuorviante" in quanto né Renzi nè Gentiloni nè Padoan penseranno per un momento ad un suicidio stoico e sanno benissimo i caratteri distintivi del suicidio politico verso il quale non hanno alcuna propensione. 
Prevedo pertanto per le prossime settimane temerarie arrampicate sugli specchi, affermazioni degne del teatro dell'assurdo, teorie economiche stravaganti, entrate a piede libero, violazioni a ruota libera del principio di non contraddizione. Con i mezzi di informazione che o per malafede o per mera ignoranza provvederanno ad aumentare la confusione e la disinformazione. 
Facciamo il punto.
Innazitutto ricordando(non lo fa nessuno quasi il problema non esistesse) che l'Italia ha firmato il cosiddetto FISCAL COMPACT, come è comunemente chiamato il TRATTATO SULLA  STABILITA'.
Il FISCAL COMPACT è un trattato internazionale firmato da 25 dei 28 Paesi dell'Unione Europea (non firmarono Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Croazia) il 2 Marzo 2012 che contiene regole vincolanti nell'UE per assicurare il raggiungimento dell'equilibrio di bilancio.
Il trattato è entrato in vigore il 1 Gennaio 2013.
Il primo vincolo - pregiudiziale - è l'inserimento in ciascun ordinamento statale, con norme di rango costituzionale o comunque di norme di legislazione ordinaria, di varie clausole o vincoli. L'Italia ha messo in costituzione il "fiscal compact" nel Luglio 2012 con modifica degli articoli 81-117-119 della Costituzione. Approvato dal senato il 12 Luglio 2012(216 sì - 21 astenuti - 24 no), dalla camera il 19 Luglio (368 sì - 65 astenuti - 65 no) e promulgato dal Presidente della Repubblica Napolitano il 23 Luglio.
A mio avviso è stato un errore gravissimo "costituzionalizzare" gli impegni del "fiscal compact", che di fatto limita il controllo sulla politica di bilancio, uno dei pilastri della sovranità nazionale, in una fase in cui l'Unione è ancora costituita da stati indipendenti. E sono d'accordo con coloro che ritengono che la norma sia stata di fatto imposta dalla Germania per affermare la propria egemonia nell'Unione e tarpare le ali ai Paesi in grado di farle concorrenza. In primis il nostro. Non credo infatti che la Germania abbia di che preoccuparsi per la concorrenza dell'economia lituana o di quella ungherese.
Entriamo in dettaglio e vediamo quali sono i vincoli del "Fiscal compact":
a) obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio
b) l'impegno ad avere un deficit pubblico strutturale non superiore allo 0,50% del PIL
c) l' obbligo peri Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL di ridurre ogni anno il debito di un ventesimo dell'eccedenza
d) l'obbligo di mantenere il deficit annuale pubblico sempre al di sotto del 3%
L'obbligo più gravoso non solo per l'Italia ma anche per tutti gli altri Paesi con debito in eccedenza è quello di cui al punto c, talmente gravoso che si finge di dimenticare - a tutti i livelli - che il fiscal compact esiste e che bisogna affrontare il problema: o farlo rispettare o abolirlo. Secondo me va abolito. Basti pensare - riferito al nostro Paese - che essendo il debito al 133 del PIL, dovremmo rientrare di 73 punti di PIl (133 meno 60) in 20 anni cioè 3.65 punti l'anno. Se si considera che un punto di PIL equivale a circa 16 miliardi, dovremmo rientrare di 58/60 miliardi l'anno per venti anni. Una dose letale di stricnina. Meglio abolirlo il FISCAL COMPACT; già oltre 2.000 anni fa si era giunti alla conclusione che "ad impossibilia nemo tenetur".
Nel prossimo post parleremo del DEF e della politica economica del governo.    

2 commenti:

  1. condivido pienamente la sua analisi.Il problema è che per abolire il fiscal compact è necessario un governo con maggioranza molto forte,essendo necessaria una riforma costituzionale.E le prospettive politiche future non lasciano presagire affatto scenari di maggioranze unipartitiche ben definite.

    RispondiElimina
  2. Completamente d'avccordo caro Orazio. Uscire dal Fiscal compact è praticamente impossibile se non in un contesto di collasso dell'Unione. Ma allora che sifa?Si finge che non ci sia? E' possibile ma per quanto tempo? Certo che abbiamo dei politici a livello europeo che hanno una visione talmente corta che non si rendono conto delle consegue delle loro azioni. GOD BLESS EUROPE.

    RispondiElimina